tag:blogger.com,1999:blog-64473974848372442962024-03-19T05:47:58.598+01:00Piano piano, sequenza...moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.comBlogger176125tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-4313866854508341232012-05-19T20:48:00.000+02:002012-05-20T02:36:59.521+02:00Visioni<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy05zp2SkklfW1giltZcqG3od7SRPB2DGLkLuhheOBJ2CMWG0Bo9AMb-ssiebeIMtDuIstG12Uml3TrOJsSBraKgLSAYbZ8H4dDvMyoEIDIPAvFnGHjJtMazZATLQdDsBwFq9W7tip-zQ/s1600/The+Artist+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy05zp2SkklfW1giltZcqG3od7SRPB2DGLkLuhheOBJ2CMWG0Bo9AMb-ssiebeIMtDuIstG12Uml3TrOJsSBraKgLSAYbZ8H4dDvMyoEIDIPAvFnGHjJtMazZATLQdDsBwFq9W7tip-zQ/s1600/The+Artist+2011.jpg" /></a></div>
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Non pubblico niente da un mese e mezzo e ultimamente ho pure smesso di lasciare commenti in giro. Magari seguo, ma in silenzio. Tutto ciò non è frutto di una scelta precisa ma piuttosto di una serie di circostanze di cui immagino non freghi niente a nessuno.
Finirà.</div>
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Ad ogni modo, mi è venuta voglia di scrivere qualcosa per evitare che PPS diventi una specie di blog fantasma e per salutare quei pochi che magari passano ancora di qui.
Allora, siccome non ho intenzione di concentrarmi su un unico film e di qualcosa dovrò pur parlare, farò una specie di elenco delle visioni che ultimamente mi hanno colpito di più, sia in positivo che in negativo.</div>
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Se volete, potete leggere ascoltando questa canzone:</div>
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/uxv0t7lVKgM?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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Ho visto <a href="http://www.imdb.com/title/tt1655442/" target="_blank">The Artist</a>, e sarà che io di cinema muto ne ho visto pochissimo e a farmi piacere questo mi sarei quasi sentito in colpa, oppure che i cani ammaestrati per far ridere a comando mi fanno perdere quel poco di fiducia nell'essere umano che ancora mi è rimasta, o ancora che essere figa e fare le boccacce non vuol dire saper recitare, però ecco, fondamentalmente mi sono sentito preso per il culo per un'ora e quaranta.</div>
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Un altro film brutto è <a href="http://www.imdb.com/title/tt1706593/" target="_blank">Chronicle</a>, che è piaciuto a tutti ma che personalmente ho trovato abbastanza scadente. La storia la sapete: ci sono due studenti figaccioni e uno sfigato che di colpo si ritrovano con dei superpoteri. All'inizio va tutto bene ma poi, negli ultimi sei minuti di film, la situazione degenera. Non succede quasi nulla, quel poco che succede non è interessante e i tre ggiovani sono uno più fastidioso dell'altro. Peccato.</div>
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Poi c'è <a href="http://www.imdb.com/title/tt1601913/" target="_blank">The Grey</a>, con Liam Neeson nella parte di se stesso che si ritrova a fronteggiare centinaia di lupi affamati che sembrano avercela proprio con lui.
La scena notturna con gli occhi dei lupi che si accendono (e poi si spengono) in sequenza come lampadine mi ha dato voglia di interrompere tutto, ma sfortunatamente sono comunque arrivato alla fine. Il regista, per la cronaca, è lo stesso dell'imbarazzante <a href="http://www.imdb.com/title/tt0429493/" target="_blank">A-Team</a>. Evitatelo, davvero.</div>
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Ho visto molti altri film poco seri che non mi son piaciuti, ma non meritano particolari approfondimenti, a parte forse <a href="http://www.imdb.com/title/tt1687901/" target="_blank">The Awakening</a>, horror gotico col classico doppio twist finale che parte bene ma si perde in fretta. Molto meglio <a href="http://www.imdb.com/title/tt1596365/" target="_blank">The Woman in Black</a>, di cui se non altro ho gradito la fotografia. E a proposito di Harry Potter, siccome i primi li avevo visti tutti e non concludere la saga non avrebbe avuto molto senso, ultimamente mi sono procurato anche gli ultimi capitoli. Niente di che, sia chiaro, ma almeno non mi sono annoiato. Mi ha un po' deluso il finale, ma forse è perché dell'universo di Harry Potter c'ho capito poco.</div>
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SPOILER: insomma, fa un po' di tristezza vedere il maghetto invecchiato in giacca e cravatta, presumibilmente con una vita normale e un lavoro noioso, accompagnare il figlio alla scuola di maghi e poi non andare con lui. Cioè, hai la possibilità di vivere in un mondo magico pieno di creature fantastiche, e te ne torni a Londra per metter su famiglia? Mah...</div>
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</div>
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FINE SPOILER</div>
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Per concludere le brutte visioni, merita una citazione anche <a href="http://www.imdb.com/title/tt1093357/" target="_blank">questo</a> che... be', sì, sarà anche povero, avrà pure tutti i difetti che volete, ma insomma, mi aspettavo di peggio.</div>
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Ora, viaggi nel tempo: c'è <a href="http://www.imdb.com/title/tt0390384/" target="_blank">Primer</a>, incasinatissimo e tutto sommato abbastanza inquietante film che gli appassionati dell'argomento devono assolutamente vedere. Stesso discorso per <a href="http://www.imdb.com/title/tt0808506/" target="_blank">The Girl Who Leapt Through Time</a>, cartone animato giapponese romantico e avvincente che consiglierei più o meno a chiunque. Infine, dopo anni e anni, ho recuperato <a href="http://www.imdb.com/title/tt0480669/" target="_blank">Los cronocrímenes</a>, che però mi ha enormemente deluso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sempre in ambito fantascientifico, ho visto <a href="http://www.imdb.com/title/tt1535616/" target="_blank">The Divide</a> che, non me l'aspettavo, mi è piaciuto parecchio. Lo attendevo da molto, soprattutto per via della trama: in pratica il film inizia con un'esplosione nucleare causata da non sapremo mai cosa o chi, e un gruppo di persone si ritrova chiuso nel rifugio sotterraneo di uno che c'aveva visto lungo e che si era già organizzato per poter sopravvivere lontano dalla superficie. Il problema è che sono in tanti e già dopo poche ore salteranno fuori le prime incomprensioni, che presto si tramuteranno in ricatti e violenza. C'è qualche calo qua e là, ma il voto di imdb non gli rende giustizia, probabilmente a causa della pesantezza di alcune scene. Bellissimi gli ultimi dieci minuti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un altro horror carino che intrattiene il giusto è <a href="http://www.imdb.com/title/tt0808276/" target="_blank">Fritt Vilt</a>, visto quasi per caso qualche tempo fa.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwmIvleu4LWZQixj7bezNnCZw8zpTdwQT8etp_sQK4L814yTHPmVhdlMR84FtXmkcDqlSFfpF-08xsTO1dcRs2_yC_FmBLudD6Wo7dibR27_W8bOSio26TdfTyKcjRgZS9USJXJzmG-X4/s1600/Killer+Klowns+From+Outer+Space.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwmIvleu4LWZQixj7bezNnCZw8zpTdwQT8etp_sQK4L814yTHPmVhdlMR84FtXmkcDqlSFfpF-08xsTO1dcRs2_yC_FmBLudD6Wo7dibR27_W8bOSio26TdfTyKcjRgZS9USJXJzmG-X4/s1600/Killer+Klowns+From+Outer+Space.jpg" /></a></div>
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P { margin-bottom: 0.08in }
-->
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Mi viene da segnalare anche questo <a href="http://www.imdb.com/title/tt0095444/" target="_blank">Killer Klowns From Outer Space</a>. Vittima di un inspiegabile 5.7 su
imdb, è esattamente il film che vorreste trovarvi davanti se aveste voglia di
una storia con perfidi ma buffi clown alieni che invadono la Terra.
Nulla fuori posto, nessuna pretesa, sangue, risate... quasi perfetto.
</div>
<div style="margin-bottom: 0in; text-align: justify;">
Ho rivisto pure <a href="http://www.imdb.com/title/tt0118884/" target="_blank">Contact</a>, che mi
ricordavo bello e che questa volta, lo ammetto, mi ha pure commosso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi mi è capitato di vedere <a href="http://www.imdb.com/title/tt0118771/" target="_blank">Breakdown</a>, e allora mi sono messo a recuperare tutti i thriller on the road che sono riuscito a trovare: <a href="http://www.imdb.com/title/tt0091209/" target="_blank">The Hitcher</a> (finora avevo visto solo lo <a href="http://www.imdb.com/title/tt0455960/" target="_blank">squallidissimo remake</a>), <a href="http://www.imdb.com/title/tt0206314/" target="_blank">Joy Ride</a>, <a href="http://www.imdb.com/title/tt0339147/" target="_blank">Highwaymen</a>, <a href="http://www.imdb.com/title/tt1059836/" target="_blank">Transit</a>... A parte quest'ultimo sono tutti abbastanza carini, anzi, The Hitcher è proprio bello, a parte la scena poco credibile in cui il protagonista si fa arrestare praticamente senza motivo.
Mi manca ancora <a href="http://www.imdb.com/title/tt0083000/" target="_blank">Roadgames</a>, che tra l'altro è quello che avevo in lista d'attesa da più tempo...
Un altro ottimo thriller on the road (ma questa volta coi treni) che ho visto ultimamente è <a href="http://www.imdb.com/title/tt0800241/" target="_blank">Transsiberian</a>, che per quanto mi riguarda è il migliore di Anderson, insieme forse a L'uomo senza sonno. Consigliatissimo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic_CKXoV_Etgmu8Q0k-BSpoTOOQZ0j4_qkTRN6xeMZXkkrZts_2ywFgr87648DbsxHhAuzwP1SgbUo9LoGwppyIoc9E4swjTSZrnHJ3Fm0M4HvyOb0hyfNTy41ukKO4Z7IfA-Bqv__cQM/s1600/Transsiberian+Kate+Mara.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic_CKXoV_Etgmu8Q0k-BSpoTOOQZ0j4_qkTRN6xeMZXkkrZts_2ywFgr87648DbsxHhAuzwP1SgbUo9LoGwppyIoc9E4swjTSZrnHJ3Fm0M4HvyOb0hyfNTy41ukKO4Z7IfA-Bqv__cQM/s1600/Transsiberian+Kate+Mara.jpg" /></a></div>
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<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0in; text-align: justify;">
Questo post sta diventando sempre più
disordinato e privo di senso, quindi concludo parlando di altri due
film che mi sono rimasti particolarmente impressi. Il primo è <a href="http://www.imdb.com/title/tt1320352/" target="_blank">Nothing Personal</a>, opera prima della Antoniak. È la storia di
Anne che svuota il suo appartamento e lascia mobili e oggetti sul
marciapiede davanti a casa. Dalla finestra guarda poi i passanti che
rovistano fra la sua roba portandosi via ciò che più gradiscono:
poltrone, lampade e suppellettili vari. A legarla ad un passato che
intende chiaramente lasciarsi alle spalle, le rimane solo l'anello di
un matrimonio finito male e di cui non sapremo mai nulla. Buttato via
anche quello, Anne può finalmente partire zaino in spalla. Fra la
diffidenza di una famigliola felice che si rifiuta di darle un
passaggio in macchina e qualche incomprensione varia, arriva in
Irlanda nella selvaggia regione di Connemara. Dopo qualche notte
passata a dormire in tenda in mezzo alla natura, trova la casa di
Martin, un vedovo che ha perso la moglie presumibilmente da poco. I
due si conoscono e fanno un accordo: lei lavorerà per lui in cambio
di vitto e alloggio, ma non dovranno mai farsi domande personali sul
loro passato.
</div>
<div style="margin-bottom: 0in; text-align: justify;">
Si inzia direttamente con la scena dei
mobili in strada, senza considerare le ragioni che hanno spinto Anne
ad una tale decisione, e non si perde tempo a raccontare il passato
dei due protagonisti nemmeno quando, dopo una ventina di minuti di
film, Anne e Martin si conoscono. Alcuni dettagli sono suggeriti, ma
niente più. Tutto quello che serve sapere è lì, e del “perché
questo” e “come mai quello” la Antoniak, fortunatamente, se ne
frega. L'aspetto che più le interessa è la continua ricerca di
solitudine da parte dei due personaggi, contenti di essersi trovati
ma comunque desiderosi di conservare ciascuno la propria intimità.
</div>
<div style="margin-bottom: 0in; text-align: justify;">
<br />
Il secondo è <a href="http://www.imdb.com/title/tt0091830/" target="_blank">Il raggio verde</a>, di
Rohmer, che non avevo ancora visto e che mi è sembrato quasi un
capolavoro. Parla di Delphine, della sua solitudine e dell'incapacità
di avere rapporti normali con le persone. È meraviglioso, non dico
altro.
</div>
<div style="margin-bottom: 0in;">
<br /></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com29tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-43023103883481695472012-03-30T18:43:00.000+02:002012-05-19T17:27:15.885+02:00Polisse<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_pfMsgTDKpqacDqlZUr82ZBvVwl6pWKIJVFOEY7J7_GhQ-ytYho1W9fF4TGL-qCti1kuSdbc4dmTjaEyAPHqWMLVjVZAyT9YygvUlYwh99SR1AlpFaZKy4a_TXtJV2Rm7ZW_cQZEOa9c/s1600/Polisse+poster.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_pfMsgTDKpqacDqlZUr82ZBvVwl6pWKIJVFOEY7J7_GhQ-ytYho1W9fF4TGL-qCti1kuSdbc4dmTjaEyAPHqWMLVjVZAyT9YygvUlYwh99SR1AlpFaZKy4a_TXtJV2Rm7ZW_cQZEOa9c/s320/Polisse+poster.jpg" width="235" /></a></div>
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<i>Di</i> <b>Maïwenn</b>, 2011 (Francia), 127 min.<br />
<i>Con</i> <b>Karin Viard, Joey Starr, Marina Foïs, Maïwenn, Riccardo Scamarcio, Emmanuelle Bercot</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Maïwenn</b><b>,</b> <b>Emmanuelle Bercot</b><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La <i>Brigade de Protection des Mineurs</i> si occupa delle violenze sui minori, di casi di pedofilia e anche di alcuni piccoli reati commessi da minorenni. Maïwenn, adottando un classico stile documentaristico, prova a farci un film. </div>
<div style="text-align: justify;">
La pellicola nel suo insieme appare però falsa, pretenziosa ed esagerata, non tanto nelle dure descrizioni di quello che le vittime sono costrette a sopportare, quanto nel cattivo gusto e nella retorica di una sceneggiatura e di una regia basate esclusivamente sulla costante ricerca di un realismo mai raggiunto e sulla voglia irrefrenabile di scandalizzare ad ogni costo lo spettatore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le intenzioni di Maïwenn erano di restare imparziale e di evitare di descrivere degli eroi, ma bastano una decina di minuti per rendersi conto che non sarà così: viviamo in un mondo di pedofili e meno male che ci pensa la BPM, i cui agenti non hanno un momento libero nemmeno quando sono seduti in un bar a prendere un caffè, poiché basta girare un attimo lo sguardo per assistere a scene di bambini maltrattati e infanzie rovinate. È grazie a loro se possiamo dormire tranquilli, sembra suggerire la regista.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ed ecco che l'abuso di potere non è più un problema, perché loro sono la <i>Police</i> e quindi possono (c'è una scena in cui vengono pronunciate più o meno le stesse parole), e andare a prelevare con la forza i bambini in un campo rom per schiaffarli in un collegio diventa cosa giusta e bella, la cui durezza viene poi esorcizzata in una scena che ancora spero di essermi solo immaginato: i giovani zingari, in lacrime fino a pochi minuti prima, salgono sul pullman delle forze dell'ordine e si mettono a cantare e a ballare in compagnia degli eroici poliziotti sorridenti. Roba da vomito.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma gli eroi, si sa, devono comunque avere dei problemi perché in fondo sono persone comuni, e allora entriamo anche nelle vite private di ciascuno di loro, in un'accozzaglia di scene ripetitive e stereotipate fino all'inverosimile (i dialoghi politici su Sarko; la moglie che vorrebbe che il marito poliziotto le raccontasse qualcosa del suo lavoro e il marito che risponde – urlando senza ragione, ché così è tutto più realistico e disperato – che non c'è niente di bello in quello che fa; la poliziotta anoressica che odia gli uomini; il poliziotto incazzato con tutto e tutti e tante altre simpatiche situazioni familiari che vengono trattate con maggior rigore e sensibilità anche nel peggiore dei cinepanettoni).</div>
<div style="text-align: justify;">
E la regista, forse preoccupata che le due ore abbondanti possano risultare eccessive (e lo sono), sovraccarica dialoghi e contenuti, disorientando attori (escluso Joey Starr, che sfortunatamente si è beccato il ruolo principale ma non è chiaramente un attore e compare nel film solo perché nella realtà, se ho ben capito, va a letto con Maïwenn) e spettatori. La convinzione che debba sempre e comunque succedere qualcosa di estremamente drammatico, che si tratti del lavoro quotidiano, delle implicazioni politiche o delle dinamiche dei rapporti fra i vari corpi della polizia (la BPM viene considerata dagli altri poliziotti come una sorta di reparto minore), appare quindi inutile e contribuisce a rendere il risultato finale una sorta di parodia involontaria. </div>
<div style="text-align: justify;">
Certo è facile spingere lo spettatore a simpatizzare per le giovani vittime descritte nel film; meno facile è non scadere in un superficiale ed irritante moralismo conformista da due soldi.</div>
<br />
<b>03/20</b><br />
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Per due pareri completamente diversi, leggete la recensione <a href="http://whiterussiancinema.blogspot.it/2012/03/polisse.html">Fordiana</a> e quella <a href="http://pensiericannibali.blogspot.it/2012/03/polisse-dont-stand-so-close-to-me.html"target="_blank">Cannibale</a>.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZJ3oM1dQwqVBHkVfRpDH06tcqQ9SiA5QqXVDgz8NJlastJ9QHBmgn1q0PU8rOlQO-MyBGT3uYPv3K9hMZvrcEwhC3sCZkgkNKNPua_dHSzyQkW7roJzDa4GSzEuMI45keehyphenhyphenCjHUxi1E/s1600/Polisse+scena+film.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZJ3oM1dQwqVBHkVfRpDH06tcqQ9SiA5QqXVDgz8NJlastJ9QHBmgn1q0PU8rOlQO-MyBGT3uYPv3K9hMZvrcEwhC3sCZkgkNKNPua_dHSzyQkW7roJzDa4GSzEuMI45keehyphenhyphenCjHUxi1E/s400/Polisse+scena+film.jpg" width="400" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-25688098824134927282012-03-26T17:47:00.003+02:002012-03-26T18:36:51.616+02:00Undisputed Trilogy<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0FtRQcUFaHtEs_123cU19XF58GKWIEzztP7jyZRGkSNHDbcdpVbE8MqeG72RVcD2yBiE4HfeA76iURWtP2tZ3_XSktJ4Yggx_2ay01smz_FHbZcxMrfoMrHo6kRPFMkZX0FUtxzJSp-M/s1600/Undisputed+trilogy+poster.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0FtRQcUFaHtEs_123cU19XF58GKWIEzztP7jyZRGkSNHDbcdpVbE8MqeG72RVcD2yBiE4HfeA76iURWtP2tZ3_XSktJ4Yggx_2ay01smz_FHbZcxMrfoMrHo6kRPFMkZX0FUtxzJSp-M/s1600/Undisputed+trilogy+poster.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><br />
<div style="text-align: justify;">Non sono mai stato un particolare fan dei film di arti marziali o degli sport da combattimento, però, come molti umani maschi nati all'inizio degli anni '80, sono cinematograficamente cresciuto anche coi film di Van Damme e soci. Con questa trilogia (in particolar modo coi due film di Florentine) mi è sembrato di tornare indietro nel tempo e quindi eccoci qui. Sono ovviamente presenti spoiler.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nel 2002, fra l'indifferenza generale, esce <i>Undisputed</i>. Alla regia un veterano del genere, Walter Hill, che si occupa anche della sceneggiatura insieme a David Giler, i cui lavori di maggior rilievo rimangono quelli legati alla saga di <i>Alien</i>. Il film è un onesto dramma carcerario con Wesley Snipes e Ving Rhames, senza nulla di particolare da dire ma ben diretto e tutto sommato gradevole. La storia è semplice: George Chambers, famosissimo campione di boxe ispirato alla figura di Mike Tyson, viene accusato di stupro e rinchiuso in un carcere in mezzo al deserto. Il boss mafioso Peter Falk ne approfitta per organizzare un incontro fra Chambers e Monroe Hutchen, ex giovane promessa della boxe, imbattuto da più di dieci anni di tornei carcerari. </div><div style="text-align: justify;">Quattro anni dopo, con l'aiuto di alcuni produttori del primo, si decide di girare un sequel. E si saranno chiesti: “che stile gli diamo, come lo facciamo?” La risposta dev'essere stata un coro unanime del tipo: “facciamolo ZARRO!” E così è stato.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhat2yxJN8sXSb2KPvkKBc4RHJnA5vajWibLET1w4-yI9z2lCx37MBka2dI2o_P5I8dslJKjr1O24Uk_BIABATpQ_FEvQvT75WIJAYsbvCuCVIO0ZH4hOuUOo5wClVtgVXOCE5OA62lB-s/s1600/Yuri+Boyka.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhat2yxJN8sXSb2KPvkKBc4RHJnA5vajWibLET1w4-yI9z2lCx37MBka2dI2o_P5I8dslJKjr1O24Uk_BIABATpQ_FEvQvT75WIJAYsbvCuCVIO0ZH4hOuUOo5wClVtgVXOCE5OA62lB-s/s1600/Yuri+Boyka.jpg" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">E quindi, riprendendo a grandi linee la trama del primo ma invertendo buoni e cattivi, chiamano Michael Jai White nel ruolo di Chambers e Scott Adkins in quello del personaggio d'azione più pericoloso che si sia visto in giro negli ultimi anni: Yuri Boyka, “<i>the most complete fighter in the world; the next stage</i>”, come a lui piace tanto ricordare. White già lo si era visto in giro in qualche blockbuster sparso e in <i>Black Dynamite</i>, quasi sempre “in borghese”, e poi anche nel bruttino <i>Blood and Bone</i>, dove interpreta un ruolo molto simile a quello di Chambers, non tanto per quanto riguarda la personalità, quanto per l'abilità nello spaccare i culi. E poi c'è questo Adkins, che io non conoscevo (in realtà aveva fatto qualche comparsata in film come <i>Danny the Dog</i> e <i>Bourne Ultimatum</i>) e che, come si scriveva prima, riesce a conquistare pubblico e critica (?) guadagnandosi pure il ruolo da protagonista nel terzo capitolo. In questa serie, infatti, hanno l'abitudine di fare del cattivo di un film il personaggio principale del seguente: Chambers (ma non Ving Rhames) torna nel secondo e diventa buono, Boyka torna nel terzo e diventa un filino meno cattivo. Ma per ora fermiamoci al secondo: <i>The Last Man Standing</i>. </div><div style="text-align: justify;">Chambers, dopo essersi fatto mazzolare da Snipes, si trova in Russia per girare uno spot pubblicitario e per una serie di incontri organizzati. Si dà il caso che lì in Russia ci sia anche Gaga, un mafioso che si occupa di scommesse sui combattimenti fra carcerati. Preoccupato per il suo giro d'affari, Gaga fa in modo che Chambers venga trovato in possesso di un grande quantitativo di droga e sia quindi rinchiuso nel carcere in cui si trova Boyka. Le sue intenzioni sono chiare: organizzare un incontro fra i due. Ed è proprio sulla fisicità di Jai White e di Adkins che si regge il film.</div><div style="text-align: justify;">Il primo è il cattivo buono per cui si fa il tifo e che si allena su questa canzone <a href="http://www.youtube.com/watch?v=vmHbrtP_D7U">qui</a>, il secondo è uno spietatissimo russo dal passato oscuro, capo incontrastato della prigione; cattivo, ma a suo modo anche leale: c'è un momento in cui per facilitargli le cose gli drogano a sua insaputa l'avversario, che lui quindi batte senza troppi problemi (lo avrebbe battuto comunque, diciamolo); quando lui però viene a saperlo la prende malino e “spiega” ai malcapitati di turno che per vincere non ha bisogno di certi trucchetti.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIcNIw_80Y90eDqhiF_-kJxROmAW0db4RZUEylMhZeR2ltvnyCndiF2KBI2BOyjnf9N7JzYF52C_pZv2rzrILhuJyQG6wMX6wDBDM70ZlV9DnoFtcQFr5YBQIFoY_eV7mnbqVTalXluEo/s1600/Undisputed+2:+Last+Man+Standing.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIcNIw_80Y90eDqhiF_-kJxROmAW0db4RZUEylMhZeR2ltvnyCndiF2KBI2BOyjnf9N7JzYF52C_pZv2rzrILhuJyQG6wMX6wDBDM70ZlV9DnoFtcQFr5YBQIFoY_eV7mnbqVTalXluEo/s1600/Undisputed+2:+Last+Man+Standing.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le differenze fra il film di Walter Hill e questo di Florentine appaiono evidenti fin da subito. Il primo è un sottovalutato dramma d'azione senza pretese diretto da uno che il cinema d'azione sa come trattarlo, peraltro già avvezzo ai film di combattimento; il secondo abbandona (ma non del tutto) le componenti più drammatiche e si concentra su quelle adrenaliniche, diventando pura apologia della tamarraggine. La storia c'è ma, malgrado Florentine e soci abbiano fatto un buon lavoro nel curare una trama che non diventi una mera scusa per arrivare alle scene di violenza, i combattimenti rappresentano sicuramente il punto di maggior interesse della pellicola. Diretti ed eseguiti con stupefacente maestria, contengono mosse inimmaginabili e cartelle in faccia che ti fai male solo a guardarle. La macchina da presa non viene scossa freneticamente per inserire lo spettatore nell'azione, il montaggio è ridotto al minimo se si pensa ad altri combattimenti corpo a corpo del cinema americano recente e i virtuosismi si limitano a pochi ralenti ed accelerazioni improvvise. </div><div style="text-align: justify;">È una ricetta che funziona e infatti, quando quattro anni dopo arriva il momento dell'inevitabile terzo capitolo, gli ingredienti restano più o meno gli stessi.</div><div style="text-align: justify;">Boyka, sempre più zarro ma con una gamba praticamente fuori uso, si offende quando nel carcere in cui un tempo spadroneggiava arriva un nuovo campione di arti marziali, che Gaga (sempre lui) sceglierà per partecipare ad un importante torneo fra carcerati al cui vincitore verrà garantita la libertà. Credibilità della trama prossima allo zero ma applausi garantiti già dopo pochi minuti, quando Boyka irrompe nella sala in cui il nuovo campioncino ha appena vinto un incontro, gli lancia addosso un secchio d'acqua e lo sfida a combattere. Vince facile, e si aggiudica un posto al torneo.</div><div style="text-align: justify;">L'unica differenza rispetto al secondo è il modo in cui viene strutturata la vicenda: al torneo partecipano otto atleti e vediamo tutti i combattimenti, anche quando sul ring non ci sono Boyka o il suo nuovo amichetto del cuore Turbo, secondo protagonista del film. Il cattivo, in questo caso, è interpretato da un certo Zaror, efficace nella parte di un assassino squilibrato. Calci rotanti e sganassoni vari trovano spazio anche al di fuori del ring, ad esempio in una mega rissa fra Boyka, Turbo e una ventina di secondini armati di manganello.</div><div style="text-align: justify;">Non sono certo pellicole adatte a tutti, ma rappresentano una visione obbligatoria per gli appassionati dei film di legnate. Va anche detto che chiunque di voi sia un patito del genere avrà già visto tutt'e tre i film, il che rende questa recensione fondamentalmente inutile.</div><br />
Undisputed (Walter Hill, 2002) <b>12/20</b><br />
Undisputed 2: Last Man Standing (Isaac Florentine, 2006) <b>13/20</b><br />
Undisputed 3: Redemption (Isaac Florentine, 2010) <b>13/20</b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFyXAyRqnWmdhHba-CHXY7dIBhW_JlAmzhsDHSftHG_aDzOpGgzjwQmYBefo311UQvoWBV58MRywYsmdPyQnYGjMCKKCDIXpiUdWz2u4K4NszMZlqujJy8Faah_QRDs-Z-M4T6e7bu9ZM/s1600/Undisputed+3+Redemption.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFyXAyRqnWmdhHba-CHXY7dIBhW_JlAmzhsDHSftHG_aDzOpGgzjwQmYBefo311UQvoWBV58MRywYsmdPyQnYGjMCKKCDIXpiUdWz2u4K4NszMZlqujJy8Faah_QRDs-Z-M4T6e7bu9ZM/s1600/Undisputed+3+Redemption.jpg" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-11952416962616419362012-03-15T18:58:00.000+01:002012-03-15T18:58:37.428+01:00Last Life in the Universe<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBJTKL6mNJQ8VL2O1ouvVYU0OgQDJj1Oj47epbTdbdn9x5gQshDqRMSnwyEjCXoT0pwXFhX9dda_n_D1jLCqNlJTCYEL6yAdPJHs2t_LM9-GSkiy36xhdsMS2-9kaX_SNn51iq0v6xvGM/s1600/Last+Life+in+the+Universe+poster.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBJTKL6mNJQ8VL2O1ouvVYU0OgQDJj1Oj47epbTdbdn9x5gQshDqRMSnwyEjCXoT0pwXFhX9dda_n_D1jLCqNlJTCYEL6yAdPJHs2t_LM9-GSkiy36xhdsMS2-9kaX_SNn51iq0v6xvGM/s320/Last+Life+in+the+Universe+poster.jpg" width="320" /></a></div><br />
<i>Ruang rak noi nid mahasan</i><br />
<i>Di </i><b>Pen-Ek Ratanaruang</b>, 2003 (Thailandia, Giappone), 112 min.<br />
<i>Con</i> <b>Tadanobu Asano, Sinitta Boonyasak, Laila Boonyasak, Takashi Miike</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Pen-Ek Ratanaruang, Prabda Yoon</b><br />
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<div style="text-align: justify;">Kenji sta preparando l'ennesimo tentativo di suicidio: la corda è fissata, nel suo appartamento stracolmo di libri non vola una mosca e lui già si immagina la scena di quando troveranno il suo cadavere ancora appeso per il collo. Ad interrompere la scena, giusto in tempo, ci pensa suo fratello Yukio, membro della yakuza appena arrivato a Bangkok dal Giappone. Personaggio fastidioso, arrogante, invadente; non si fa troppi problemi a prendere in giro il fratello per i suoi tentativi di suicidio e inizia a trattarlo come uno schiavo già dopo pochi secondi. Kenji, invece, è tutto il contrario: è riservato, parla poco ed è gentile con tutti, fratello compreso. Dopo i pochi minuti necessari per entrare in sintonia coi personaggi, Kenji rimane coinvolto in uno confronto mortale fra Yukio e un altro membro della yakuza, e si ritrova con due cadaveri in casa. </div><div style="text-align: justify;">Nel frattempo ci vengono brevemente presentate Noi e Nid, due sorelle che non fanno altro che litigare. Sono in macchina e stanno tornando a casa, ma ad un certo punto Noi dice qualcosa di troppo e Nid ferma la macchina dicendole di scendere. Dopo qualche secondo, ferma in mezzo alla strada, Noi si accorge di un uomo che sta per buttarsi giù dal ponte. Si tratta di Kenji, che si gira a sua volta e prova a sorriderle. L'improvvisa intesa che si è creata fra i due personaggi viene però interrotta da una macchina che travolge Noi, uccidendola. </div><div style="text-align: justify;">Kenji accompagnerà poi Nid all'ospedale e in seguito pure a casa sua, e scoprirà di avere un motivo in più per continuare a vivere.</div><div style="text-align: justify;">Quella di due vite che si ritrovano legate per via di un incidente è una trama che non sembra effettivamente dire nulla di nuovo, ma questo non è un film sul dolore o sul superamento di un trauma, e la morte improvvisa di Noi non lascia tracce pesanti sul resto della pellicola. Al centro dell'attenzione vi è lo strano rapporto che si instaura fra Nid e Kenji e la parte più importante della vicenda è quasi interamente ambientata nella disordinata e semidistrutta casa di lei, dove i due personaggi si parlano provando ad imparare uno la lingua dell'altra (con l'aiuto di qualche frase in inglese), passando la maggior parte del tempo a fumare erba sdraiati sul divano. </div><div style="text-align: justify;">Si vive, quindi, in un mondo a parte, isolati dalla società ed immersi in un'incantevole atmosfera che il regista è bravo a non rendere mai invadente o fuori luogo.</div><div style="text-align: justify;">Questa nuova amicizia permetterà inoltre al timido Kenji di ritrovare un certo interesse nelle cose, e una delle prime risoluzioni sarà quella di aiutare Nid a pulire e ordinare l'appartamento. In seguito si ritroverà pure a dover difendere la ragazza da uno strano individuo che la perseguita, in una scena che permetterà, attraverso un semplice tatuaggio, di scoprire finalmente qualcosa in più sul passato del protagonista e sul perché abbia deciso di trasferirsi a Bangkok.</div><div style="text-align: justify;">A complicare le cose, dopo più di un'ora di pellicola a metà fra il romantico ed il surreale (bellissima la scena in cui la casa si mette a posto da sola), arrivano dal Giappone i colleghi mafiosi del fratello di Kenji, la cui improvvisa entrata in scena condurrà la pellicola all'enigmatico finale.</div><br />
<b>17/20</b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPAzMMupqK5sq9-Ci1pacF8UaXVQN1Q_bBooEG2UeS1BQMf0JCfZc_9y9QuDnWEDjhqVIWqz0pw03UHRSqCiXJq6nSkcbZwGvmYNFJsEgW_xwWkVrQheRE3aLuJ6INtoECrIuN9KWvCSE/s1600/Last+Life+in+the+Universe.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPAzMMupqK5sq9-Ci1pacF8UaXVQN1Q_bBooEG2UeS1BQMf0JCfZc_9y9QuDnWEDjhqVIWqz0pw03UHRSqCiXJq6nSkcbZwGvmYNFJsEgW_xwWkVrQheRE3aLuJ6INtoECrIuN9KWvCSE/s1600/Last+Life+in+the+Universe.jpg" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-28670201863895177342012-03-13T18:59:00.002+01:002012-03-14T14:43:03.298+01:00You really should see these - Day 3: Road movies<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD6wgTAp6g5qkxS6SC_3AQP6NWqjBfV8pUHjr8JGIraeD7Ai16sI5kxyXqfCGuDvJ3D7WA9WbbQ-E6maiIslcQQo5iOP6sLercZWuvNHdNY5BtbxYbK6KlRva1Wo_bRvlxYahmF2Mp-V0/s1600/You+really+should.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD6wgTAp6g5qkxS6SC_3AQP6NWqjBfV8pUHjr8JGIraeD7Ai16sI5kxyXqfCGuDvJ3D7WA9WbbQ-E6maiIslcQQo5iOP6sLercZWuvNHdNY5BtbxYbK6KlRva1Wo_bRvlxYahmF2Mp-V0/s320/You+really+should.jpeg" width="320" /></a></div><br />
Ultima puntata del <i>You really should see these</i>, dedicata interamente ai <i>road movies</i>. Non mi sono però limitato ai <i>road movies</i> classici e ho compilato una lunga lista di film in cui il viaggio è uno degli aspetti più importanti. <br />
Conta il concetto di viaggio (o di fuga) e non di arrivo, quindi. La meta importa solo fino a un certo punto: può anche non esserci oppure corrispondere al luogo da cui si è partiti. <br />
Non è un genere ben definito e i sette titoli che ho scelto, tranne qualche piccola eccezione, sono diversissimi fra loro, ma ho voluto fare una classifica un po' diversa e si è pure rivelata un'ottima occasione per mettere due o tre dei miei film preferiti. Spero che rientri comunque nelle regole scritte da <a href="http://houndolcettoentra.blogspot.com/">Elio</a>, che come al solito riporto anche qui:<br />
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<i>1) Essendo difficile scegliere un unico genere o filone cinematografico, non lo si farà. Se ne possono scegliere 3, ed ogni giorno sarà dedicato ad un genere diverso.<br />
2) Ogni classifica dovrà contare solo ed esclusivamente 7 pellicole.<br />
3) Il genere dovrà essere introdotto, brevemente o meno, e le scelte dovranno essere giustificate, sì da rendere ulteriormente utili le singole classifiche.<br />
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Chiunque dovesse decidere di farlo, oltre a rispettare le regole appena scritte, dovrà semplicemente riportare l'identificativa e fantastica immagine ad inizio post.</i><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYGTdF4IMTEMtEC3sdLAtM8Mg_W2rDGXYh-LMQf5PV97-RoFXClkJdQmX2LSrxbxNdTjLwg12dzimA7fuwmZJzCc5-b498MMy1hZDo4OzuQrbvnkM0eNOlVFMNeafvAM2nLuJwt4DTBjQ/s1600/Vanishing+Point.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYGTdF4IMTEMtEC3sdLAtM8Mg_W2rDGXYh-LMQf5PV97-RoFXClkJdQmX2LSrxbxNdTjLwg12dzimA7fuwmZJzCc5-b498MMy1hZDo4OzuQrbvnkM0eNOlVFMNeafvAM2nLuJwt4DTBjQ/s1600/Vanishing+Point.jpg" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">7. Punto Zero</span> (Richard C. Sarafian, 1971)</b><br />
Il lungo ed allucinato viaggio di Kowalski, che deve partire da Denver per andare a consegnare una macchina a S. Francisco e che per una scommessa col suo spacciatore decide di affrettare i tempi imponendosi un tempo limite praticamente impossibile da rispettare. A seguire la sua folle corsa, un dj che ne incoraggia la fuga dalle forze dell'ordine e il cui studio verrà poi assalito dalla polizia e da alcuni “manifestanti”. Accolto non troppo positivamente dalla critica, col passare degli anni è diventato un citatissimo cult movie, da Tarantino in <i>Death Proof</i> ai Primal Scream che gli dedicano un intero album.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwco3oZyYeVhNoPfOUiq4RI9DRuLKC3BlGYbOeeDM-TWnnUXwp59GnrzMMBcU54hM9sv9IqsS5zf5Tt-G4hxHRRqWf3w4KjCojhBfg7Q1n-_aeueUI8vYp69ygZ2gmsOswA7vXBKd08xM/s1600/Into+the+Wild.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwco3oZyYeVhNoPfOUiq4RI9DRuLKC3BlGYbOeeDM-TWnnUXwp59GnrzMMBcU54hM9sv9IqsS5zf5Tt-G4hxHRRqWf3w4KjCojhBfg7Q1n-_aeueUI8vYp69ygZ2gmsOswA7vXBKd08xM/s1600/Into+the+Wild.jpg" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">6. Into the Wild</span> (Sean Penn, 2007)</b><br />
Di nuovo una fuga. Dallo stesso “nemico”, si potrebbe dire. Ma se Kowalski, per andarsene da un modo di vivere che non lo soddisfa, decide di montare in sella alla sua Challenger, McCandless sceglie il percorso inverso. Si libera della maggior parte dei beni di consumo che possiede, scappa da un futuro che gli avrebbe garantito soldi e vita facile, abbandona gli affetti e comincia il suo viaggio con un'unica idea in testa: allontanarsi il più possibile da una società fatta di obblighi e convenzioni avvicinandosi alla Natura e ad un modo di vivere più libero ed appagante. <br />
Penn, pur non giudicando il protagonista, è comunque bravo nell'insistere sui motivi che lo hanno portato al totale abbandono di un'esistenza programmata a priori. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEispgI31WCDDiEWTHGzI_aLhCFs1GdPpM6lIWozW9bDau1ceO6TDCnmTW7xKzvdpJTHpxr134s0B9H7yBYa9mU6MKvjOgWaEgnx3ro9djqXN76UGteZauCnnp4L_Q6XUBxqI2V6zD_E9M4/s1600/Valhalla+Rising.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEispgI31WCDDiEWTHGzI_aLhCFs1GdPpM6lIWozW9bDau1ceO6TDCnmTW7xKzvdpJTHpxr134s0B9H7yBYa9mU6MKvjOgWaEgnx3ro9djqXN76UGteZauCnnp4L_Q6XUBxqI2V6zD_E9M4/s1600/Valhalla+Rising.JPG" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">5. Valhalla Rising</span> (Nicolas Winding Refn, 2009)</b><br />
Tempi dilatati, abbandono quasi totale dei dialoghi. L'Uomo si allontana dalla Natura con la pretesa che la religione possa fornire risposte che non esistono.<br />
Da qui nasce lo smarrimento che assale chiunque creda che attraverso un presunto dio sia possibile elevarsi al di sopra degli altri e imporre una visione gerarchica della vita. Questo smarrimento si tramuterà in follia e infine in cieca violenza. Alla fine del lungo viaggio, l'unico a trovare se stesso sarà proprio One-Eye, il guerriero muto in cerca del Valhalla.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNkjGYt4Svk9WVDxsG6_55O2U1WRsSV-JXYkWuNKd6mVpPx1NeOeqWTrIpIh5Y_Fjt6Ra2DpJxYdzAQCHdN-cKqFu5DwA_O6ptOvImBzuA4slMdJ0fEk2n-hhcM9uVuwB6m_hRyLBPJjY/s1600/Five+easy+pieces.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNkjGYt4Svk9WVDxsG6_55O2U1WRsSV-JXYkWuNKd6mVpPx1NeOeqWTrIpIh5Y_Fjt6Ra2DpJxYdzAQCHdN-cKqFu5DwA_O6ptOvImBzuA4slMdJ0fEk2n-hhcM9uVuwB6m_hRyLBPJjY/s1600/Five+easy+pieces.png" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">4. Cinque pezzi facili</span> (Bob Rafelson, 1970)</b><br />
Dupea, dopo aver rinnegato le sue origini borghesi, trova lavoro come operaio in California. Ma la ripetitività di questa sua nuova vita incomincia a stancarlo e sente il bisogno di andarsene nuovamente, abbandonando amori e amicizie.<br />
Terzo film della classifica in cui il viaggiare si rivela come una fuga in piena regola; un ribellarsi ad un qualcosa di non ben definito che soffoca e rattrista, e da cui si sente quindi il bisogno di scappare. Nicholson eccezionale.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNoMsWd1bYyA6n2SIq4ppzRz5w8q2QRCNHrc3TXV3FT4du3RmJPiJjuhtzib1fR1pDj5g7s3VkYq6peCLGvOg-jqETpNP1eqtNb3ecsuZA81crbck3vfIwUzCRQhyphenhyphenYZvqZ-E6Qw_saXyE/s1600/Stranger+than+paradise.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNoMsWd1bYyA6n2SIq4ppzRz5w8q2QRCNHrc3TXV3FT4du3RmJPiJjuhtzib1fR1pDj5g7s3VkYq6peCLGvOg-jqETpNP1eqtNb3ecsuZA81crbck3vfIwUzCRQhyphenhyphenYZvqZ-E6Qw_saXyE/s1600/Stranger+than+paradise.jpg" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">3. Stranger than paradise</span> (Jim Jarmusch, 1984)</b><br />
Eva arriva a Cleveland dall'Ungheria e suo cugino Willie è costretto ad ospitarla per una decina di giorni, il tempo necessario affinché la zia di lei venga dimessa dall'ospedale. <br />
Uno dei pochi road movies in cui i personaggi non subiscono cambiamenti. Si viaggia svogliatamente, quasi per inerzia, un po' per piacere e un po' perché non c'è fondamentalmente nulla di meglio da fare. Eppure si scherza, si ride e ci si innamora pure, ascoltando <i>I Put A Spell on You</i> di Screamin' Jay Hawkins lungo le strade deserte delle periferie americane. Ma Jarmusch, come al solito, rimane in bilico fra l'ironia ed un'inevitabile malinconia di fondo.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9UcvBaFDKVXrZO2QB97Z0w-WsxeJGJ-GprtSYhfSvm_keL2netH1r5WUOoeChy4mCboJDBN1gseywkdT7JyDmh35QR5wirKnydgnEKHMU-MT4HVeRJr1PU9GpZnzKQAs5RQjxFO8QxF8/s1600/Apocalypse+Now.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9UcvBaFDKVXrZO2QB97Z0w-WsxeJGJ-GprtSYhfSvm_keL2netH1r5WUOoeChy4mCboJDBN1gseywkdT7JyDmh35QR5wirKnydgnEKHMU-MT4HVeRJr1PU9GpZnzKQAs5RQjxFO8QxF8/s1600/Apocalypse+Now.jpg" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">2. Apocalypse Now</span> (Francis Ford Coppola, 1979)</b><br />
Me ne rendo conto: il film di Coppola, in questa classifica, sembra un po' un intruso. Ma il viaggio, in questo caso, conta ben più di un conflitto che viene affrontato solo in parte e mai in modo troppo insistito. Ovviamente le intenzioni erano quelle di parlare del Vietnam, ma Coppola sceglie di farlo attraverso la follia che, come una malattia, si impossessa dei soldati, limitando le scene di battaglia e aggiungendo un personaggio (Kurtz) in grado di rappresentare in modo perfetto “l'orrore” ricercato dal regista. <br />
Una lunga ed ipnotica avventura – questa volta con una meta – che si rivelerà ben più complicata del previsto. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnj6SpIaEYj5s7gPkXyAQM-Bhpp8tpY_kABkmEyRT4FF4ZxVBdJ0YIzk45HsZaDuBzyylJSYBlwQovaizUcrHJ-rpji8Oq0o6tw1GOG1jcU4-ri4ctVAjSXbbILQdbVXa0TfU084d-lhI/s1600/Pierrot+le+fou.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnj6SpIaEYj5s7gPkXyAQM-Bhpp8tpY_kABkmEyRT4FF4ZxVBdJ0YIzk45HsZaDuBzyylJSYBlwQovaizUcrHJ-rpji8Oq0o6tw1GOG1jcU4-ri4ctVAjSXbbILQdbVXa0TfU084d-lhI/s1600/Pierrot+le+fou.png" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">1. Pierrot le fou</span> (Jean-Luc Godard, 1965)</b><br />
Giudicato scandaloso da benpensanti e conservatori dell'epoca, fu addirittura vietato ai minori di 18 anni. Il motivo ufficiale: “<i>un anarchisme intellectuel et moral</i>” (un anarchismo intellettuale e morale). Pierrot e Marianne, delinquenti, scappano dalle apparenze e dall'ipocrisia di quella che Belmondo definisce la “civiltà dei culi” e iniziano un lungo viaggio senza meta, logica o regole attraverso la Francia.<br />
Probabilmente uno dei film più rivoluzionari della già di per sé rivoluzionaria Nouvelle Vague. Sia per la messa in scena che per i contenuti. Godard critica consumismo (quello della “società dei culi” di cui sopra), capitalismo, politiche imperialiste, produzione di armi e tutto quanto possa opporsi allo spirito libertario dei due innamorati in fuga, che continueranno a viaggiare e cantare senza una meta precisa, fino alla fine.moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com67tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-58993542257538202742012-03-09T19:07:00.001+01:002012-03-09T20:32:22.984+01:00You really should see these - Day 2: Fantascienza<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD6wgTAp6g5qkxS6SC_3AQP6NWqjBfV8pUHjr8JGIraeD7Ai16sI5kxyXqfCGuDvJ3D7WA9WbbQ-E6maiIslcQQo5iOP6sLercZWuvNHdNY5BtbxYbK6KlRva1Wo_bRvlxYahmF2Mp-V0/s1600/You+really+should.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD6wgTAp6g5qkxS6SC_3AQP6NWqjBfV8pUHjr8JGIraeD7Ai16sI5kxyXqfCGuDvJ3D7WA9WbbQ-E6maiIslcQQo5iOP6sLercZWuvNHdNY5BtbxYbK6KlRva1Wo_bRvlxYahmF2Mp-V0/s320/You+really+should.jpeg" width="320" /></a></div><br />
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<div style="text-align: justify;">Non ce ne sarebbe bisogno dato che non ho postato nulla fra la classifica dei film di zombies e questa, ma riporto comunque il regolamento creato da <a href="http://houndolcettoentra.blogspot.com/">Elio</a>:</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i>1) Essendo difficile scegliere un unico genere o filone cinematografico, non lo si farà. Se ne possono scegliere 3, ed ogni giorno sarà dedicato ad un genere diverso.<br />
2) Ogni classifica dovrà contare solo ed esclusivamente 7 pellicole.<br />
3) Il genere dovrà essere introdotto, brevemente o meno, e le scelte dovranno essere giustificate, sì da rendere ulteriormente utili le singole classifiche.<br />
<br />
Chiunque dovesse decidere di farlo, oltre a rispettare le regole appena scritte, dovrà semplicemente riportare l'identificativa e fantastica immagine ad inizio post.</i></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ero indeciso se prendere in considerazione tutto il genere fantascientifico o se concentrarmi su sottogeneri specifici come ad esempio le invasioni aliene o i viaggi nel tempo. Alla fine ho optato per la prima, anche se ha voluto dire includere alcuni dei soliti titoli che si vedono abitualmente in queste classifiche. Ho preferito non considerare unicamente un dato periodo e ho incluso tutti quei film con cui sono cresciuto o che mi hanno fatto appassionare al genere. Buona visione!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzuwgFZIcEzwF4c1DVmZWLTEFdQVSPJ8ntlJRw6BbXZegi74dxjLFmYeXhiCBZaiJc9LuOc34R5e7ie5rY63wcHz4U8Q4RLZ9J4AibsNgLB7dNOldZZBC9cb628V4AWVYw-1CYO20BDgs/s1600/Atto+di+forza+1990.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzuwgFZIcEzwF4c1DVmZWLTEFdQVSPJ8ntlJRw6BbXZegi74dxjLFmYeXhiCBZaiJc9LuOc34R5e7ie5rY63wcHz4U8Q4RLZ9J4AibsNgLB7dNOldZZBC9cb628V4AWVYw-1CYO20BDgs/s1600/Atto+di+forza+1990.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: #674ea7;">7. Atto di Forza</span> (Paul Verhoeven, 1990)</b></div><div style="text-align: justify;">Un operaio scopre di essere in realtà un agente segreto a cui hanno cancellato la memoria. Dovrà recarsi su Marte per scoprirne di più, ricordare il passato e fare il culo ai cattivi. La settima posizione è forse l'unica che mi ha fatto andare un po' in crisi, nel senso che ero indeciso fra questo e una buona decina di altre pellicole. Alla fine ha deciso il cuore, perché l'affetto che provo per questo film è tanto e non potevo non dedicargli un posto in classifica. Storia avvincente e originale, ambientazioni fantastiche ed effetti speciali sorprendenti ancora oggi.</div><div style="text-align: justify;"><br />
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</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitu0EnuVc5oqPeklLbwG-GQ7k-fjVLOePyWrNQebTQ4ITTLLvvoGHXj2NT_pODPoyg7sUgT07fPG9piMYUhyphenhyphenLYrnNx_XYSPhm2kpGo6K03BcN3dILuOb-tupzkIPEfhlzArJRMl73h5b8/s1600/The+Matrix+1999.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitu0EnuVc5oqPeklLbwG-GQ7k-fjVLOePyWrNQebTQ4ITTLLvvoGHXj2NT_pODPoyg7sUgT07fPG9piMYUhyphenhyphenLYrnNx_XYSPhm2kpGo6K03BcN3dILuOb-tupzkIPEfhlzArJRMl73h5b8/s1600/The+Matrix+1999.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: #674ea7;">6. The Matrix</span> (Andy Wachowski, Lana Wachowski, 1999)</b></div><div style="text-align: justify;">Una delle pellicole di fantascienza più rivoluzionarie degli ultimi anni. </div><div style="text-align: justify;">C'è un po' di tutto: kung fu, strane profezie, macchine pensanti, ambientazioni cyberpunk e, ovviamente, pure una storia d'amore.</div><div style="text-align: justify;">Ricordo ancora l'incredibile impatto che ebbe su di me questa pellicola. Col passare degli anni ho tralasciato alcuni aspetti e mi sono divertito a considerare quelli più libertari, che sono tanti e nascosti solo in parte dal massiccio uso di capriole ed effetti speciali. Emblematico il discorso finale di Neo rivolto alle macchine.</div><div style="text-align: justify;"><br />
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</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFBhLqJpDNtH4i9dYwHsnsTlCFpnMJp3Hbxyn2w1JgU23YYB-WlWUMiag7poDUfEO4YvrEgry1KH9CApoms5uTDGuTCHz2_-nVkdwl9nvXL93qm8PgUnBJlAb8ueal0FD_BBwJBEeTeIo/s1600/L'invasione+degli+ultracorpi+1956.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFBhLqJpDNtH4i9dYwHsnsTlCFpnMJp3Hbxyn2w1JgU23YYB-WlWUMiag7poDUfEO4YvrEgry1KH9CApoms5uTDGuTCHz2_-nVkdwl9nvXL93qm8PgUnBJlAb8ueal0FD_BBwJBEeTeIo/s1600/L'invasione+degli+ultracorpi+1956.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: #674ea7;">5. L'Invasione degli Ultracorpi</span> (Don Siegel, 1956)</b></div><div style="text-align: justify;">Prima trasposizione cinematografica del romanzo di Finney scritto nel 1955 (l'ultima, se non mi sono perso nulla, dovrebbe essere il pessimo <i>Invasion</i>, con Nicole Kidman e Daniel Craig), <i>L'Invasione degli Ultracorpi</i> è un film che a rivederlo ora sembra non essere minimamente invecchiato. Capolavoro angosciante e pesante accusa al conformismo della società moderna. Fantastico.</div><div style="text-align: justify;"><br />
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</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_NimBHXU1rCdybQnEcsTxyPH3XsXlzljL2Y5RDfAvrHDeg3tO_ocLLLWqpMtQKO0YzIfKKo9w2kcPGykgsjUyGgZZCTO70Fh4r6aFhGSOoXloHT99ozaX2sEoS3FkGnt09f_5YEvIvRM/s1600/2001-a-space-odyssey.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_NimBHXU1rCdybQnEcsTxyPH3XsXlzljL2Y5RDfAvrHDeg3tO_ocLLLWqpMtQKO0YzIfKKo9w2kcPGykgsjUyGgZZCTO70Fh4r6aFhGSOoXloHT99ozaX2sEoS3FkGnt09f_5YEvIvRM/s1600/2001-a-space-odyssey.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: #674ea7;">4. 2001: Odissea nello spazio</span> (Stanley Kubrick, 1968)</b></div><div style="text-align: justify;">E anche in questo caso c'è poco da dire. Kubrick si diverte a ripercorrere la storia dell'uomo arrivando ad ipotizzarne un futuro dominato dalla tecnologia e dall'intelligenza artificiale. I significati possono essere molteplici e per quanto mi riguarda non avrebbe senso fermarsi ad una singola interpretazione. Non lo rivedo da tanto, ma ancora mi ricordo la regia perfetta, la splendida fotografia e la particolarissima atmosfera. </div><div style="text-align: justify;"><br />
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</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC7MQ66V3vjT7pVJAAKpWU9p9QkHcIPXbTdG8xNF-dEUNnGigizK_K0s-UEc-12Jt0TMba3Kvff598EmutOZlqr_uqTaLAIj-ydvNXtQ_0e3qdnkvlZJCU5H8GF34NtyeezdwqgatECbU/s1600/La+Cosa+1982.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiC7MQ66V3vjT7pVJAAKpWU9p9QkHcIPXbTdG8xNF-dEUNnGigizK_K0s-UEc-12Jt0TMba3Kvff598EmutOZlqr_uqTaLAIj-ydvNXtQ_0e3qdnkvlZJCU5H8GF34NtyeezdwqgatECbU/s1600/La+Cosa+1982.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: #674ea7;">3. La Cosa</span> (John Carpenter, 1982)</b></div><div style="text-align: justify;">Forse il mio film preferito di Carpenter, di cui prossimamente mi divertirò a fare una specie di classifica. Flop al botteghino, viene poi rivalutato col passare degli anni fino a diventare uno dei film di fantascienza più citati e famosi. I makeup effects di Bottin hanno fatto storia, e Carpenter tira fuori uno dei suoi tanti capolavori, allontanandosi di parecchio dal primo film del 1951, <i>La Cosa da un altro mondo</i>. </div><div style="text-align: justify;"><br />
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</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghswwqSTFA3rRkXKBCY13hQNJhTtVPIZ-KhY0MreQXQ21Iaa-KtMB23SKYrMkT6EqEc5SjwBhIdMCNng-9DnCDzIlvM4w_yaOvFnbv4d08FT2jV7YmsMfGkuXtbJPhnJBsRgtS2uxo09g/s1600/Alien+1979.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghswwqSTFA3rRkXKBCY13hQNJhTtVPIZ-KhY0MreQXQ21Iaa-KtMB23SKYrMkT6EqEc5SjwBhIdMCNng-9DnCDzIlvM4w_yaOvFnbv4d08FT2jV7YmsMfGkuXtbJPhnJBsRgtS2uxo09g/s1600/Alien+1979.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: #674ea7;">2. Alien</span> (Ridley Scott, 1979</b>)</div><div style="text-align: justify;">L'alieno più spietato di sempre, Sigourney Weaver col lanciafiamme, il silenzio dello spazio profondo e la scena del mostro che fuoriesce dal torace di Kane. Basterebbero queste poche scene per fare di Alien una visione obbligata.</div><div style="text-align: justify;">Oltre ad essere un capolavoro, è anche il motivo per cui in questa lista non è presente <i>Blade Runner</i>, dato che avevo deciso di non mettere più di un film per ogni regista. </div><div style="text-align: justify;"><br />
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</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEvXpctRSv0EaVHbB1rsObtJz6yOOkdeVnU4En9bBjtHFXJHmHeGpPjOnEEhrCGZhqjX9Hcqjg7VhKGCRxOsQI4Zv2iN1-WpoLt08SDYZmQO_FA8YTOhHZjJH7daAue0VoyjJCx5epjTo/s1600/Solaris.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEvXpctRSv0EaVHbB1rsObtJz6yOOkdeVnU4En9bBjtHFXJHmHeGpPjOnEEhrCGZhqjX9Hcqjg7VhKGCRxOsQI4Zv2iN1-WpoLt08SDYZmQO_FA8YTOhHZjJH7daAue0VoyjJCx5epjTo/s1600/Solaris.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: #674ea7;">1. Solaris</span> (Andrej Tarkovskij, 1972)</b></div><div style="text-align: justify;">Kris Kelvin viene mandato in missione su una stazione spaziale sovietica nei pressi del pianeta Solaris. Assisterà ad inspiegabili fenomeni che lo porteranno a confrontarsi con la moglie defunta ed altre inquietanti manifestazioni, ciascuna legata al passato dei pochi disillusi membri dell'equipaggio.</div><div style="text-align: justify;">Lo spazio profondo e l'oceano pensante servono al regista russo per insistere sulle difficoltà dell'uomo di conoscere se stesso. Ipnotico ed angosciante.</div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-6042418920465170192012-02-26T18:54:00.002+01:002012-02-26T21:36:21.761+01:00You really shoud see these - Day 1: Zombies<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD6wgTAp6g5qkxS6SC_3AQP6NWqjBfV8pUHjr8JGIraeD7Ai16sI5kxyXqfCGuDvJ3D7WA9WbbQ-E6maiIslcQQo5iOP6sLercZWuvNHdNY5BtbxYbK6KlRva1Wo_bRvlxYahmF2Mp-V0/s1600/You+really+should.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD6wgTAp6g5qkxS6SC_3AQP6NWqjBfV8pUHjr8JGIraeD7Ai16sI5kxyXqfCGuDvJ3D7WA9WbbQ-E6maiIslcQQo5iOP6sLercZWuvNHdNY5BtbxYbK6KlRva1Wo_bRvlxYahmF2Mp-V0/s320/You+really+should.jpeg" width="320" /></a></div><br />
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In discreto ritardo, inizio oggi con una piccola serie di tre classifiche dedicate ognuna ad un particolare genere o sottogenere cinematografico. <br />
È un'idea di <a href="http://houndolcettoentra.blogspot.com/">Elio</a>, a cui vanno i miei complimenti per l'iniziativa e anche qualche moderato insulto per aver limitato a sette il numero di film da inserire.<br />
C'è anche un piccolo regolamento da seguire. Per evitare incomprensioni lo riporto direttamente dal <a href="http://houndolcettoentra.blogspot.com/2012/02/you-really-should-see-these-day-1-noir.html">post</a> che ha dato inizio al “You really should see these”:<br />
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<i>1) Essendo difficile scegliere un unico genere o filone cinematografico, non lo si farà. Se ne possono scegliere 3, ed ogni giorno sarà dedicato ad un genere diverso.<br />
2) Ogni classifica dovrà contare solo ed esclusivamente 7 pellicole.<br />
3) Il genere dovrà essere introdotto, brevemente o meno, e le scelte dovranno essere giustificate, sì da rendere ulteriormente utili le singole classifiche.<br />
<br />
Chiunque dovesse decidere di farlo, oltre a rispettare le regole appena scritte, dovrà semplicemente riportare l'identificativa e fantastica immagine ad inizio post.</i><br />
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Ecco, a proposito di questa utilità delle classifiche, io dico da subito che i tre generi che ho scelto sono molto comuni e non penso di essere andato a pescare chissà quali introvabili perle nascoste. Ad ogni modo, siccome stilare classifiche di questo tipo mi diverte non poco, spero che possa risultare altrettanto divertente per voi leggerle e magari consigliare quelli che per voi sono i film imperdibili dei tre generi scelti. Inutile precisarlo, ma siete liberissimi di continuare questa iniziativa anche sul vostro blog.<br />
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Inizio con una piccola classifica dei film di zombies, creature che mi stanno particolarmente simpatiche sia quando vengono usate per una critica sociale che quando servono esclusivamente a mettere in scena splatter, tensione o umorismo. Come se non bastasse, la loro comparsa è spesso legata ad una forte componente post apocalittica, e ciò me li fa amare ancora di più. Non è un genere che ha bisogno di particolari presentazioni, quindi mi limito a precisare che per questa classifica ho preso in considerazione unicamente i morti viventi “classici”, scartando infetti di vario tipo, armate di scheletri e compagnia bella.<br />
Quindi, senza nessuna pretesa, ecco i sette zombie movies che ho preferito o che secondo me andrebbero obbligatoriamente visti:<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2G2N8b538OEbjHOSAjRk8y9hdXE-12Y5dknKbnE7JDncYKYHC1iUQc5YNuH3X9o1tmcu_oyHB6xzZNAvT-eDwwpVAnEWrqWzrxkEqkZVSNIKvYOQZk1LhXvUIUfyXegrfdsV1O6jl2gk/s1600/White+Zombie.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2G2N8b538OEbjHOSAjRk8y9hdXE-12Y5dknKbnE7JDncYKYHC1iUQc5YNuH3X9o1tmcu_oyHB6xzZNAvT-eDwwpVAnEWrqWzrxkEqkZVSNIKvYOQZk1LhXvUIUfyXegrfdsV1O6jl2gk/s1600/White+Zombie.jpg" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">7. White Zombie</span> (Victor Halperin, 1932)</b><br />
Madeleine arriva ad Haiti per sposarsi con Neil, ma Charles Beaumont, ricco proprietario terriero del posto, vuole impedire il matrimonio. Si rivolge quindi a Murder Legendre, uno stregone voodoo che trasformerà Madeleine in una schiava zombie. È presente in questa classifica più che altro per il fatto che viene considerato come il primo film dedicato interamente alla figura del morto vivente. Se si esclude uno spassoso Lugosi, la recitazione è alquanto bruttina e i dialoghi sicuramente dimenticabili, ma qualche battuta mitica qua e là e la tetra atmosfera lo rendono comunque un piccolo film imperdibile.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ1QRrcT7Ko2AroaGDMzlY38kZL9ek2NhsDrPzP_mQez40v74Nn3tTf6cn4JSx28tXh7VKA2PFJX14QQbgkGfO0ylASSNeI-Qq3bhf6X_jKnV7KVhkIr2Vq2bGZZUVRCbeYY95scIHY80/s1600/Night+of+the+creeps.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ1QRrcT7Ko2AroaGDMzlY38kZL9ek2NhsDrPzP_mQez40v74Nn3tTf6cn4JSx28tXh7VKA2PFJX14QQbgkGfO0ylASSNeI-Qq3bhf6X_jKnV7KVhkIr2Vq2bGZZUVRCbeYY95scIHY80/s1600/Night+of+the+creeps.jpg" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">6. Dimensione Terrore</span> (Fred Dekker, 1986)</b><br />
<i>What is this? A homicide, or a bad B-movie? </i><br />
Irresistibile omaggio ai vecchi film fanta-horror di serie b, <i>Night of the Creeps</i> parte con una prima scena su un'astronave aliena a cui fanno seguito una decina di minuti in un suggestivo bianco e nero ambientati negli anni '50. Infine, dopo un salto temporale di una trentina d'anni, si inizia con la storia vera e propria. I morti viventi però non vengono dall'inferno, da uno strano virus o da riti voodoo, bensì dai parassiti presenti sull'astronave della prima scena. Ottima sceneggiatura, dialoghi divertenti, ritmo sostenuto, alieni e zombies: non potevo non inserirlo in questa classifica.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4MIqO1Y6NPqopA8_5jp4oa6jxfBAWyDvgJJmSEMAONtBPhe5-wXSt3pz-X0VidVGXG8jKYN71CloqX0Zy7ew1LZc3BDM52j5KmYdlIf4b-xZocGGM2JDa6FgzhQfGIEbsFkEpiA9Wubs/s1600/Dead+Set.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4MIqO1Y6NPqopA8_5jp4oa6jxfBAWyDvgJJmSEMAONtBPhe5-wXSt3pz-X0VidVGXG8jKYN71CloqX0Zy7ew1LZc3BDM52j5KmYdlIf4b-xZocGGM2JDa6FgzhQfGIEbsFkEpiA9Wubs/s1600/Dead+Set.jpg" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">5. Dead Set</span> (Yann Demange, 2008)</b><br />
Non è un film, ma una miniserie di cinque puntate, eppure, proprio a causa della sua durata contenuta (140 minuti), ho deciso di inserirla comunque nella lista. I protagonisti principali sono i concorrenti del Grande Fratello inglese e un'assistente dello studio televisivo che lo produce. L'invasione, veloce e violenta, non lascia scampo, e i pochi sopravvissuti dovranno trovare un modo di resistere il più a lungo possibile. Ironico, violento e disperato, sorprende per l'abilità nel gestire in modo intelligente situazioni estreme e personaggi stereotipati.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8lLkuzzgFaQ9SYxjPZx_t5gH0g8yufyPOtJTDmG8huNdnijtKXFqJVixofEWG99BNtjSH0L5vKdyrjHSgmClhpKI8_sxCjGbhW5zQQp5VEdBCzR91ao9aNanE3i5htwaGTzY5U0PQGao/s1600/Shaun+of+the+Dead.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8lLkuzzgFaQ9SYxjPZx_t5gH0g8yufyPOtJTDmG8huNdnijtKXFqJVixofEWG99BNtjSH0L5vKdyrjHSgmClhpKI8_sxCjGbhW5zQQp5VEdBCzR91ao9aNanE3i5htwaGTzY5U0PQGao/s1600/Shaun+of+the+Dead.jpg" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">4. Shaun of the Dead</span> (Edgar Wright, 2004)</b><br />
Anche in questo caso la trama non presenta nulla di nuovo, ma nuovo (in parte) è il modo in cui viene trattata. L'invasione di zombies diventa qui una divertentissima commedia demenziale che riprende le situazioni più classiche del genere senza limitarsi ad omaggiarle o a parodiarle, ma mettendo in scena uno dei film di zombies più originali che mi sia capitato di vedere. Le scene culto si sprecano e citarne una a caso non avrebbe senso. Ma insomma, lo conoscete tutti.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBQ-3trhH9CVhXYMqQiyfyCjKwgS5iwmf8gFmFkrDOSDt2JsOiIYyL9HvDt2cRDDy0Dmw15P5t9AWddPaYAKGXOxBNdT6v7ds7BIh8St_PNDKY4VW6Iw2GSUqRpaa87Do4X0HOzg5FAS0/s1600/E+tu+vivrai+nel+terrore%21+L%27Aldil%C3%A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBQ-3trhH9CVhXYMqQiyfyCjKwgS5iwmf8gFmFkrDOSDt2JsOiIYyL9HvDt2cRDDy0Dmw15P5t9AWddPaYAKGXOxBNdT6v7ds7BIh8St_PNDKY4VW6Iw2GSUqRpaa87Do4X0HOzg5FAS0/s1600/E+tu+vivrai+nel+terrore%21+L%27Aldil%C3%A0.jpg" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">3. …E tu vivrai nel terrore! L'Aldilà</span> (Lucio Fulci, 1981)</b><br />
Una giovane donna di New York, Liza Merril, eredita un hotel abbandonato in Louisiana. Decide di ristrutturarlo ed iniziare una nuova attività, inconsapevole del fatto che l'albergo si trova esattamente su una delle sette porte dell'Inferno. I lavori di ristrutturazione l'apriranno, e le conseguenze saranno disastrose.<br />
Questa volta i morti viventi non agiscono da soli ma in compagnia di ragni, fantasmi ed altre inquietanti manifestazioni paranormali. Film duro e pessimista dall'atmosfera quasi indescrivibile, esageratamente gore e spiazzante, con uno spietato ed indimenticabile finale. Imperdibile.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbXL_jkWYqNrdFH9-FQ0LkMuvs9W0eH3QcxPRjzAj-7MgmTikdFJ4cBjO0OpjtfvpYi7QfSqe3ZRjMwgcyjb4IntJfky8rDhMgUajsQO16GIh4aNnQ331zjR87upbOTu4XeCnAkr35YA0/s1600/Re-Animator.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbXL_jkWYqNrdFH9-FQ0LkMuvs9W0eH3QcxPRjzAj-7MgmTikdFJ4cBjO0OpjtfvpYi7QfSqe3ZRjMwgcyjb4IntJfky8rDhMgUajsQO16GIh4aNnQ331zjR87upbOTu4XeCnAkr35YA0/s1600/Re-Animator.jpg" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">2. Re-Animator</span> (Stuart Gordon, 1985)</b><br />
Dan, un promettente studente di medicina, si ritrova coinvolto nei bizzarri e macabri esperimenti del suo nuovo coinquilino Herbert West. Quando Herbert scoprirà un modo per rianimare i cadaveri testando una nuova sostanza sul gatto morto di Dan, inizierà una lunga serie di incidenti dagli imprevedibili risvolti. <br />
È il terzo film di questa lista ad essere caratterizzato da un'importante componente comica, ed è anche il più splatter dei tre. La prima volta che lo vidi fu amore a prima vista, e rivederlo è sempre un piacere. <br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvsZUHn6kK9LTXm5MZzOMWClCbp0xAbmXgqP00SDZFX45bWbZb3DsMFrb2EKff8j1RhfEwVo7T-hB-Aq_xCl8tjvc2yuBG2AM9EeK1IQySpJty1R5StCO9X3FVKcdhJ69q-tqqEA90f_8/s1600/Dawn+of+the+Dead.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvsZUHn6kK9LTXm5MZzOMWClCbp0xAbmXgqP00SDZFX45bWbZb3DsMFrb2EKff8j1RhfEwVo7T-hB-Aq_xCl8tjvc2yuBG2AM9EeK1IQySpJty1R5StCO9X3FVKcdhJ69q-tqqEA90f_8/s1600/Dawn+of+the+Dead.jpg" /></a></div><br />
<b><span style="color: #674ea7;">1. Dawn of the Dead</span> (George A. Romero, 1978)</b><br />
Ne approfitto per precisare che la quarta regola che mi sono imposto per queste classifiche, è quella di non inserire più di un film dello stesso regista, altrimenti, in questo caso, le prime tre posizioni sarebbero state occupate unicamente dal maestro indiscusso del genere. Probabilmente anche una quarta, se si considera il sottovalutatissimo <i>Diary of the Dead</i>. Quindi, pur avendo messo il titolo del capitolo di mezzo della vecchia trilogia, fate conto che siano presenti anche il primo <i>La notte dei morti viventi</i> e il terzo <i>Il giorno degli zombi</i>, entrambi magnifici ed imperdibili capolavori. Tutto nasce da qui.moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-88716791278646556982012-02-15T01:19:00.002+01:002012-02-15T03:40:10.275+01:00Pour elle - The next three days<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKNWXa5k7W0qjbmdhrFk1O3C6ENhBaZ4vmHh7kx0sLT_Ie1EPsQsqtLVbsVWb3wgrY64F4sZmEGnXdfIws8JkP8TPu08zmBdLMMpP9Q7UuykdWXYOu49adRE8lYvbzYC_tqU3KuskrCV4/s1600/the+next+three+days+locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKNWXa5k7W0qjbmdhrFk1O3C6ENhBaZ4vmHh7kx0sLT_Ie1EPsQsqtLVbsVWb3wgrY64F4sZmEGnXdfIws8JkP8TPu08zmBdLMMpP9Q7UuykdWXYOu49adRE8lYvbzYC_tqU3KuskrCV4/s320/the+next+three+days+locandina.jpg" width="240" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsmzhCpl-w2s3R7eMDCyskRQAimtqAtotWTVCoQPVpD-wYBENNlueuehGYMN52wzTjE3-7IJzSmgn5lyfMFyoAOMQdlFAsNhBQJ3jEH6_Szch4NR0q4Cin6oAezxeoXe7BPQ-zUPzow3M/s1600/pour+elle.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsmzhCpl-w2s3R7eMDCyskRQAimtqAtotWTVCoQPVpD-wYBENNlueuehGYMN52wzTjE3-7IJzSmgn5lyfMFyoAOMQdlFAsNhBQJ3jEH6_Szch4NR0q4Cin6oAezxeoXe7BPQ-zUPzow3M/s320/pour+elle.jpg" width="240" /></a></div><br />
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<i>Pour Elle</i><br />
<i>Di</i> <b>Fred Cavayé</b>, 2008 (Francia), 96 min.<br />
<i>Con</i> <b>Vincent Lindon, Diane Kruger</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Guillaume Lemans, Fred Cavayé</b><br />
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<i>The Next Three Days</i><br />
<i>Di</i> <b>Paul Haggis</b>, 2010 (USA, Francia), 133 min.<br />
<i>Con</i> <b>Russell Crowe, Elizabeth Banks, Olivia Wilde</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Paul Haggis</b>, <i>tratto dalla sceneggiatura di</i> <b>Guillaume Lemans, Fred Cavayé</b><br />
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<div style="text-align: justify;">Una mattina come tante; lui è un professore, lei impiegata in un ufficio. Fanno colazione, parlano del più e del meno e si preparano ad uscire per accompagnare il figlio a scuola e recarsi al lavoro. A quel punto lei si rende conto della macchia di sangue sul suo cappotto. Prova a lavarla via ma non fa in tempo, la polizia è già lì, irrompe nell'appartamento e la porta via con la forza davanti a marito e figlio impotenti. Accusata di omicidio, viene rinchiusa in carcere e condannata a più di vent'anni.</div><div style="text-align: justify;">Dopo tre anni di inutili appelli, lui decide di prendere in considerazione l'unica possibilità rimasta: l'evasione.</div><div style="text-align: justify;">La trama è la stessa in entrambi i film. Il primo è quello francese del 2008, il secondo è il remake americano di Haggis, prodotto appena due anni dopo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Quello che Cavayé e Haggis intendono girare è un semplice thriller, niente di particolarmente impegnato o pretenzioso. La denuncia, ammesso che ci sia, non è esplicita, ma solo in parte suggerita. </div><div style="text-align: justify;">A me però piace vederla e quindo lo dico subito: con questi due film mi sono divertito perché viene messa in scena (ammesso che fossero davvero quelle le intenzioni) la lotta del singolo contro istituzioni e Potere, e il voto relativamente alto che mi è venuto da dare al film di Haggis è dovuto principalmente a questo fattore. </div><div style="text-align: justify;">E ora va detta un'altra cosa: questo, mi dispiace ammetterlo, è uno dei pochi casi in cui il remake si rivela decisamente più riuscito dell'originale. </div><div style="text-align: justify;">La differenza più importante riguarda sicuramente la durata. Quaranta minuti in più permettono alla produzione statunitense di insistere maggiormente su certi aspetti e di rendere quindi più coinvolgente la parte finale della pellicola, molto più articolata rispetto a quella francese. I preparativi che precedono il tentativo di evasione sono più interessanti da seguire e ricchi di dettagli aggiuntivi, i personaggi sono delineati meglio e risulta più facile l'immedesimazione.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2UyhQz4wzXhDO4gLJySCf1JG6Fh1QA5v8A8QTGgVPL926kY5YAkKIVoZcC494mIPbCnoWch38KxNCKRdn-HIv2LsG1A24wmghK6Y-bBnSgPqQXA-wiEhiSVeQqxEz2U75HGjAF1vqvF0/s1600/pour+elle+2008.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2UyhQz4wzXhDO4gLJySCf1JG6Fh1QA5v8A8QTGgVPL926kY5YAkKIVoZcC494mIPbCnoWch38KxNCKRdn-HIv2LsG1A24wmghK6Y-bBnSgPqQXA-wiEhiSVeQqxEz2U75HGjAF1vqvF0/s1600/pour+elle+2008.jpg" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Haggis abbandona fortunatamente la retorica dei suoi precedenti lavori e si limita a suggerire, senza mai affrontarlo apertamente, tutto il discorso riguardante un sistema giudiziario scorretto ed iniquo per definizione. </div><div style="text-align: justify;">Il fatto di non insistere troppo su tali aspetti si rivela però positivo per due fondamentali ragioni: la prima è che non ce n'era particolarmente bisogno; è tutto sufficientemente chiaro così ed è già sorprendente che un film di Hollywood affronti in questo modo una questione così delicata.</div><div style="text-align: justify;">La seconda è che la pellicola ne guadagna in ritmo e tensione. </div><div style="text-align: justify;">Il discorso è leggermente diverso per quanto riguarda l'originale del 2008, dato che sia il ritmo che la tensione sono presenti in quantità decisamente inferiori. Cavayé, al suo primo lungometraggio, si limita al compitino. La sua regia non colpisce e nonostante la durata contenuta si avverte qualche momento morto di troppo. Nella versione francese è tutto molto più semplice, ci si basa più sull'idea che sulla realizzazione della stessa e la costruzione è meno solida rispetto a quella di altri thriller francesi dello stesso genere. </div><div style="text-align: justify;">Stranamente, la versione del 2008 è anche quella che per prima decide di rassicurare lo spettatore, dimostrando l'innocenza della moglie in un flashback che ci spiega come si sono realmente svolti i fatti. </div><div style="text-align: justify;">A <i>Pour Elle</i>, come sempre quando si fa un confronto fra originali e remake, va comunque riconosciuto il merito di essere stato il primo e di aver influenzato Haggis nella realizzazione di alcune scene in tutto e per tutto uguali a quelle del prodotto francese.</div><div style="text-align: justify;">Resta il fatto che la versione americana, per quello che si propone di essere (una tamarrata d'intrattenimento senza pretese), è una pellicola con pochi difetti. </div><div style="text-align: justify;">Ve ne sono due in particolare che mi hanno un po' infastidito. Il primo riguarda la scena della chiave, utile a creare empatia col protagonista ma completamente priva di logica, dato che non si capisce proprio come Crowe avrebbe potuto servirsi della semplice chiave di un ascensore della prigione per far evadere la moglie. La seconda è invece quello del testacoda in autostrada, annoverabile fra le scene più trash degli ultimi anni.</div><div style="text-align: justify;">Il mio consiglio – ed è un brutto consiglio, lo so – è di passare direttamente al remake. </div><br />
<i>Pour elle</i>: <b>11/20</b><br />
<i>The next three days</i>: <b>13/20</b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZgOpNg2UgCxAdPt9j2JQl_XSfJDCSBa22WVE8-dcet3979dyr2Gq-jRhjZVBHfwYoGrxp-pAb_Ad25kaQUvKNyqmXuCFGxgAHN0a1nGql3uLXlHWFPsakFWowxWIB6XTI4f8w5fFmZEI/s1600/the+next+three+days+scena.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZgOpNg2UgCxAdPt9j2JQl_XSfJDCSBa22WVE8-dcet3979dyr2Gq-jRhjZVBHfwYoGrxp-pAb_Ad25kaQUvKNyqmXuCFGxgAHN0a1nGql3uLXlHWFPsakFWowxWIB6XTI4f8w5fFmZEI/s1600/the+next+three+days+scena.jpg" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-40851150423371521772012-02-12T19:36:00.000+01:002012-02-12T19:36:45.598+01:00My sassy girl<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwh8UIZ_-kgW8Faq4oI5-R5QlfGrrUU9prEiCl8Q_MzlM3qAaMaX4dhL_5CG0s3VyWl0jHI-cT_CRypOomFUW46jIjNQsr0XVYVvJlfOBVyrA7sF_SoxK6gHo6QSLYJplJLRtDMmFeb2E/s1600/My+Sassy+Girl+2001+locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwh8UIZ_-kgW8Faq4oI5-R5QlfGrrUU9prEiCl8Q_MzlM3qAaMaX4dhL_5CG0s3VyWl0jHI-cT_CRypOomFUW46jIjNQsr0XVYVvJlfOBVyrA7sF_SoxK6gHo6QSLYJplJLRtDMmFeb2E/s320/My+Sassy+Girl+2001+locandina.jpg" width="222" /></a></div><br />
<i>Yeopgijeogin geunyeo</i><br />
<i>Di</i> <b>Jae-young Kwak</b>, 2001 (Corea del Sud), 123 min./137 min. (Director's cut)<br />
<i>Con</i> <b>Tae-hyun Cha, Gianna Jun</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Jae-young Kwak, Ho-sik Kim</b>, <i>tratto dal libro di</i> <b>Ho-sik Kim</b><br />
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<div style="text-align: justify;">Kyun-woo, studente universitario svogliato che sogna di incontrare il vero amore, conosce sulla metropolitana un ragazza ubriaca che, dopo aver vomitato sul parrucchino di uno sconosciuto, si gira verso di lui chiamandolo “tesoro” e poi sviene accasciandosi a terra. Convinti che i due stiano davvero insieme, gli altri passeggeri esortano Kyun-woo ad occuparsi della ragazza. Nasce così una travagliata, assurda e atipica storia d'amore. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Commedia sentimentale di enorme successo, <i>My Sassy Girl</i> unisce momenti divertenti ad altri leggermente più drammatici. In Asia è stato quasi capace di raggiungere gli incassi di <i>Titanic</i>, diventando uno dei film coreani più visti di tutti i tempi. La storia è tratta dal diario personale che Kim Ho-sik pubblicava sul suo blog; dal blog si è poi passati al libro e infine al film, che lo stesso Kim Ho-sik ha co-sceneggiato insieme al regista. Difficile dire quanto di quello che vediamo nel film abbia effettivamente avuto luogo, ma tutto ciò che ad una prima occhiata parrebbe aggiunto esclusivamente per rendere la vicenda più interessante contribuisce comunque a rendere la storia d'amore fra Kyun-woo e la ragazza senza nome una specie di favola moderna, lontana dalle pellicole sentimentali a cui siamo abituati.</div><div style="text-align: justify;">La struttura, ovviamente, è quella classica: due persone si incontrano, creano un legame di qualche tipo e si aspetta di vedere se alla fine riusciranno a superare gli eventuali ostacoli e rimanere insieme. Gli ostacoli, in questo caso, provengono dalla ragazza senza nome, personaggio dal carattere forte e deciso, ben scritto e interessante da seguire, anche nei momenti in cui alcuni suoi comportamenti potrebbero sembrare forzati. È lei a decidere il ritmo della nuova relazione, e lo fa senza riflettere, arrivando anche a trattare male il suo nuovo compagno: lo insulta, lo usa, minaccia (più o meno scherzosamente) di ucciderlo, ma in fin dei conti l'affetto che prova per lui è evidente.</div><div style="text-align: justify;">Il personaggio principale, vero e proprio narratore della storia, è però Kyun-woo. A chi continua a chiedergli che cosa avrà intenzione di fare del suo futuro lui continua a rispondere, con una certa svogliatezza, che non ne ha la minima idea. Non lo sa e nemmeno gli interesssa saperlo, consapevole del fatto che diventare un meccanismo attivo della società non gli porterà nulla di buono, non pensa ad altro che a quella strana ragazza senza nome che continua a trattarlo male. E uno degli aspetti più coinvolgenti della pellicola è proprio il notare come non riesca a capacitarsi del fatto che lui, proprio lui, sia rimasto coinvolto in una storia del genere con una ragazza che giudica perfetta. </div><div style="text-align: justify;">Ad allontanarsi dalle solite commedie drammatiche sentimentali sono più che altro la messa in scena e il modo di trattare i personaggi e le dinamiche che ne regolano il complicato rapporto. Si notano qualche piccolo siparietto di umorismo tipicamente orientale (le scene in cui Kyun-woo si fa inseguire dalla madre risulterebbero probabilmente fuori luogo anche in una commedia demenziale) e un paio di scene forse fin troppo assurde come quella dei militari, che però finiscono per inserirsi senza problemi nell'atmosfera del film.</div><div style="text-align: justify;">Nel 2008 gli americani ne hanno fatto un remake con Elisha Cuthbert nella parte della ragazza senza nome, che in questo caso però si chiama Jordan. Probabilmente non lo vedrò mai.</div><br />
<b>15/20</b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXNiGYvOrsDMcBYF8Hk9HIxdo9QEQ4ctrAlwNL6S2kehQYz_yjASrWmaFdRvkiv_x4uSZ3mtukZDOBEPVdCMNgywYvR9dEik0HRTgqpBt-WBgFA9bq2lp0QATrfIeKysDY-b64CW3hAp4/s1600/My+Sassy+Girl+Corea+2001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXNiGYvOrsDMcBYF8Hk9HIxdo9QEQ4ctrAlwNL6S2kehQYz_yjASrWmaFdRvkiv_x4uSZ3mtukZDOBEPVdCMNgywYvR9dEik0HRTgqpBt-WBgFA9bq2lp0QATrfIeKysDY-b64CW3hAp4/s1600/My+Sassy+Girl+Corea+2001.jpg" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-13763798728858428632012-02-03T15:01:00.002+01:002012-02-04T02:32:07.710+01:00Take Shelter<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrlQbKu0_lZ46ra_Q9vKj2wTZkU54_ONirFjm0UKe30G733x0fbPuXhWRC0qrzCmFvn0SDQ7BjiVWyiZlsCKufLCkGWLDdAFSySmxvow0fik_i6YP3bg5syS4ByTJIcwkItT3tmf2LSq4/s1600/take+shelter+locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrlQbKu0_lZ46ra_Q9vKj2wTZkU54_ONirFjm0UKe30G733x0fbPuXhWRC0qrzCmFvn0SDQ7BjiVWyiZlsCKufLCkGWLDdAFSySmxvow0fik_i6YP3bg5syS4ByTJIcwkItT3tmf2LSq4/s320/take+shelter+locandina.jpg" width="207" /></a></div><br />
<i>Di</i> <b>Jeff Nichols</b>, 2011 (USA), 120 min.<br />
<i>Con</i> <b>Michael Shannon, Jessica Chastain, Shea Whigham</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Jeff Nichols</b><br />
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<div style="text-align: justify;">Curtis LaForche è a capo di una squadra in un'impresa mineraria. Ha una moglie che lo ama e una figlia sordomuta di cui prendersi cura. Stanno bene, non hanno particolari problemi economici e sognano di potersi un giorno trasferire in una casa sulla spiaggia. </div><div style="text-align: justify;">Questo benessere viene però interrotto quando Curtis inizia a sognare l'arrivo di un'incontrollabile e gigantesca tempesta. Col passare dei giorni, gli incubi diventano vere e proprie visioni apocalittiche in grado di manifestarsi anche in pieno giorno.</div><div style="text-align: justify;">Se di certi film, prima di vederli, preferireste non sapere nemmeno i nomi degli attori, potete considerare finita la recensione. Potrei al massimo seguire il consiglio datomi <a href="http://houndolcettoentra.blogspot.com/2012/01/take-shelter.html">qui</a> da Elio e limitarmi a dirvi: <i>Capolavoro. Guardatelo. Punto.</i></div><div style="text-align: justify;">Ad ogni modo gli spoiler più significativi si trovano solo nelle ultime righe e ci sarà un ulteriore avvertimento. Il resto può essere letto senza troppi problemi. </div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj89GE36S-hljRG2KX_h8r2vYlH6exsZPCs4TInRfo9FM3CvjnP8xOrT8hf-uq4saR57ZXtiwmya1eq0k78D6aoaCEGcozAwSnKuB5Nb9BdD3cvPSKyuf1TyqdYUmDBWk7mykoNZOdBzbQ/s1600/take+shelter+chastain.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj89GE36S-hljRG2KX_h8r2vYlH6exsZPCs4TInRfo9FM3CvjnP8xOrT8hf-uq4saR57ZXtiwmya1eq0k78D6aoaCEGcozAwSnKuB5Nb9BdD3cvPSKyuf1TyqdYUmDBWk7mykoNZOdBzbQ/s1600/take+shelter+chastain.png" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Si è parlato molto, in America, di come questo film sia una metafora della sua condizione attuale, concetto però facilmente estendibile ad ogni altra nazione del pianeta. Una sorta di avvertimento, uno studio sulla paura di quello che il futuro potrebbe riservare ad una società che al futuro continua a non pensare. Probabilmente è così, eppure lo stesso Nichols si è sempre dimostrato contrario a parlare dettagliatamente del finale della sua opera e dei suoi possibili significati. </div><div style="text-align: justify;">Personalmente, a colpirmi durante la visione, sono state più che altro le intenzioni di descrivere un personaggio intento a lottare contro un presunto disequilibrio mentale, da lui temuto per via della storia della madre, improvvisamente impazzita quando aveva più o meno la sua stessa età. Ora, senza stare ad insistere più di tanto su quelli che sono i miei pensieri riguardo al concetto stesso di psichiatria e di “malattia” mentale, e provando a dimenticare il fatto che Nichols abbia affermato in un'intervista che la scena in cui Curtis va dallo psichiatra sia effettivamente una delle più importanti del film (e questo non dice comunque nulla su quale potrebbe essere la chiave di lettura più azzeccata), preferisco non limitarmi ad una singola interpretazione e concentrarmi sul fatto che <i>Take Shelter</i>, in ogni scena, dialogo ed inquadratura, è un'immensa lezione di cinema. Ovviamente per quelli che sono i miei gusti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Entriamo nella routine di Curtis consapevoli di come questa cambi con il progressivo aggravarsi dei suoi incubi. Le visioni hanno infatti il potere di influire pesantemente sulla sua vita, sia dal punto di vista mentale che fisico, come nel caso del dolore al braccio avvertito all'indomani di un sogno in cui si faceva mordere dal cane.</div><div style="text-align: justify;">Alcuni di questi sogni non sono mostrati e ci limitiamo a viverli sentendoli raccontare da Curtis, ma la maggior parte li possiamo vedere anche noi, in quelle che sono indubbiamente le scene più potenti ed angoscianti della pellicola. Risultano talmente coinvolgenti che lo spettatore è inevitabilmente portato a credere che quelle di Curtis siano a tutti gli effetti delle vere e proprie premonizioni di un qualcosa di indefinito che prima o poi non potrà fare a meno di manifestarsi. Ma Nichols è bravo e rimane in equilibrio, cattura col dubbio e spaventa con tecniche per certi versi vicine a quelle del cinema horror, un genere che farebbe bene a prendere in considerazione. </div><div style="text-align: justify;">Fortunatamente la lavorazione è stata a tutti gli effetti indipendente; Nichols ha dovuto preoccuparsi esclusivamente dei tempi senza curarsi di eventuali intromissioni da parte di majors e produttori e questo gli ha permesso di girare esattamente il film che aveva in mente. La sua bravura dietro la macchina da presa è invidiabile, e malgrado la si noti di più durante le brevi visioni che perseguitano LaForche – ve ne sono due in particolare che, per tecnica e contenuti, riescono a togliere il respiro – risulta evidente anche nel resto della pellicola. </div><div style="text-align: justify;">Gran parte del merito va anche a Shannon, bravo in modo imbarazzante, e alla Chastain, protagonista di un'annata praticamente perfetta.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVMsNAi1Jhkmy81XyDi-r-YFntHvz_ZBvmvpN6xnlJnlmRSTUQF3n3TV_glf17YNRt_F4N-tk5DpvtScW6urI2y8cN6NpUjo1sO5S0-cDpA_bkJSKcnvQi5aXU3WDRgaVOiuHRT9wUKjw/s1600/take+shelter+shannon.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVMsNAi1Jhkmy81XyDi-r-YFntHvz_ZBvmvpN6xnlJnlmRSTUQF3n3TV_glf17YNRt_F4N-tk5DpvtScW6urI2y8cN6NpUjo1sO5S0-cDpA_bkJSKcnvQi5aXU3WDRgaVOiuHRT9wUKjw/s1600/take+shelter+shannon.jpg" /></a></div><br />
<b>SPOILER<i></i></b><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Infine, dopo due ore passate a chiedersi se la minaccia fosse reale o simbolizzasse semplicemente il disturbo mentale del protagonista, arriva l'ultima scena. La tempesta c'è, è lì, la si può vedere, sentire e anche toccare, attraverso le gocce di pioggia color ruggine. Curtis guarda Samantha, cercando un cenno d'intesa, una rassicurazione di qualche tipo, e lei annuisce, come per dire “sì, la vedo anch'io, è tutto vero”. Non si potrà forse mai sapere se quel cenno di Samantha rappresenti l'accettazione del malessere di Curtis oppure l'inevitabile resa di fronte ad un'apocalisse che non potrebbe ormai essere più reale di così. Insomma, che la fobia di Curtis di impazzire sia giustificata o meno, che sia veramente un film sulla follia, oppure su un'ipotetica fine del mondo o sulla crisi economica, poco importa; rimangono la profonda sensazione di angoscia e paura e la convinzione di aver visto uno spiazzante capolavoro.</div><br />
<b>19/20</b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcDVQjkFGmR7rpgWep6B3uaihRVOyGdcV_iKhkUIEpnBZxtfxtHFheE8VErmu_R7xafe9Dfg6_Pw4wWuiJJmHX2HrBKRFtWtn76Ffnd5UIO00xPecUJFaEeF7Q0EQK9OD6ZV82nL9XguI/s1600/take+shelter+shannon+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcDVQjkFGmR7rpgWep6B3uaihRVOyGdcV_iKhkUIEpnBZxtfxtHFheE8VErmu_R7xafe9Dfg6_Pw4wWuiJJmHX2HrBKRFtWtn76Ffnd5UIO00xPecUJFaEeF7Q0EQK9OD6ZV82nL9XguI/s1600/take+shelter+shannon+2011.jpg" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com24tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-58091830335793677302012-02-01T02:44:00.001+01:002012-02-01T05:58:33.232+01:00Treni strettamente sorvegliati<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGJ-4t4IKTbIgTNpHxgccEedqgRWNYMDmPRkvVk3rvq5SEQ3tWMU9MzOdWI5GVxts0_VBRiZ9AdKpwD-2n6dC0-M8xnkpeLf9_UuMYntUi3YURNKhP2jiQhL2_4uNGU9clkac6NPm3txU/s1600/Treni+strettamente+sorvegliati+poster.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGJ-4t4IKTbIgTNpHxgccEedqgRWNYMDmPRkvVk3rvq5SEQ3tWMU9MzOdWI5GVxts0_VBRiZ9AdKpwD-2n6dC0-M8xnkpeLf9_UuMYntUi3YURNKhP2jiQhL2_4uNGU9clkac6NPm3txU/s320/Treni+strettamente+sorvegliati+poster.jpg" width="227" /></a></div><br />
<i>Ostre sledované vlaky</i><br />
<i>Di</i> <b>Jirí Menzel</b>, 1966 (Cecoslovacchia), 93 min.<br />
<i>Con</i> <b>Václav Neckár, Josef Somr, Vlastimil Brodský, Jitka Scoffin, Nada Urbánková</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Jirí Menzel</b> <i>e</i> <b>Bohumil Hrabal</b>, <i>tratto dal romanzo di</i> <b>Bohumil Hrabal</b><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ambientato nella Cecoslovacchia occupata dai nazisti, è la storia di Milos, qui al primo giorno di lavoro. Deve prendere il posto del padre, che può finalmente godersi la pensione dopo aver lavorato per anni nella piccola stazione del villaggio. Dopo la breva scena dell'incoronazione fatta col cappello della divisa da lavoro, Milos arriva in stazione e conosce i suoi colleghi, fra cui spiccano il donnaiolo Hubicka e il capostazione Valenta, orgoglioso di aver fatto carriera resistendo al fascino delle donne ma in realtà gelosissimo dei continui successi del collega.</div><div style="text-align: justify;">Tutto procede nel migliore dei modi, fino a quando Milos scopre di non essere in grado di soddisfare sessualmente Masa, la giovane conduttrice di cui è perdutamente innamorato.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Milos è un ragazzo particolare, timido e riservato, e tramite la breve presentazione iniziale della sua famiglia e degli strambi personaggi che la compongono, si capisce subito quali saranno i toni della pellicola. Suo nonno, tanto per dirne una, è stato schiacciato dai carri armati tedeschi mentre tentava di ipnotizzarli per fermarne l'avanzata verso Praga. Suo padre, invece, dopo essere riuscito a raggiungere la pensione a 46 anni, passa le sue giornate senza nemmeno alzarsi dal divano. Milos, pigro quanto lui, è decisamente contento di aver trovato un lavoro che gli permetterà di non fare praticamente niente per tutto il giorno: stare per ore su una piattaforma con un disco in mano a parlare coi colleghi è quanto di meglio ci possa essere. Niente lavori pesanti, nessuna fatica.</div><div style="text-align: justify;">La trama del film è estremamente semplice, ma il climax narrativo con l'assalto al carico di munizioni tedesche è solo una scusa. Qui si parla d'altro e Menzel preferisce concentrarsi sui personaggi, uomini e donne dipinti con tenera ironia, guidati dalle passioni e dai sentimenti, pronti a far passare l'amore – che sia quello serio di Milos e Masa o quello apparentemente più frivolo fra Hubicka e le sue tante conquiste non fa differenza – prima di ogni cosa. Si potrebbe quasi affermare che la parte conclusiva del film sia addirittura troppo forzata e seriosa rispetto al resto della pellicola, poiché distoglie in parte dalla magica e surreale atmosfera che si era creata in precedenza. </div><div style="text-align: justify;">Si avvertono, a tratti, gli stessi toni spensierati di quel capolavoro anarchico e antimilitarista che è <i>MASH</i>. Il contesto è diverso, ma le descrizioni dei personaggi, i loro rapporti e i dialoghi tanto demenziali quanto profondi sono invece molto simili. E proprio come nel film di Altman, la guerra passa in secondo piano, come un piccolo ostacolo facilmente aggirabile. </div><div style="text-align: justify;">Notevole la regia di Menzel, qui al suo primo lungometraggio, ma anche la recitazione dei giovani attori, la cui inesperienza contribuisce in parte alla riuscita di una commedia malinconica e sensuale in grado di far sorridere dall'inizio alla fine. </div><br />
<b>16/20 </b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVfs8XnkAqINd9JO79HqUxsFECTCqU2WpLmC_Z5ArYQ-Fh-z0vEGYU5qeEkG2_51pWps_jWCjwb9QqWMmxa9ajpVAsL-Dz979HngkbKjkWMbeCKuOrO5I7ci38PcqMcjchHPRVVe0ov2w/s1600/Closely+watched+trains+scena+film.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVfs8XnkAqINd9JO79HqUxsFECTCqU2WpLmC_Z5ArYQ-Fh-z0vEGYU5qeEkG2_51pWps_jWCjwb9QqWMmxa9ajpVAsL-Dz979HngkbKjkWMbeCKuOrO5I7ci38PcqMcjchHPRVVe0ov2w/s1600/Closely+watched+trains+scena+film.jpg" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-12392914778499018662012-01-30T17:52:00.001+01:002012-01-31T05:24:15.815+01:00Naboer<style type="text/css">
p { margin-bottom: 0.08in; }
</style> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5FUEO8C04irhn_61_KkYCD5GYzycIbprub9bP7G8uvkBCJr0fE9QSDzBCbT9NzPljHk6S8eN_QCajzlmCVLEpsuEnkhyphenhyphensq3sFfHVy602uNK9kKw_GGrrI0Dyu2ri2kVk1MALQXVSgfoA/s1600/Naboer+2005+locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5FUEO8C04irhn_61_KkYCD5GYzycIbprub9bP7G8uvkBCJr0fE9QSDzBCbT9NzPljHk6S8eN_QCajzlmCVLEpsuEnkhyphenhyphensq3sFfHVy602uNK9kKw_GGrrI0Dyu2ri2kVk1MALQXVSgfoA/s320/Naboer+2005+locandina.jpg" width="224" /></a></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"> </div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><i>Di</i> <b>Pål Sletaune</b>, 2005 (Norvegia, Danimarca, Svezia), 75 min.</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><i>Con</i> <b>Kristoffer Joner, Cecilie A.Mosli, Julia Schacht, Anna Bache-Wiig, Michael Nyqvist</b></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><i>Scritto da </i><b>Pål Sletaune</b></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><br />
</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;">John si è appena fatto lasciare dalla fidanzata. Lei, Ingrid, la vediamo tornare un'ultima volta nell'appartamento che condividevano per raccattare le sue ultime cose. Lui è distrutto, apparentemente pentito per avvenimenti che ancora non ci è dato sapere; prova a parlarle, a farla restare, ma inutilmente. Poche ore dopo, tornando a casa dal lavoro, John conosce Anne, la vicina dell'appartamenteo accanto, che lo invita subito a casa sua e di sua sorella per farsi aiutare a spostare un mobile e bere qualcosa. Lui accetta, ma qualcosa nel comportamento delle due ragazze lo insospettisce: parlano in modo strano, gli raccontano dettagliatamente alcune loro esperienze sessuali e, soprattutto, conoscono particolari privati della sua storia con Ingrid. </div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><br />
</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;">Costruire un thriller psicologico di questo tipo, limitandone la durata a poco più di settanta minuti, consente a Sletaune di essere estremanente diretto. Non si perde tempo, si entra da subito nel vivo e già dopo poche scene si viene coinvolti nel morboso ed ossessivo labirinto mentale del protagonista.</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;">La storia e la tecnica scelta per raccontarla non presentano nulla di nuovo, tanto che ad un certo punto, per qualche istante, si ha quasi il timore di assistere ad un mero esercizio di stile con l'unico scopo di stupire lo spettatore, di fargli credere una cosa per poi sorprenderlo poco dopo – procedimento apprezzabile in certi film, magari anche meno riusciti di questo, ma che qui avrebbe forse avuto il sapore di una semplice presa in giro. E invece, tramite alcuni indizi che il regista norvegese non si preoccupa troppo di nascondere, risultano subito evidenti le sue finalità.<br />
La casa delle due sorelle non risponde a nessuna regola precisa, i corridoi si allungano e si stringono a seconda delle esigenze, i mobili vengono spostati senza motivo e uno spazio ristretto come può essere un piccolo appartamento si trasforma in un territorio indefinito, plasmabile e ricco di insidie. Mancano riferimenti e certezze, e gran parte del merito va alla regia curata ed elegante di Sletaune. <br />
Joner, viso perfetto per il ruolo e sguardo freddo quanto basta, è bravissimo nel comunicare i sentimenti di un personaggio consapevole di trovarsi incastrato fra realtà e finzione, terrorizzato dall'impossibilità di giungere ad una risoluzione pacifica e quindi sempre più vittima delle conturbanti sorelle e dei propri incubi. La risposta alle sue domande è a portata di mano, ma potrebbe rivelarsi ben più dolorosa del previsto, meglio quindi rifugiarsi nel rifiuto, fino all'ultimo istante.<br />
Indimenticabile la scena finale, forse prevedibile ma a suo modo perfetta. <i>Naboer</i> è un piccolo film che avrebbe meritato molta più attenzione.<br />
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<a href="http://houndolcettoentra.blogspot.com/2011/11/recensione-naboer.html">Qui</a> trovate la recensione di Elio.</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><br />
<b>15/20</b><br />
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</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrU2l4X5jZs4dyRx2hEdvR3yCyZpGKjY4KyuswrUflcm-_1y3Sa27mltn9eoiqWCWgdwlckegZhK9-M6O2ssRjngySJxd4Yg-GlAYGx-tmUTEXq4KV_7MYSoYSRdj9iQHoesJhExOVGOg/s1600/Naboer+2005+scena+film.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrU2l4X5jZs4dyRx2hEdvR3yCyZpGKjY4KyuswrUflcm-_1y3Sa27mltn9eoiqWCWgdwlckegZhK9-M6O2ssRjngySJxd4Yg-GlAYGx-tmUTEXq4KV_7MYSoYSRdj9iQHoesJhExOVGOg/s1600/Naboer+2005+scena+film.jpg" /></a></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><br />
</div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-86630211689406073472012-01-17T17:58:00.002+01:002012-01-19T01:30:25.255+01:00La Cosa (2011)<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjypVl_egu55Ql9sOdQRy1TBPe4dBGVFZqygcXwDXVxeob_-bJLqghofXa0RP8KSiZnJX2Fdzjo4VIIiVDV2t3eCsDOhNYCY2OFcz4awlcRIPIVEjbT1zYxsMez7nQ3Q4pSiT69AorqLr8/s1600/The+Thing+2011+poster.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjypVl_egu55Ql9sOdQRy1TBPe4dBGVFZqygcXwDXVxeob_-bJLqghofXa0RP8KSiZnJX2Fdzjo4VIIiVDV2t3eCsDOhNYCY2OFcz4awlcRIPIVEjbT1zYxsMez7nQ3Q4pSiT69AorqLr8/s1600/The+Thing+2011+poster.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i>The Thing</i></div><div style="text-align: justify;"><i>Di</i> <b>Matthijs van Heijningen Jr.</b>, 2011 (USA, Canada), 103 min.</div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Mary Elizabeth Winstead, Joel Edgerton, Ulrich Tomsen</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Scritto da</i> <b>Eric Heisserer</b>, <i>tratto dal racconto di</i> <b>John Campbell</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Inizio ripetendo un concetto che avevo già espresso nella recensione di <i>Let me in</i>: non sono contro i remake. Spesso si rivelano inutili, fastidiosi e magari anche irrispettosi, ma non sono contro. Nemmeno quando sono fatti male ed è palese che l'unico motivo della loro esistenza è rappresentato dalla speranza di chi lo finanzia di incassare più di quanto sia stato speso per produrlo, figuriamoci poi quando magari vengono bene o permettono, a chi se lo fosse perso, di riscoprire l'originale.</div><div style="text-align: justify;">Detto questo, è naturale che certe operazioni facciano quantomeno storcere il naso. Se per quanto riguarda <i>Let me in</i> lo scetticismo era da imputare al fatto che lo stesso film era già stato diretto in modo pressoché identico appena due anni prima, in questo caso lo si deve ad un altro piccolo dettaglio: <i>La Cosa</i>, quello del 1982, è un capolavoro intoccabile. Quindi mi contraddico subito e ammetto che la mia prima reazione alla notizia che ne avrebbero fatto un remake è stata: “ma come si permettono?!”</div><div style="text-align: justify;">Ora però occorre puntualizzare: <i>La Cosa</i> non è un remake, ma un prequel. Se questo sia un bene o un male non saprei dirlo, quel che è certo è che quello del 1982 non necessitava di alcun dettaglio o spiegazione in più. Inoltre, il film di Matthijs van Heijningen, pur non essendo un vero e proprio remake, ha una vicenda strutturata in modo estremamente simile a quella di Carpenter. Ed ecco quindi che ci viene mostrato il modo in cui viene decimato il gruppo dei norvegesi scopritori dell'alieno, fino alla scena dell'husky che apre il sequel. Il rischio spoiler, ovviamente, non c'è.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxbUNtuTQ1fwa6WwLIbxwXOaN9lysst8XTFKmLvJbKXmDqd8w51fXwZw2RsTYr9NY_dkb7mcI-l1nRnydI7gKVVxY03urqT5zotDC11E6yrUn6zaAR9WqY6o61nuqMwuI4I1uBp5JBMVs/s1600/La+Cosa+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxbUNtuTQ1fwa6WwLIbxwXOaN9lysst8XTFKmLvJbKXmDqd8w51fXwZw2RsTYr9NY_dkb7mcI-l1nRnydI7gKVVxY03urqT5zotDC11E6yrUn6zaAR9WqY6o61nuqMwuI4I1uBp5JBMVs/s1600/La+Cosa+2011.jpg" /></a></div><br />
</div><div style="text-align: justify;">Si inizia, quindi, con un gatto delle nevi al cui interno vi sono tre scienziati norvegesi che, tanto per far capire da subito l'atmosferà che regnerà, si raccontano barzellette sporche. All'improvviso si apre un crepaccio, il mezzo precipita e si incastra in una posizione che permette a chi lo guida di limitarsi ad accendere i faretti e scoprire una gigantesca astronave. Il capo del team di cui fanno parte, infoiatissimo per la scoperta, chiama subito a raccolta un gruppo di scienziati da tutto il mondo, fra cui spicca la giovanissima ma già superesperta Kate. Non c'è nemmeno il tempo per le presentazioni che subito si inizia a lavorare per recuperare il corpo dell'alieno rinvenuto poco lontano dall'astronave e sepolto sotto un metro di ghiaccio. E dopo questi primi venti minuti di pellicola io ancora pensavo di poter assistere ad un qualcosa di un minimo decente. Invece no. Il primo segnale di allarme arriva quando Mr. Eko, mentre tutti sono occupati a bere e a ridersela della grossa pensando a quanto diventeranno ricchi e famosi per aver scoperto una nuova forma di vita, si avvicina al blocco di ghiaccio che contiene l'alieno, lo esamina angosciato, e si fa poi terrorizzare da un buontempone norvegese sbucato dal nulla che gli urla alle spalle. Fortunatamente (o forse no), questa è anche la scena più spaventosa del film, preludio ad ottanta minuti di sbadigli e alieni deformi in CGI.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUZs1EzVzHuEkBTy_ohDCvV34mlYIzVe9R6Wzx30eRmf2Vnlq3dJv-behBfMqwCbaQyKcfzSRwKoiX_OS5i78AODxWcbrnTkEJxRzNrff45B-6X1fOt4EBKiIO6vdVocUfCmh2AEXgrt4/s1600/La+Cosa+2011+scena+film+cgi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUZs1EzVzHuEkBTy_ohDCvV34mlYIzVe9R6Wzx30eRmf2Vnlq3dJv-behBfMqwCbaQyKcfzSRwKoiX_OS5i78AODxWcbrnTkEJxRzNrff45B-6X1fOt4EBKiIO6vdVocUfCmh2AEXgrt4/s1600/La+Cosa+2011+scena+film+cgi.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">I riferimenti al film di Carpenter sono tanti, già a partire dai caratteri cubitali della locandina, ma il rischio di dover comparare scena per scena i due lavori svanisce quando diventa chiaro che non ne varrebbe nemmeno la pena. Né per il povero van Heijningen, né tantomeno per il povero spettatore. Ma il vero problema del film è che non funzionerebbe neppure se uno dovesse far finta che sia la prima trasposizione del racconto di Campbell. Prima di tutto vi è il problema della completa assenza di angoscia. Un problema non da poco, per un horror fantascientifico ambientato in mezzo ai ghiacci. La storia va infatti avanti seguendo sempre il solito schema: l'alieno si impossessa di una persona a caso, si scopre chi è, lo si brucia col lanciafiamme e avanti così in un'altra stanza, se prima era la cucina ora è il laboratorio. È vero, le cose da fare in una stazione sperduta in mezzo ai ghiacci non sono molte, eppure – e qui il paragone scatta comunque – Carpenter riusciva davvero a terrorizzare. C'era la solitudine dei protagonisti, la paura dell'ignoto, un'eccellente costruzione della tensione... Qui no. Non basta ambientare il film in una location suggestiva quale può essere L'Antartide, per riuscire a trasmettere smarrimento e inquietudine, perché l'ambientazione devi anche saperla sfruttare.</div><div style="text-align: justify;">Poi c'è l'alieno, che vediamo unicamente grazie ad un uso sfrenato ed irresponsabile del computer, e che quindi non disgusta nemmeno per sbaglio: si contorce, urla, si apre in due, ha zanne e artigli che gli si formano in ogni parte del corpo, cammina come un ragno e si impossessa delle sue vittime deformandole nei modi più fantasiosi, ma il massimo che riesce a suscitare è qualche risatina. </div><div style="text-align: justify;">Si arriva infine al difetto principale della pellicola: la noia. Tanta, a tratti quasi insopportabile, dovuta sia ad una scarsa caratterizzazione dei personaggi che alle prevedibilità del tutto.</div><div style="text-align: justify;">È un peccato, perché il rispetto che regista e sceneggiatore provano per l'opera a cui si ispirano è evidente, ed i collegamenti fra i due film non si limitano certo al finale con l'husky, eppure è tutto talmente spento e privo di mordente che non riesce ad intrattenere per più di venti minuti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>06/20</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYtEvUpS3h6rLiX2FBpNQcMC9DY8l4ErbAllWSlOjY_qEy7zGuIj3akx39TAJTXQ02vJcNSqhsJnbLKUlcYqbYPIuxwkrsCEl9BG_P2FzdcjPFcwBED8MzGDKW94JIchwphzZV6GwZRzQ/s1600/The+Thing+2011+Winstead.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYtEvUpS3h6rLiX2FBpNQcMC9DY8l4ErbAllWSlOjY_qEy7zGuIj3akx39TAJTXQ02vJcNSqhsJnbLKUlcYqbYPIuxwkrsCEl9BG_P2FzdcjPFcwBED8MzGDKW94JIchwphzZV6GwZRzQ/s1600/The+Thing+2011+Winstead.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-4213900626488390202012-01-16T16:48:00.000+01:002012-01-16T16:48:01.256+01:00The man from nowhere<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNBwfamPStf4UpHwHdMUFQaltKQ24Kl_OpoSmUjQ84vMThhmquH7yStffsQZ5tTxvD8uHDq7KpahMZ30YmPhTHF6gOpTQO3Pu6zqFtdHXLu7t-4qtJZ_iGsp4RJB9JiimccrmdbVRMMkw/s1600/the+man+from+nowhere+2010+locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNBwfamPStf4UpHwHdMUFQaltKQ24Kl_OpoSmUjQ84vMThhmquH7yStffsQZ5tTxvD8uHDq7KpahMZ30YmPhTHF6gOpTQO3Pu6zqFtdHXLu7t-4qtJZ_iGsp4RJB9JiimccrmdbVRMMkw/s320/the+man+from+nowhere+2010+locandina.jpg" width="223" /></a></div><br />
<i>Ajeossi</i><br />
<i>Di</i> <b>Jeong-beom Lee</b>, 2010 (Corea del Sud), 119 min.<br />
<i>Con</i> <b>Bin Won, Thanayong Wongtrakul, Sae-ron Kim, Hyo-seo Kim</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Jeong-beom Lee</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">Hyo-jeong, fra il lavoro e le iniezioni di eroina, non ha né tempo né voglia di occuparsi della figlia So-mi, che trascorre allora la maggior parte del tempo con Cha Tae-sik, uno schivo e misterioso vicino a cui sembra affezionatissima. A complicare le cose ci pensa la madre, colpevole di aver rubato una borsa piena di droga alla gente sbagliata. In poco tempo i gangters la rintracciano, rapiscono sia lei che la figlia e obbligano Cha Tae-sik a lavorare per loro in cambio della libertà delle due donne. L'uomo si ritroverà in trappola, inseguito dalla polizia e coinvolto in un giro di traffico di organi.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Tipico esempio di cinema coreano che riesce ad unire azione, tensione, drammaticità ed un notevole approfondimento dei personaggi. Non ci troviamo esattamente dalle parti di film come <i>I saw the Devil</i> o <i>Memories of Murder</i>, poiché questo <i>The man from nowhere</i> è dichiaratemente più action, ma il livello della messa in scena è più o meno lo stesso. </div><div style="text-align: justify;">Dopo un incipit che rivela solo una minima parte dell'azione e della violenza che verranno, Jeong-beom Lee si prende il suo tempo e ci fa entrare in sintonia col protagonista principale insistendo sulla relazione che ha con la piccola So-mi e sugli offuscati ricordi di un passato che preferirebbe dimenticare. Appena diventa chiaro quanto i due personaggi siano importanti l'uno per l'altra, entrano in scena i rapitori, spietati trafficanti di organi senza scrupoli nella cui banda è in atto una guerra interna. Si abbandona la tenerezza, quindi, e viene dato spazio alla cieca determinazione di Cha Tae-Sik che, agguerrito e incazzato, inizia la sua caccia all'uomo per riuscire a liberare la bambina. E se il film funziona nei suoi momenti più drammatici, è proprio nelle sanguinolente e ottimamente coreografate scene d'azione che riesce a dare il meglio. </div><div style="text-align: justify;">All'inizio sembra quasi di assistere ad una sorta di <i>Léon</i>, e la trama non contiene nulla di particolarmente originale (la bambina da salvare, l'uomo solitario disposto a tutto pur di riuscirci e in grado di annientare senza troppi problemi gli stolti che proveranno ad impedirglielo...), ma in seguito Jeong-beom Lee, qui al suo secondo lungometraggio, cambia decisamente rotta mettendo su un thriller adrenalinico e spettacolare, con personaggi carismatici e ben definiti (anche se a volte fin troppo sterotipati), in grado di distanziarsi di parecchio dal classico film d'azione hollywoodiano, sia per quanto riguarda il coinvolgimento emotivo che per la qualità della narrazione. A volte può magari sorpendere la facilità con cui Tae-sik si libera dei suoi nemici, ma considerando l'alto livello della produzione, è un piccolo difetto che si è disposti a perdonare senza troppi problemi. In fin dei conti è un film che non delude né gli amanti dell'action orientale né chi è alla ricerca di un thriller più cupo e disperato.</div><br />
<b>16/20</b><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRD1sQPoP1Uz2FeIi6qsBAqk9OJlrRgtRJZTiDN540LGXkUuuwxCiZm6mkjrZkFIiWxjJPlNIBghRw3R-wZphvAVUlWAbAQOZOqRTCU6Y1w_ceYqWzBnuOyYrDRoU16i4oEhmncOMMrOs/s1600/the+man+from+nowhere+scena+film.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRD1sQPoP1Uz2FeIi6qsBAqk9OJlrRgtRJZTiDN540LGXkUuuwxCiZm6mkjrZkFIiWxjJPlNIBghRw3R-wZphvAVUlWAbAQOZOqRTCU6Y1w_ceYqWzBnuOyYrDRoU16i4oEhmncOMMrOs/s1600/the+man+from+nowhere+scena+film.png" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-11403900706094971122012-01-12T18:38:00.002+01:002012-01-12T21:23:57.304+01:00Naissance des pieuvres<style type="text/css">
p { margin-bottom: 0.08in; }
</style> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoYw_N0XNpIebdp6LUudkNLboBf7Om9Ldt1HRQcMbt_RbtV7oDe4EZfLzeFmkiUT-f0zPY5dtC_3QGjXpckDkQC3bBPX5qDhj-QZIPcf_h99VHUfTmemAtICRHUHTM2CLfZkmFGv0SjFE/s1600/Naissance+des+Pieuvres+2007+affiche.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoYw_N0XNpIebdp6LUudkNLboBf7Om9Ldt1HRQcMbt_RbtV7oDe4EZfLzeFmkiUT-f0zPY5dtC_3QGjXpckDkQC3bBPX5qDhj-QZIPcf_h99VHUfTmemAtICRHUHTM2CLfZkmFGv0SjFE/s320/Naissance+des+Pieuvres+2007+affiche.jpg" width="240" /></a></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><br />
</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><br />
</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><i>Di</i> <b>Céline Sciamma</b>, 2007 (Francia), 85 min.</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><i>Con</i> <b>Pauline Acquart, Louise Blachère, Adele Haenel</b> </div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><i>Scritto da</i> <b>Céline Sciamma</b></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><br />
</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;">L'amicizia che lega Marie e Anne rischia di finire quando Marie rimane colpita dall'esibizione di nuoto sincronizzato di Floriane e se ne innamora. Intenzionata a conoscerla, le chiede timidamente di poter assistere alle prove in piscina. Lei accetta, ma solo in cambio di un favore...</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><br />
</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;">Céline Sciamma, che nasce proprio come sceneggiatrice, scrive una storia che si concentra unicamente su tre ragazze quindicenni e sulla loro perdita dell'innocenza. Trama già sentita centinaia di volte ma che in Francia sono sempre bravi ad affrontare allontandosi dai clichés che dominano la maggior parte dei teen movies. Qui in Italia, tanto per fare un esempio a caso, sarebbe stato quantomeno difficile trovare una produzione per una sceneggiatura del genere (la Sciamma, per la cronaca, ci ha messo tre mesi), ché si sa, gli adolescenti vanno descritti col videofonino perennemente in mano, le k al posto delle c e guai ad andare oltre, soprattutto quando si parla di sessualità. Ed è infatti la stessa regista a dirlo in un'intervista: “in Italia questo film non uscirà mai, perché lo giudicano scandaloso”. </div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;">Prevedibilissime quindi le varie e noiose accuse di pedofilia e voyeurismo che sono stati rivolte al film e che la Sciamma si dev'essere divertita non poco a leggere. </div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;"><i>Naissance des pieuvres</i> (e le piovre, spiega la regista, non sono un riferimento alle giovani nuotatrici, ma a quel mostro che ci cresce dentro quando ci innamoriamo o siamo gelosi, riempiendoci del suo inchiostro) analizza senza timori o censure la nascita del desiderio e della femminilità, visti soprattutto attraverso gli occhi della giovane Marie, vera e propria osservatrice di poche parole la cui unica certezza sembra essere l'infatuazione per Floriane. </div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;">A contribuire alla riuscita del film è la quasi completa assenza di riferimenti temporali. È presumibile che la storia si svolga ai giorni nostri, ma gli indizi sono comunque pochi: le protagoniste non vanno in giro col telefonino, non ascoltano musica e non si vestono alla moda – nemmeno Floriane, la ragazza forse più confusa di tutte che continua ad interpretare il ruolo di <i>allumeuse</i>, non tanto perché lo voglia, quanto perché <i>c'est la vie</i>, dice lei. E quello dei ruoli è un altro dei motivi che rendono così interessante la pellicola: la paura del giudizio altrui, di non soddisfare le aspettative e di non rientrare nei canoni imposti sono elementi ben costruiti e su cui si insiste non poco. Le ragazze sembrano libere ed indipendenti, anche grazie alla totale assenza di personaggi adulti, ma è solo un'apparenza.</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0in; orphans: 2; widows: 2;">Marie, al contempo, prova a fregarsene vivendo la propria avventura senza sottostare a nessuna legge particolare, ma gli ostacoli saranno numerosi.<br />
Film singolare e volutamente ambiguo, le cui ingenuità da opera prima passano decisamente in secondo piano. La Sciamma ha le idee ben chiare e riesce a convincere.<br />
<br />
<b>14/20 </b><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUCZ44yBsaOjwFk8YWVQ174f_qzXJWnakXukxJ6FPyB1F47ypfcGHDB9_e1f-OTo-uvq0ZA7jIBFSg86iIqaqHbcTSpNeAqVnxqwgynG947XpH7ajb99XuDLNigI32tgf-rvDRyj_kvnw/s1600/Naissance+des+pieuvres+Sciamma+2007+film.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUCZ44yBsaOjwFk8YWVQ174f_qzXJWnakXukxJ6FPyB1F47ypfcGHDB9_e1f-OTo-uvq0ZA7jIBFSg86iIqaqHbcTSpNeAqVnxqwgynG947XpH7ajb99XuDLNigI32tgf-rvDRyj_kvnw/s1600/Naissance+des+pieuvres+Sciamma+2007+film.jpeg" /></a></div><br />
</div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-84017781372239070222012-01-06T19:47:00.005+01:002012-02-12T01:16:06.452+01:00Il meglio del 2011<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0rOc086DTnj7kfisEtj2NgK1ytPnpBLP1MaKz7-TuCx3D8S2G-AnCSSoTAB3JZr7-cWRcq7mFEU6G35RAeW61gV7DyUb-9DLUdowcppC70EYvWwQtaFkFRYYqHp_bH0daLxa1McGT43U/s1600/Drive+2011+Refn.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0rOc086DTnj7kfisEtj2NgK1ytPnpBLP1MaKz7-TuCx3D8S2G-AnCSSoTAB3JZr7-cWRcq7mFEU6G35RAeW61gV7DyUb-9DLUdowcppC70EYvWwQtaFkFRYYqHp_bH0daLxa1McGT43U/s1600/Drive+2011+Refn.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Come per la precedente classifica, ho preso in considerazione unicamente l'anno di produzione e non quello di uscita nelle sale. C'è un po' di tutto: drammatico, thriller, horror, commedia... tutti i film che più mi hanno coinvolto.</div><div style="text-align: justify;">Scegliere l'ordine è stato un po' complicato, ma mi sono divertito. Buona visione!</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmNXIcBohvuTFWNciWG0AzStbGUwqyzT_7yLJCSrEZ3iqsQxEAAmM3320LOI20Gy7hwf0202iPTImLtNBB9WJIMjrQiW6BDFlY4LQTHPpubeL2anX8XBkRHQL_kGEerdFmeMTODetAchg/s1600/La+guerre+est+d%25C3%25A9clar%25C3%25A9e+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmNXIcBohvuTFWNciWG0AzStbGUwqyzT_7yLJCSrEZ3iqsQxEAAmM3320LOI20Gy7hwf0202iPTImLtNBB9WJIMjrQiW6BDFlY4LQTHPpubeL2anX8XBkRHQL_kGEerdFmeMTODetAchg/s1600/La+guerre+est+d%25C3%25A9clar%25C3%25A9e+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b><span style="color: #674ea7;">20. La guerre est déclarée</span></b> </div><div style="text-align: justify;">Di <b>Valérie Donzelli</b> (Francia), 100 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm</b></div><div style="text-align: justify;">Roméo e Juliette si conoscono ed è subito amore. Fanno un figlio, ma dopo qualche segnale preoccupante scoprono che è affetto da una rara forma di tumore al cervello. </div><div style="text-align: justify;">Trama pesante per un film che pesante non è. Almeno non troppo. In giro per i vari Festival a cui ha pertecipato ha riscosso parecchio successo, qualcuno l'ha addirittura paragonato a certi film della Nouvelle Vague. Personalmente mi aspettavo qualcosina in più, e a parer mio c'è forse qualche ingenuità di troppo, ma è vero che la atmosfere sono particolari e il film merita comunque una visione.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9lF_T1rY7iiqco_vdkinUj7m4-VqNu38OBPovSSVSa5z-kKKfu2vCD7oiAUcg51HIgV418eUt3lIt84vR5k1s4slVFfbg7dipk-QEFY5kFkpIPtWoYhzKixrFBX9et7R2SFUlxSezaCk/s1600/Fifty+Fifty+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9lF_T1rY7iiqco_vdkinUj7m4-VqNu38OBPovSSVSa5z-kKKfu2vCD7oiAUcg51HIgV418eUt3lIt84vR5k1s4slVFfbg7dipk-QEFY5kFkpIPtWoYhzKixrFBX9et7R2SFUlxSezaCk/s1600/Fifty+Fifty+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>19. 50/50 </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Jonathan Levine</b> (USA), 100 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Joseph Gordon-Levitt, Anna Kendrick, Seth Rogen, Bryce Dallas Howard</b></div><div style="text-align: justify;">Adam, ventisettenne anni, lavoro in radio e relazione complicata, scopre di avere un tumore. </div><div style="text-align: justify;">Tratto dalla sceneggiatura autobiografica di Reiser, 50/50 si situa a metà fra il dramma e la commedia, senza essere né troppo strappalacrime né troppo demenziale. Scherzare su un soggetto del genere non è facile, ma Levine e Reiser hanno le idee ben chiare e ogni scena ha un suo perché. Non mi aspettavo molto, ma pur non essendo nulla di indimenticabile è riuscito a stupirmi. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJrQxE-AzfBnZzZd7Vb5MANx876KgMYkz92fFPVEfVaLZBrqIGx7vSzgFca4rzYaT5-2nvrylTvoZJPQbt7qFZsnR2J41uqOjxBjILN0sNJcpclfB4xTRujnN94SChNxPjHhxaMIIrQJs/s1600/Fright+Night+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJrQxE-AzfBnZzZd7Vb5MANx876KgMYkz92fFPVEfVaLZBrqIGx7vSzgFca4rzYaT5-2nvrylTvoZJPQbt7qFZsnR2J41uqOjxBjILN0sNJcpclfB4xTRujnN94SChNxPjHhxaMIIrQJs/s1600/Fright+Night+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>18. Fright Night </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Craig Gillespie</b> (USA, India), 106 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Anton Yelchin, Colin Farrell, David Tennant, Toni Collette, Imogen Poots</b></div><div style="text-align: justify;">Uno studente di liceo, preoccupato dall'arrivo di un nuovo vicino, incomincia a sospettare che quest'ultimo sia un vampiro. Nel frattempo, ha inizio una strana catena di omicidi. </div><div style="text-align: justify;">Remake dell'omonimo film di Holland del 1985 che ammetto di non aver visto, <i>Fright Night</i> è un film scritto e diretto con intelligenza che riesce a spaventare e divertire insieme, regalando anche qualche piccola scena culto come quella delle pallottole per licantropi. Nonostante qualche sbavatura e un finale scontato, non me la sono sentita di non includerlo nella classifica.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkgtGbG5mewph8ssFOdSA2zJLpMtdSBMeZLk-I1kXhDE_DqFa3B1TiY17hPdsiSxajVJ14G7YzN1DEzRULmI-itcCLpILpO6UsGXuInC2qjkl7d3M95VCwQ135cNqoCuB4uKb-YXvJTDA/s1600/Tyrannosaur+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkgtGbG5mewph8ssFOdSA2zJLpMtdSBMeZLk-I1kXhDE_DqFa3B1TiY17hPdsiSxajVJ14G7YzN1DEzRULmI-itcCLpILpO6UsGXuInC2qjkl7d3M95VCwQ135cNqoCuB4uKb-YXvJTDA/s1600/Tyrannosaur+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>17. Tyrannosaur </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Paddy Considine</b> (UK), 91 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Peter Mullan, Olivia Colman, Eddie Marsan</b></div><div style="text-align: justify;">Joseph, persona triste e solitaria preda di incontrollabili scatti d'ira, riesce a trovare un po' di conforto in Hannah, una commessa incontrata quasi per caso. I due si accorgono di avere inaspettatamente qualcosa in comune e iniziano a frequentarsi, ma il carattere di Joseph e il marito violento e possessivo di Hannah complicano le cose. Ottimo esordio alla regia di Considine, che scrive e dirige una storia triste e pessimista col prezioso aiuto di un Mullan impeccabile. Peccato solo per una parte finale non all'altezza del resto del film. Consigliatissimo agli amanti dei drammi britannici. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOqW2DxXysdSHln0k9bBg8qMfyCr-wpPNWcYHfHLTm2sjKhwdaDdsA-xVpPQ7J3rxOGxERpur9JTiJKQWNaafBUigQY53YQMZKTX3Q1zVDh20IXZ555iBPz9hDHRQV5QErr7ihIo0IVqk/s1600/Il+ragazzo+con+la+bicicletta+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOqW2DxXysdSHln0k9bBg8qMfyCr-wpPNWcYHfHLTm2sjKhwdaDdsA-xVpPQ7J3rxOGxERpur9JTiJKQWNaafBUigQY53YQMZKTX3Q1zVDh20IXZ555iBPz9hDHRQV5QErr7ihIo0IVqk/s1600/Il+ragazzo+con+la+bicicletta+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>16. Il ragazzo con la bicicletta </b></div><div style="text-align: justify;">Di<b> Jean-Pierre e Luc Dardenne</b> (Francia, Belgio, Italia), 87 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Cécile de France, Thomas Doret, Jérémie Renier</b></div><div style="text-align: justify;">Rinchiuso in un centro di accoglienza per bambini, Cyril prova in tutti i modi a rintracciare il padre che lo ha abbandonato. Incontra per caso Samantha, una parrucchiera disposta ad aiutarlo.</div><div style="text-align: justify;">Dramma intenso e realista sulle solite incompresioni fra adulti e bambini. Nulla di nuovo, ma lo stile dei Dardenne è efficace e coinvolgente.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZhjFfJgzu1qRVbBFFEcDx8rqWd1d1e3dksYKbRD01-CHXskkEome5RIJGEVIsZlPcsvnyAQ1YCrtZzOI2IOMihhrIMxwIF52fuBqffc1f46iR8hyzM3-TJT-iHqJiTDIBOpuOYcIhi6M/s1600/A+Lonely+Place+To+Die+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZhjFfJgzu1qRVbBFFEcDx8rqWd1d1e3dksYKbRD01-CHXskkEome5RIJGEVIsZlPcsvnyAQ1YCrtZzOI2IOMihhrIMxwIF52fuBqffc1f46iR8hyzM3-TJT-iHqJiTDIBOpuOYcIhi6M/s1600/A+Lonely+Place+To+Die+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>15. A Lonely Place To Die</b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Julian Gilbey</b> (UK), 99 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Melissa George, Ed Speelers, Eamonn Walker</b></div><div style="text-align: justify;">Durante una passeggiata in mezzo alle Highlands scozzesi, cinque amici scalatori scoprono una bambina rinchiusa in un buco sottoterra. La liberano, ma non appena decidono di recarsi al villaggio più vicino per chiamare aiuto, vengono braccati da due uomini armati di fucile. </div><div style="text-align: justify;">Gilbey prende elementi dal cinema horror, thriller e action e con un budget relativamente ristretto costruisce un piccolo film solido e onesto. Non sarà molto originale, ma riesce a tenere alto il livello fino alla fine grazie ad un buon ritmo e – cosa sempre più rara in pellicole di questo tipo – dialoghi sensati e personaggi che agiscono in modo intelligente. </div><div style="text-align: justify;">Mi piace il genere e ne aspettavo l'uscita da un po', ma al di là di tutto resta un buon film.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioHlekxLdZ9CG1Iwy8ia_x-9RmDVH5_Gv-TXHBTRYziIxibk1DFtGKP77E9Od_KWEevBgTbUeNvEDihPN0tFfcYUe11h_T0z710YLcUFoD8iGt6lF8Y5D1E7ef5Li2OkF70pBsqb2wisI/s1600/Melancholia+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioHlekxLdZ9CG1Iwy8ia_x-9RmDVH5_Gv-TXHBTRYziIxibk1DFtGKP77E9Od_KWEevBgTbUeNvEDihPN0tFfcYUe11h_T0z710YLcUFoD8iGt6lF8Y5D1E7ef5Li2OkF70pBsqb2wisI/s1600/Melancholia+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>14. Melancholia </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Lars von Trier</b> (Danimarca, Svezia, Francia, Germania), 136 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg, Kiefer Sutherland, Alexander Skarsgård, Charlotte Rampling, John Hurt, Udo Kier</b></div><div style="text-align: justify;">Rinchiuse in una villa isolata dal mondo, due sorelle si ritrovano a dover affrontare i loro problemi personali mentre un misterioso pianeta chiamato Melancholia rischia di entrare in collisione con la Terra. </div><div style="text-align: justify;">Dramma catastrofico ovviamente ben lontano dall'essere fracassone, interamente ambientato in una lussuosa villa dell'alta borghesia. È diviso in due parti. Nella prima, se non fosse per la fotografia e alcuni effetti speciali, sembrerebbe quasi di ritrovarsi in un classico film Dogma. Nella seconda von Trier cambia registro e si concentra principalmente sul modo in cui le due sorelle vivono l'inesorabile avvicinarsi di Melancholia, subendone la magica influenza. Non ho sempre gradito la descrizione dei personaggi e per quanto mi riguarda von Trier ha fatto di meglio, ma rimane sicuramente una pellicola coinvolgente.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9mIhe-RECTmlkhHXk5CAgUEpPh4KUixViQOalJmbhe0mne5MEM2y2ZTzVEATxSYfQmHHR4akD3Dp53tVhEzmc3Yh5wVMpq89eyIBD3j-tzTCwgHcaiiP3-ESOcx8GmbU9Q0oJhJaH558/s1600/Another+Earth+Cahill+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9mIhe-RECTmlkhHXk5CAgUEpPh4KUixViQOalJmbhe0mne5MEM2y2ZTzVEATxSYfQmHHR4akD3Dp53tVhEzmc3Yh5wVMpq89eyIBD3j-tzTCwgHcaiiP3-ESOcx8GmbU9Q0oJhJaH558/s1600/Another+Earth+Cahill+2011.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>13. Another Earth </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Mike Cahill</b> (USA), 92 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Brit Marling, William Mapother</b></div><div style="text-align: justify;">Le vite di una giovane studentessa e di un famoso compositore si scontrano in contemporanea con la scoperta di un nuovo pianeta in tutto e per tutto uguale al nostro.</div><div style="text-align: justify;">Se non fosse per la presenza della Terra 2, sarebbe probabilmente un film drammatico come tanti, ben diretto e interpretato ma privo di originalità. L'atmosfera irreale ed inquietante dovuta alla scoperta del nuovo pianeta lo rende però estremamente particolare. È un trucco che con me ha funzionato.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2MO_H_0jcvQRvh5984SymglGdfyM1qJ5hx9yOWz0CTJszm-M7zs2LpG7tcfR_AnANknuwXw5ChGEkvnWk08NLtFD1aN73rhXw54GeMQx3OnJ4apvW12DFYfZqaKjWAXAw1yTC7MRCIDA/s1600/The+Future+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2MO_H_0jcvQRvh5984SymglGdfyM1qJ5hx9yOWz0CTJszm-M7zs2LpG7tcfR_AnANknuwXw5ChGEkvnWk08NLtFD1aN73rhXw54GeMQx3OnJ4apvW12DFYfZqaKjWAXAw1yTC7MRCIDA/s1600/The+Future+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>12. The Future </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Miranda July</b> (Germania, USA), 91 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Miranda July, Hamish Linklater, David Warshofsky</b></div><div style="text-align: justify;">Sophie e Jason decidono di adottare un gatto ferito, ma prima di poterlo portare a casa devono aspettare trenta giorni, il tempo necessario perché si riprenda. Pensando a quanto il gatto modificherà il loro quotidiano e necessiterà della loro cure, i due cambiano radicalmente visione della vita, abbandonano il lavoro e si dedicano ad inusuali progetti personali, arrivando addirittura a modificare lo spaziotempo.</div><div style="text-align: justify;">Nel frattempo il gatto riflette sulla propria esistenza e... sull'esistenza in generale.</div><div style="text-align: justify;">Una sceneggiatura coraggiosa che rischiava di trasformarsi in un grande e pretenzioso pasticcio, diventa invece un film delicato e atipico sulla vita di coppia e sulla paura di sentirsi soli. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLU90F4wp4lXBoDPGe4z1qEVTcIlSuqXlx2C8ySOM-SLpfDBh9VUwbTpmv0wDjKUzOcdFdoGe-kKP2pHwAY5CfYuow-W52-gKKZwRic9SHZOqO_0s4zzG5NtVpvUtqgjx_LpP5WcalBtY/s1600/Red+State+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLU90F4wp4lXBoDPGe4z1qEVTcIlSuqXlx2C8ySOM-SLpfDBh9VUwbTpmv0wDjKUzOcdFdoGe-kKP2pHwAY5CfYuow-W52-gKKZwRic9SHZOqO_0s4zzG5NtVpvUtqgjx_LpP5WcalBtY/s1600/Red+State+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>11. Red State </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Kevin Smith</b> (USA), 88 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Michael Angarano, Nicholas Braun, Ronnie Connell, Kaylee DeFer, John Goodman</b></div><div style="text-align: justify;">Tre giovani studenti convinti di recarsi ad un appuntamento con una donna disposta a fare sesso, si imbattono in un violento gruppo di fondamentalisti religiosi. L'intervento delle istituzioni non farà che peggiorare le cose, mostrando il vero volto di un sistema malato.</div><div style="text-align: justify;">Che Kevin Smith non gradisse molto religioni e governi lo si era capito da tempo. Qui però ce lo dice abbandonando i toni da commedia e mettendo in scena un film disperato, pessimista e violento. Non c'è speranza, nemmeno alla fine. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCoQPvRyp7Yy47Ip69OVq_2becfT15sNWAGFr_JS0n6jB2pKVUvbswBCEBIe9P4Zbu7tvphdmXd4wIN88w5_fHa7mFhO66C6DJUgpauFe-fXik4mjzw7rrpm6gRkh1UT-K0vlAa0mRSco/s1600/Attack+the+block+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCoQPvRyp7Yy47Ip69OVq_2becfT15sNWAGFr_JS0n6jB2pKVUvbswBCEBIe9P4Zbu7tvphdmXd4wIN88w5_fHa7mFhO66C6DJUgpauFe-fXik4mjzw7rrpm6gRkh1UT-K0vlAa0mRSco/s1600/Attack+the+block+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>10. Attack the Block </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Joe Cornish</b> (UK, Francia), 88 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>John Boyega, Jodie Whittaker, Nick Frost</b></div><div style="text-align: justify;">Un gruppo di ragazzini si ritrova a dover difendere il proprio quartiere da un'orda di inferociti mostri alieni.</div><div style="text-align: justify;">Azione, risate, sangue e qualche velata ma non banale critica sociale. Quando il cinema britannico decide di unire la commedia a generi come l'horror e la fantascienza, è raro che il risultato non sia gradevole. In questo caso è addirittura ottimo. Per quanto mi riguarda è il film più divertente dell'anno.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiHEQzX070bdEJYNpt8dRl3xt37MCvNS69xgoFNxaS0UhH59FVE1gpBbUt1LERNcTuN8jfLJoBhDrJPmQesGhttQ9HG1UEQUkVVgcnMleu4x4Fps17kQ1lJtTQJ5GwYN-oo37UZNJiOIE/s1600/Tomboy+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiHEQzX070bdEJYNpt8dRl3xt37MCvNS69xgoFNxaS0UhH59FVE1gpBbUt1LERNcTuN8jfLJoBhDrJPmQesGhttQ9HG1UEQUkVVgcnMleu4x4Fps17kQ1lJtTQJ5GwYN-oo37UZNJiOIE/s1600/Tomboy+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>9. Tomboy </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Céline Sciamma</b> (Francia), 84 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Zoé Héran, Malonn Lévana, Mathieu Demy, Sophie Cattani, Jeanne Disson</b></div><div style="text-align: justify;">Una bambina di dieci anni appena trasferitasi nei dintorni di Parigi col resto della famiglia, viene scambiata per un ragazzo e accolta in quanto tale da Lisa e dal suo gruppo di amici. Lei starà al gioco, ma dovrà pagarne le conseguenze.</div><div style="text-align: justify;">Per me è stata una delle migliori sorprese dell'anno. Riesce a descrivere i problemi di Zoé con passione e tenerezza senza mai tentare di strafare o di cercare il colpo di scena ad ogni costo. Non succede molto, ma è perfetto così.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgw5SZHbHiUTv7b2C-tyi0CfxcJbINaXjHr6YPSbXLfMgcAqRHNJtvfurfxZWN2CwCUUwrR-Sci7cqzw22kIAma8gXOQB5RUWRjpinQHK7g8yB-56rJ1wX-ukfFx8ACeew0idNBruleKU/s1600/Snowtown+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgw5SZHbHiUTv7b2C-tyi0CfxcJbINaXjHr6YPSbXLfMgcAqRHNJtvfurfxZWN2CwCUUwrR-Sci7cqzw22kIAma8gXOQB5RUWRjpinQHK7g8yB-56rJ1wX-ukfFx8ACeew0idNBruleKU/s1600/Snowtown+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>8. Snowtown </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Justin Kurzel</b> (Australia), 119 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Lucas Pittaway, Daniel Henshall, Bob Adriaens</b></div><div style="text-align: justify;">È la storia di John Bunting, serial killer australiano autore di numerosi ed efferati omicidi, e di Jamie, il ragazzo sedicenne con cui entra in contatto dopo averne conosciuto la madre. Pur rendendosi conto dello strano carattere di John e dei pericoli a cui va incontro frequentandolo, Jamie ne rimane affascinato, guadagnandosi la sua fiducia ed entrando a far parte della sua banda. </div><div style="text-align: justify;">Cupo e violento, malgrado un ritmo non troppo sostenuto riesce a non dare un attimo di tregua allo spettatore. Messa in scena solidissima e recitazioni impeccabili lo rendono uno dei film più intensi e disturbanti dell'anno.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtmewxfUsq05FXhAyHj9rUmUApGALtmhZjPlnU42w3MXhvAhv6MkL5PVNLhMFHsrRseFgRqR-LDSSuzwcpFAZuM4Ps4aIfa77DLM8hDlmoH4RhAkA7lpFo_SVMgIE4VdUc4Wqp7Q-_Oh4/s1600/Una+separazione+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtmewxfUsq05FXhAyHj9rUmUApGALtmhZjPlnU42w3MXhvAhv6MkL5PVNLhMFHsrRseFgRqR-LDSSuzwcpFAZuM4Ps4aIfa77DLM8hDlmoH4RhAkA7lpFo_SVMgIE4VdUc4Wqp7Q-_Oh4/s1600/Una+separazione+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>7. Una separazione </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Asghar Farhadi</b> (Iran), 123 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Peyman Maadi, Leila Hatami, Sareh Bayat, Sarina Farhadi</b></div><div style="text-align: justify;">Simin vorrebbe andarsene ed incominciare una nuova vita in un altro paese, ma suo marito Nader preferisce restare per occuparsi del padre malato di Alzheimer. L'unico elemento che li tiene ancora insieme è la figlia Termeh.</div><div style="text-align: justify;">Farhadi, dopo una partenza lenta ma necessaria, riesce a trasmettere tensione con una storia semplice quanto emblematica. Le due coppie che per questioni religiose si ritrovano costrette ad affrontarsi davanti ad un giudice, come se non ci potesse essere un punto d'incontro più immediato, rappresentano in modo perfetto tutta l'incomunicabilità che il regista intende trasmettere. Aggirando abilmente la censura, Farhadi non si limita a parlare del proprio paese, ma offre spunti per tutti. Sicuramente da vedere.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilB0X7bxTQa8SbjgjGhyphenhyphenqwmued4aowsw45ZyNQvNdnWXOmdtJLMiQPahtHACaHpW9_-zwucOEjd45cLwkfjP8X-h7y9QDfF-kIY0I8nNbqVgyyjOYDy-e6Il79KhehrLrB1ldBXizBKXY/s1600/The+Tree+of+Life+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilB0X7bxTQa8SbjgjGhyphenhyphenqwmued4aowsw45ZyNQvNdnWXOmdtJLMiQPahtHACaHpW9_-zwucOEjd45cLwkfjP8X-h7y9QDfF-kIY0I8nNbqVgyyjOYDy-e6Il79KhehrLrB1ldBXizBKXY/s1600/The+Tree+of+Life+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>6. The Tree of Life </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Terrence Malick</b> (USA), 139 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Brad Pitt, Jessica Chastain, Sean Penn</b></div><div style="text-align: justify;">La storia di Jack, dei suoi genitori così diversi tra loro, dei suoi fratelli e del modo in cui se li ricorda da adulto.</div><div style="text-align: justify;">La paura di assistere ad un film religioso è passata dopo i primi dieci minuti. La famiglia di Jack viene usata come pretesto per concentrarsi su altro e Malick si sfoga parlando di vita, morte e Natura. Dei suoi è forse quello che mi è piaciuto meno, ma questo, oltre ad essere sicuramente il più ambizioso, è probabilmente anche quello diretto meglio.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSoe2FN91TM5ezE0vgdus-5V7h0EOxpwRJR9oiSp9gGiX8tS7jtepx3pr1UgK5cj2OtgsTfodZvxTonMK9yAkHyjEhvGkPEBpx4CgXLOUZjK6LV0xwVW5hJcmYkBrp9xOYLKhawUsJqWM/s1600/La+pelle+che+abito+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSoe2FN91TM5ezE0vgdus-5V7h0EOxpwRJR9oiSp9gGiX8tS7jtepx3pr1UgK5cj2OtgsTfodZvxTonMK9yAkHyjEhvGkPEBpx4CgXLOUZjK6LV0xwVW5hJcmYkBrp9xOYLKhawUsJqWM/s1600/La+pelle+che+abito+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>5. La pelle che abito </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Pedro Almodóvar</b> (Spagna), 117 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Antonio Banderas, Elena Anaya, Marisa Paredes</b></div><div style="text-align: justify;">Un rinomato chirurgo ossessionato dalla morte della moglie sta mettendo a punto un tipo di pelle artificiale resistente a tagli e bruciature. Per i suoi esperimenti si serve di una donna che tiene rinchiusa in una stanza della sua villa e che non sembra avere la minima intenzione di scappare.</div><div style="text-align: justify;">Non sono mai stato un grande fan di Almodóvar, ma dei pochi che ho visto questo è subito diventato il mio preferito. Il regista riprende alcui dei suoi temi più cari in un thriller morboso e bizzarro, che riesce a mantenersi credibile nonostante una sceneggiatura quantomeno stravagante.</div><div style="text-align: justify;">In certe scene è inevitabile pensare al bellissimo <i>Occhi senza volto</i>, di Franju. Qui non ci troviamo a quei livelli, ma il risultato finale è comunque sorprendente.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2MvysJAIuMMJzTFKr7VHgBg1KQRkwhrjR2iudb27bUtktvm3joylEhA7yz7zWGw38FAMKA59LRyTn-lQP7BgkJfQTsv-legyvFvD_Y7fn-ncx44c-hjuDgRE7DxvpffR64ciHPs9Np2k/s1600/Rundskop+Bullhead+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2MvysJAIuMMJzTFKr7VHgBg1KQRkwhrjR2iudb27bUtktvm3joylEhA7yz7zWGw38FAMKA59LRyTn-lQP7BgkJfQTsv-legyvFvD_Y7fn-ncx44c-hjuDgRE7DxvpffR64ciHPs9Np2k/s1600/Rundskop+Bullhead+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>4. Rundskop </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Michael R. Roskam</b> (Belgio), 124 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Matthias Schoenaerts, Jeroen Perceval, Jeanne Dandoy, Barbara Sarafian</b></div><div style="text-align: justify;">Storia di odio e violenza nell'ambiente degli allevatori di bestiame. Jacky, costretto ad assumere steroidi fin da bambino, si ritrova con le spalle al muro dopo il misterioso omicidio di un poliziotto e l'incontro con una vecchia conoscenza. </div><div style="text-align: justify;">Non sapevo bene cosa aspettarmi, da questo <i>Rundskop</i>, e mi sono trovato davanti ad un piccolo e potente capolavoro. Regia perfetta, ottima sceneggiatura e ritmo che sale progressivamente fino all'indimenticabile finale. Da vedere.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFS55i7K-vf4tdo4ueSjaqpcByM7aP43b8B2_UvB1tOEA7sp-IN9sHxPrcYA9fiVfTJPRhcPyQPNHXmLkRXmlQHogq8s5ab-0mK7nJPbTdGOaGgxivh2mG69gkYrFdijlsL-SUOqOC-aY/s1600/Super+8+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFS55i7K-vf4tdo4ueSjaqpcByM7aP43b8B2_UvB1tOEA7sp-IN9sHxPrcYA9fiVfTJPRhcPyQPNHXmLkRXmlQHogq8s5ab-0mK7nJPbTdGOaGgxivh2mG69gkYrFdijlsL-SUOqOC-aY/s1600/Super+8+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>3. Super 8 </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>J.J. Abrams</b> (USA), 112 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Joel Courtney, Elle Fanning, Riley Griffiths, Ryan Lee, Zach Mills, Kyle Chandler, David Gallagher, Bruce Greenwood</b></div><div style="text-align: justify;">Recensito poco fa. Joe ed il suo gruppo di amici assistono al deragliamento di un treno militare. Da uno dei vagoni riesce a scappare un alieno e da quel momento le loro vite cambieranno radicalmente. </div><div style="text-align: justify;">Abrams ripropone il vecchio modo di affrontare il cinema di fantascienza e riesce ad incantare per quasi due ore. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgB7fUCf8_foOBGGPmIvLWO5CKrEW4W9_2EhHR5M6muoNgJNTUyyjXFC4Y-xqkrDibKja54qYecfNuWghnjRQWCymyDtYIZahFrxhRz_tMv9dq4ZNLHr9Ee6suqsOH1wZgrtNDwqLG7pxc/s1600/The+Woman+2011.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgB7fUCf8_foOBGGPmIvLWO5CKrEW4W9_2EhHR5M6muoNgJNTUyyjXFC4Y-xqkrDibKja54qYecfNuWghnjRQWCymyDtYIZahFrxhRz_tMv9dq4ZNLHr9Ee6suqsOH1wZgrtNDwqLG7pxc/s1600/The+Woman+2011.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>2. The Woman</b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Lucky McKee</b> (USA), 101 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Pollyanna McIntosh, Angela Bettis, Sean Bridgers</b></div><div style="text-align: justify;">Un avvocato di successo scopre per caso la tana di una ragazza selvaggia cresciuta nei boschi. Decide quindi di catturarla per poterla civilizzare.</div><div style="text-align: justify;">Un film profondo e disturbante che parla della donna ma soprattutto del significato della civiltà e dell'educazione. Se in <i>Freaks</i> i buoni erano i “mostri”, qui sono indubbiamente quelli che la cosidetta civiltà ancora non l'hanno sperimentata. McKee si conferma un autore sempre più valido.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3Jxt49JziCBbQ7KFpA7JtjeHwkkhwS2iaQjVn4byMdf4bWOUjwCuINicJqm7E903_9q9z4oiXls3Eev3mJjzNGYHBvJAJFYfFHOEDkWBC8jCzrkqSbbpD9arKQBCBh2SeIrV3C1Itijk/s1600/Drive+2011+Winding+Refn.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3Jxt49JziCBbQ7KFpA7JtjeHwkkhwS2iaQjVn4byMdf4bWOUjwCuINicJqm7E903_9q9z4oiXls3Eev3mJjzNGYHBvJAJFYfFHOEDkWBC8jCzrkqSbbpD9arKQBCBh2SeIrV3C1Itijk/s1600/Drive+2011+Winding+Refn.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>1. Drive </b></div><div style="text-align: justify;">Di <b>Nicolas Winding Refn</b> (USA), 100 min.</div><div style="text-align: justify;">Con <b>Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Albert Brooks, Christina Hendricks, Ron Perlman</b></div><div style="text-align: justify;">Un meccanico che nel tempo libero fa anche lo stuntman per Hollywood e l'autista nella rapine, si ritrova in trappola dopo aver provato ad aiutare il marito della donna di cui si è appena innamorato.</div><div style="text-align: justify;">Primo posto telefonatissimo per una delle regie migliori che mi sia mai capitato di vedere. C'è poco da aggiungere, Refn trasforma una sceneggiatura apparentemente banale in un capolavoro.</div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com30tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-22478425189034212272012-01-02T21:44:00.008+01:002012-01-03T04:50:35.185+01:00Il peggio del 2011<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-J_BHHlPeTGs/TwH3Uk6CqmI/AAAAAAAAAvw/LXCbxbIyeec/s1600/Screenshot-8+%2528copy%2529.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-J_BHHlPeTGs/TwH3Uk6CqmI/AAAAAAAAAvw/LXCbxbIyeec/s1600/Screenshot-8+%2528copy%2529.png" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Quest'anno mi sono fatto contagiare anch'io dalla mania delle classifiche. Tanto per divertirmi un po', inizio con la lista dei film più brutti o che più mi hanno deluso. Sono semplici opinioni personali e tutti i film presenti in questa classifica possono benissimo piacere... a parte il primo, il primo proprio no. Ho preferito prendere in considerazione unicamente l'anno di produzione del film e non quello di uscita nelle sale. Sia in questa classifica che in quella dei migliori, ci saranno quindi solo film del 2011. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-_tsDi4vpo_Q/TwIDilYRGgI/AAAAAAAAAxc/XurYjCVaNPg/s1600/apollo+18+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://1.bp.blogspot.com/-_tsDi4vpo_Q/TwIDilYRGgI/AAAAAAAAAxc/XurYjCVaNPg/s200/apollo+18+poster.jpg" width="135" /></a><b>20. Apollo 18 - Gonzalo López-Gallego</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Warren Christie, Lloyd Owen, Ryan Robbins</b></div><div style="text-align: justify;">Appena recensito. Niente di particolare da aggiungere. Un mockumentary su una spedizione lunare degli anni '70 andata male e mai resa pubblica... fino ad ora. La tensione è poca e gli spaventi sono perlopiù causati da salti sulla sedia improvvisi. L'ambientazione è ovviamente suggestiva, ma mi aspettavo di meglio.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-mQqqHT652XE/TwIPzNKnAyI/AAAAAAAAAzU/1WP_qDoPlX0/s1600/colombiana+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="126" src="http://2.bp.blogspot.com/-mQqqHT652XE/TwIPzNKnAyI/AAAAAAAAAzU/1WP_qDoPlX0/s200/colombiana+poster.jpg" width="200" /></a><b>19. Colombiana – Olivier Megaton</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Zoe Saldana, Jordi Mollà, Cliff Curtis</b></div><div style="text-align: justify;">Besson, passato dal dirigere <i>Le grand bleu</i> e <i>Léon</i> a scrivere e produrre cose improponibili, sembra non averne ancora abbastanza. <i>Colombiana</i> è la storia di Cataleya (una Saldana che perlomeno ci prova), assassina spietata disposta ad aspettare anni pur di vendicare l'omicidio del padre avvenuto davanti ai suoi occhi quand'era ancora bambina. Storia scritta col culo e spettacolarità prossima allo zero non bastano per farlo salire più in alto in classifica. Ci sarà di peggio...</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-gI-P8KGvgXs/TwIEpZEr0fI/AAAAAAAAAx0/E9UlDq2HvOs/s1600/drive+angry+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-gI-P8KGvgXs/TwIEpZEr0fI/AAAAAAAAAx0/E9UlDq2HvOs/s200/drive+angry+poster.jpg" width="135" /></a><b>18. Drive Angry – Patrick Lussier</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Nicolas Cage, Amber Heard, William Fitchner, Billy Burke, David Morse</b></div><div style="text-align: justify;">Nicolas Cage scappa dall'inferno per vendicare la morte della figlia. Seguiranno sparatorie, inseguimenti e casini vari.</div><div style="text-align: justify;">Il cast è simpatico e le intenzioni anche, ma il film non è trash abbastanza e non riesce a convincere. Un po' lo stesso difetto di <i>Machete</i>, che rimane comunque di gran lunga superiore. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-l1SxZgqyXn4/TwIQuw63--I/AAAAAAAAAzs/AR_tif4fVAg/s1600/priest+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="131" src="http://3.bp.blogspot.com/-l1SxZgqyXn4/TwIQuw63--I/AAAAAAAAAzs/AR_tif4fVAg/s200/priest+poster.jpg" width="200" /></a><b>17. Priest – Scott Charles Stewart</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Paul Bettany, Karl Urban, Cam Gigandet, Maggie Q</b></div><div style="text-align: justify;">Due anni dopo quella porcata di <i>Legion</i>, Stewart ci riprova. Sempre con Bettany e sempre con la religione di mezzo. Il risultato è solo un pochino superiore, ma non era difficile.</div><div style="text-align: justify;">Tratto da un fumetto che non avevo mai sentito, <i>Priest</i> è la storia di Bettany, un prete un po' particolare che disobbedisce alle leggi della chiesa per andare a caccia dei vampiri che gli hanno rapito la nipote. Ambientato in una realtà distopica (ma come al solito mai troppo lontana da quella vera), dopo i primi venti minuti ancora non riuscivo a capire il perché della marea di recensioni negative lette in giro, ma poi ho visto gli altri sessanta e tutto è diventato chiaro. Peccato, perché la fotografia non è malaccio, e poi c'è Maggie Q.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-P8AT3HFYIeA/TwIFFtS0QMI/AAAAAAAAAyA/4UALJuAV0gc/s1600/come+l%2527acqua+per+gli+elefanti.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://3.bp.blogspot.com/-P8AT3HFYIeA/TwIFFtS0QMI/AAAAAAAAAyA/4UALJuAV0gc/s200/come+l%2527acqua+per+gli+elefanti.jpg" width="134" /></a><b>16. Come l'acqua per gli elefanti – Francis Lawrence</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Robert Pattinson, Reese Witherspoon, Christoph Waltz</b></div><div style="text-align: justify;">Un giovane veterinario, da cui ci si aspetterebbe un po' di amore per gli animali, se ne frega e trova lavoro in un circo. Conoscerà Marlena, sentimentalmente legata ad August, il tirannico padrone del circo. Ovviamente scatterà la scintilla e sopraggiungeranno millemila difficoltà fra pianti, isterie e ridicole scene pseudo-animaliste che di animalista non hanno proprio nulla. Finto, banale e pure noioso.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"></div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-eFGQgE7lRQs/TwIRL8g1RKI/AAAAAAAAAz4/bLycf0fkE6E/s1600/pirati+dei+caraibi+oltre+i+confini+del+mare+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://1.bp.blogspot.com/-eFGQgE7lRQs/TwIRL8g1RKI/AAAAAAAAAz4/bLycf0fkE6E/s200/pirati+dei+caraibi+oltre+i+confini+del+mare+poster.jpg" width="135" /></a><b>15. Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare – Rob Marshall</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Johnny Depp, Penélope Cruz, Geoffrey Rush, Ian McShane Keith Richards</b></div><div style="text-align: justify;">Continua la saga di Sparrow, che questa volta si imbarca con Barbossa alla ricerca della fonte della giovinezza. </div><div style="text-align: justify;">Il primo era carino, il secondo divertente, ma questo riesce ad essere più brutto anche del terzo. Non basta qualche battuta carina qua e là per rendere il tutto guardabile. Depp insopportabile.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-l3g4_A6vEsY/TwIRmQ9ps6I/AAAAAAAAA0E/0gJMIPeMT1Y/s1600/the+mechanic+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-l3g4_A6vEsY/TwIRmQ9ps6I/AAAAAAAAA0E/0gJMIPeMT1Y/s200/the+mechanic+poster.jpg" width="135" /></a><b>14. The Mechanic – Simon West</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Jason Statham, Ben Foster, Donald Sutherland</b></div><div style="text-align: justify;">Statham incontra il giovane Foster e gli insegna a diventare un killer professionista.</div><div style="text-align: justify;">Da West, Statham e Foster mi aspettavo una tamarrata divertente, e invece mi sono trovato un film noioso, scialbo e dalla regia piattissima. Speriamo che West, col commovente cast che ha a disposizione per <i>The Expendables 2</i>, riesca a riprendersi.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-r-HF7AZ-LWk/TwIF1NSsTaI/AAAAAAAAAyM/ix0U8QSd9rg/s1600/i+guardiani+del+destino+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-r-HF7AZ-LWk/TwIF1NSsTaI/AAAAAAAAAyM/ix0U8QSd9rg/s200/i+guardiani+del+destino+poster.jpg" width="135" /></a><b>13. I guardiani del destino – George Nolfi</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Matt Damon, Emily Blunt, Michael Kelly, Terence Stamp</b></div><div style="text-align: justify;">Anche questo l'ho <a href="http://pianopianosequenza.blogspot.com/2011/11/i-guardiani-del-destino.html">recensito</a> non molto tempo fa. È la storia di David, un giovane politico che scopre che il mondo è regolato da strani esseri con un cappello magico in grado di influenzare le decisioni di ogni essere umano. Thriller fantascientifico sentimentale prevedibile e privo di emozioni.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-6YG3BwjO4E4/TwISMNdhB6I/AAAAAAAAA0Q/wHb38U2V0iw/s1600/source+code+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="149" src="http://1.bp.blogspot.com/-6YG3BwjO4E4/TwISMNdhB6I/AAAAAAAAA0Q/wHb38U2V0iw/s200/source+code+poster.jpg" width="200" /></a><b>12. Source Code – Duncan Jones</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Jake Gyllenhaal, Michelle Monaghan, Vera Farmiga, Jeffrey Wright</b></div><div style="text-align: justify;">Recupero la trama dalla recensione che avevo scritto mesi fa qui sul blog: Un uomo si risveglia di colpo su un treno diretto a Chicago. Davanti a lui una ragazza che sembra conoscerlo gli parla del proprio lavoro. Lui non capisce, le dice di non averla mai vista prima e di non essere chi lei afferma che sia, bensì un soldato in missione in Afghanistan. Senza che gli venga in mente nemmeno per un istante che fra andare a fare la guerra per il petrolio in giro per il mondo e parlare amabilmente a quattr'occhi con Michelle Monaghan è preferibile la seconda, si alza per andare in bagno e allo specchio scopre di trovarsi nel corpo di un altro uomo. Sempre più agitato, torna dalla ragazza, prova a spiegarle la situazione e poi, di colpo, insieme a tutti gli altri passeggeri del treno, muore in una gigantesca esplosione. Si risveglia quindi in una strana capsula e scopre che la realtà è ancora più complicata di quei pochi minuti passati sul treno.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Dopo il bellissimo <i>Moon</i>, aspettavo questo <i>Source Code</i> con una certa trepidazione. La delusione è arrivata puntuale. La regia di Jones è buona, ma la sceneggiatura è debole e la tensione quasi inesistente. Finale orrendo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-_6ZeiMK-kBk/TwIKcfmRlKI/AAAAAAAAAyw/aVP0TG-T4Kw/s1600/hanna+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://4.bp.blogspot.com/-_6ZeiMK-kBk/TwIKcfmRlKI/AAAAAAAAAyw/aVP0TG-T4Kw/s200/hanna+poster.jpg" width="135" /></a><b>11. Hanna – Joe Wright</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Saoirse Ronan, Eric Bana, Cate Blanchett</b></div><div style="text-align: justify;">Una tenera quanto spietata ragazzina cresciuta in mezzo alla foresta, viene usata da non si sa bene quale organizzazione per uccidere non si sa bene quale nemico.</div><div style="text-align: justify;">Non ho mai sopportato Joe Wright. <i>Orgoglio e pregiudizio</i> ancora mi manca ma <i>Espiazione</i> e <i>Il solista</i> li ho trovati davvero fastidiosi. Il cambiamento di genere quindi mi incuriosiva, ed ero pronto a ricredermi. Niente da fare, la storia è mal definita e piena di stereotipi, i personaggi agiscono senza motivo e i tentativi di Wright di far vedere che lui, se vuole, un thriller d'azione te lo dirige con un tocco autoriale in più, risultano solo seccanti. Bella la colonna sonora dei Chemical Brothers, che riesce a salvare alcune scene qua e là.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-s1R31--fvmo/TwICkf8P0YI/AAAAAAAAAxQ/anWkQOYaKi8/s1600/sucker+punch.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="125" src="http://4.bp.blogspot.com/-s1R31--fvmo/TwICkf8P0YI/AAAAAAAAAxQ/anWkQOYaKi8/s200/sucker+punch.jpg" width="200" /></a><b>10. Sucker Punch – Zack Snyder</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Emily Browning, Jena Malone, Abbie Cornish, Vanessa Hudgens, Jamie Chung, Carla Cugino, Oscar Isaacs, Scott Glenn</b></div><div style="text-align: justify;">Baby Doll e le sue amiche, per scappare dal manicomio in cui sono rinchiuse, si inventano un mondo parallelo popolato da draghi, zombies e altri strani nemici. Per riuscire a fuggire, dovranno superare cinque difficili prove, sempre ambientate (almeno per noi), nella loro immaginazione.</div><div style="text-align: justify;">Dopo una bellissima scena iniziale, Snyder si prende troppo sul serio e rovina quello che potenzialmente poteva anche diventare un buon film. Confuso e privo di fascino, con tanto di fastidiosa morale finale.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-hGvhuCqzE-o/TwISbz4VlAI/AAAAAAAAA0c/5C_kHIM02Y4/s1600/come+ammazzare+il+capo+e+vivere+felici+locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="94" src="http://4.bp.blogspot.com/-hGvhuCqzE-o/TwISbz4VlAI/AAAAAAAAA0c/5C_kHIM02Y4/s200/come+ammazzare+il+capo+e+vivere+felici+locandina.jpg" width="200" /></a><b>9. Come ammazzare il capo... e vivere felici – Seth Gordon</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Jason Bateman, Charlie Day, Colin Farrell, Kevin Spacey, Jennifer Aniston, Donald Sutherland</b></div><div style="text-align: justify;">La storia di tre amici che si mettono d'accordo per uccidere i tre rispettivi capi.</div><div style="text-align: justify;">Non è difficile farmi ridere, a volte basta davvero poco. Qui, in un'ora e quaranta minuti di film, ci sono riusciti una volta. Ripeto: una volta. Ovviamente mi ricordo pure la scena: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=zI1gRqKysh4">questa</a>.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-dwLQJCCzyB4/TwISmWdQTFI/AAAAAAAAA0o/8FmRAs5EGHg/s1600/immaturi+locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="100" src="http://3.bp.blogspot.com/-dwLQJCCzyB4/TwISmWdQTFI/AAAAAAAAA0o/8FmRAs5EGHg/s200/immaturi+locandina.jpg" width="200" /></a><b>8. Immaturi – Paolo Genovese</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Raoul Bova, Barbara Bobulova, Isabelle Adriani, Anita Caprioli, Simona Caparrini, Paolo Kessisoglu, Luca Bizzarri, Ricky Memphis, Alessandro Tiberi, Ambra Angiolini</b></div><div style="text-align: justify;">Più ci si avvicina alla zona calda della classifica e più si fa sul serio.</div><div style="text-align: justify;">Cast pieno di nomi importanti per la solita commedia all'italiana buonista e politicamente corretta. Dialoghi ridicoli, regia inesistente e <i>product placement </i>a non finire (macchine, telefoni, banche... ce n'è per tutti). Perché?</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-zXZPxHHRM8k/TwISxjWORJI/AAAAAAAAA00/6Mvwi5esXc4/s1600/che+bella+giornata+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://4.bp.blogspot.com/-zXZPxHHRM8k/TwISxjWORJI/AAAAAAAAA00/6Mvwi5esXc4/s200/che+bella+giornata+poster.jpg" width="140" /></a><b>7. Che bella giornata – Gennaro Nunziante</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Checco Zalone, Isabelle Adriani, Nabiha Akkari</b></div><div style="text-align: justify;">Checco trova lavoro come addetto alla sicurezza del Duomo di Milano. Farah, una giovane terrorista araba, si fa passare per una studentessa e decide di usarlo per portare a termine il suo piano.</div><div style="text-align: justify;">Se per <i>Immaturi</i> si parlava di buonismo e politicamente corretto, qui si va addirittura oltre, al punto che l'uso degli stereotipi finisce per diventare involontariamente quasi offensivo. Qualche battuta carina, il resto è davvero difficile da sopportare.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-c1C7SjmjYKE/TwIJeq_Q-jI/AAAAAAAAAyY/Ik93mNuSCUE/s1600/transformers+3+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://1.bp.blogspot.com/-c1C7SjmjYKE/TwIJeq_Q-jI/AAAAAAAAAyY/Ik93mNuSCUE/s200/transformers+3+poster.jpg" width="133" /></a><b>6. Transformers 3 – Michael Bay</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Shia LaBeouf, Josh Duhamel, Peter Cullen, John Turturro, Rosie Huntington-Whiteley, Tyrese Gibson, Patrick Dempsey, Frances McDormand, Kevin Dunn, John Malkovich. Alan Tudyk</b></div><div style="text-align: justify;">La trama non c'è.</div><div style="text-align: justify;">Per vedere un film di Bay è necessario fare uno sforzo e considerare che sarà insopportabilmente patriottico e scontato. Se col suo primo <i>Transformers</i> era riuscito in parte a divertire, col secondo ha subito rovinato tutto. Ma il bello doveva ancora venire. Gli effetti speciali sono ottimi ma ci sono solo quelli, nient'altro. Il film è completamente privo di senso, pieno di scene che vorrebbero essere comiche ma che risultano semplicemente imbarazzanti. Non ci sono colpi di scena, non c'è nemmeno una vera e propria storia. Il Nulla.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-tdOdnSNxE5M/TwITBz9iHNI/AAAAAAAAA1A/U-PgG_2gNA0/s1600/captain+america+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://1.bp.blogspot.com/-tdOdnSNxE5M/TwITBz9iHNI/AAAAAAAAA1A/U-PgG_2gNA0/s200/captain+america+poster.jpg" width="133" /></a><b>5. Captain America: The first Avenger – Joe Johnston</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Chris Evans, Tommy Lee Jones, Hugo Weaving, Toby Jones, Dominc Cooper, Haylee Atwell</b></div><div style="text-align: justify;">Steve Rogers vuole a tutti i costi diventare un militare. A questo suo problema di base si aggiunge il fatto che non ha i requisiti per essere ammesso nell'esercito: troppo gracile e debole. Si offre quindi volontario per un esperimento scientifico e diventa Capitan America.</div><div style="text-align: justify;">Lo ammetto: partivo prevenutissimo. Troppo facile da criticare: valori americani, militarismo... Il problema è che <i>Captain America</i> fallisce anche come semplice film di supereroi, e non diverte nemmeno per sbaglio.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-BQ1IY_x0dfE/TwIJzc6xF8I/AAAAAAAAAyk/VuvU-ZozK7A/s1600/shark+night+3d+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://1.bp.blogspot.com/-BQ1IY_x0dfE/TwIJzc6xF8I/AAAAAAAAAyk/VuvU-ZozK7A/s200/shark+night+3d+poster.jpg" width="127" /></a><b>4. Shark Night 3D – David R. Ellis</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Sara Paxton, Dustin Milligan, Chris Carmack, Katharine McPhee</b></div><div style="text-align: justify;">Un gruppo di studenti decide di passare il week end in una super villa sul lago. Quello che non sanno è che le acque del lago sono infestate da famelici squali. </div><div style="text-align: justify;">Questo probabilmente si meritava il podio. È addirittura più brutto di <i>Piranha 3D</i>, che se fosse uscito nel 2011 si ritroverebbe più o meno in questa zona della classifica. </div><div style="text-align: justify;">Non c'è molto da dire. È un horror tette e culi PG-13 che non riesce né a spaventare né a divertire. Durante la visione si spera solo che non vada troppo per le lunghe e che nel frattempo il pesce uccida più gente possibile.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-XqN3NQtI9kE/TwITNYSCL5I/AAAAAAAAA1M/1842R-B2ExA/s1600/unknown+movie+poster.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://3.bp.blogspot.com/-XqN3NQtI9kE/TwITNYSCL5I/AAAAAAAAA1M/1842R-B2ExA/s200/unknown+movie+poster.jpeg" width="135" /></a><b>3. Unknown - Jaume Collet-Serra</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Liam Neeson, Diane Kruger, January Jones, Aidan Quinn, Bruno Ganz, Frank Langella</b></div><div style="text-align: justify;">Ed eccoci finalmente sul podio.</div><div style="text-align: justify;">Liam Neeson si risveglia dal coma e scopre che un altro uomo ha preso la sua identità. La cosa grave è che anche la moglie asserisce di non conoscerlo. Incomincerà quindi ad indagare...</div><div style="text-align: justify;">Quello che sarebbe stato solo un pessimo film d'azione, si guadagna il podio con uno scandaloso finale chiaramente a favore degli OGM.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-fvMEJggVvl8/TwITjFgnFcI/AAAAAAAAA1Y/VXcDOCV39BU/s1600/dylan+dog+locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://3.bp.blogspot.com/-fvMEJggVvl8/TwITjFgnFcI/AAAAAAAAA1Y/VXcDOCV39BU/s200/dylan+dog+locandina.jpg" width="137" /></a><b>2. Dylan Dog: Dead of Night – Kevin Munroe</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Brandon Routh, Sam Huntington, Taye Diggs, Anita Briem</b></div><div style="text-align: justify;">Non capisco come abbiano potuto anche solo pensare di produrla, una roba del genere. Ci vuole coraggio a prendere un personaggio di successo come Dylan Dog e stravolgerlo in questo modo, togliendogli addirittura la preziosa compagnia di Groucho. A che tipo di pubblico pensavano di rivolgersi? Tra le altre cose, viene anche da chiedersi come mai non abbiano chiamato Everett. </div><div style="text-align: justify;">Uno potrebbe far finta di non trovarsi davanti al Dylan Dog di Sclavi, ma non basta. Evitatelo!</div><div style="text-align: justify;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-CrmZ1Kku8Yo/TwIK-e-cuXI/AAAAAAAAAy8/JOTHTXOUViM/s1600/world+invasion+battle+los+angeles+poster.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://2.bp.blogspot.com/-CrmZ1Kku8Yo/TwIK-e-cuXI/AAAAAAAAAy8/JOTHTXOUViM/s200/world+invasion+battle+los+angeles+poster.jpg" width="135" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="color: #674ea7; text-align: justify;"><b>1. World Invasion – Jonathan Liebesman</b></div><div style="text-align: justify;"><i>Con</i> <b>Aaron Eckhart, Ramon Rodriguez, Michelle Rodriguez, Michael Peña</b></div><div style="text-align: justify;">Quando ho stilato la classifica ho iniziato direttamente da questo, sicuro che sarebbe stato al primo posto. Ne avevo già parlato brevemente in un post di qualche mese fa, e ora mi ripeto: questo non è un film, è un vergognoso video di reclutamento. Pieno zeppo di situazioni e personaggi già visti e rivisti, ridicolo, retorico, militarista e patriottico come pochi film avevano finora osato fare. Spettacolare.</div><div style="text-align: justify;"><br />
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</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-tG3c85rhbAI/TwIMeKIhXtI/AAAAAAAAAzI/EImJbFSkRyY/s1600/shark+night+3d+scena+film.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-tG3c85rhbAI/TwIMeKIhXtI/AAAAAAAAAzI/EImJbFSkRyY/s1600/shark+night+3d+scena+film.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com22tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-29556346900061956992011-12-22T22:39:00.000+01:002011-12-22T22:39:47.468+01:00Apollo 18<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-Is0pTtTU__Y/TvOL95TESNI/AAAAAAAAAvA/ecTNOtaHeao/s1600/apollo+18+poster.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://1.bp.blogspot.com/-Is0pTtTU__Y/TvOL95TESNI/AAAAAAAAAvA/ecTNOtaHeao/s320/apollo+18+poster.jpg" width="216" /></a></div><br />
<i>Di</i> <b>Gonzalo López-Gallego</b>, 2011 (USA, Canada), 86 min.<br />
<i>Con</i> <b>Warren Christie, Lloyd Owen, Ryan Robbins</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Brian Miller, Cory Goodman</b><br />
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<div style="text-align: justify;">Qualche breve intervista di repertorio ci presenta subito i tre membri dell'equipaggio dell'Apollo 18 in procinto di partire per la Luna. La loro era una missione segreta di cui non è mai stato fatto sapere nulla, ma ora, su un sito internet, sono state caricate le oltre 80 ore di filmati ritrovati. <i>Apollo 18</i> è il montaggio di 75 minuti che permette di farsi un'idea abbastanza precisa dell'accaduto.</div><div style="text-align: justify;">Sono presenti lievi spoiler, ma credo niente che possa rovinare la visione del film.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-LV96w4JUFB0/TvM3fLZB1_I/AAAAAAAAAu0/EisIx5HZbRQ/s1600/apollo+18+scena+2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-LV96w4JUFB0/TvM3fLZB1_I/AAAAAAAAAu0/EisIx5HZbRQ/s1600/apollo+18+scena+2.png" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Il <i>mockumentary</i>, genere sempre più in voga e quindi sempre più rischioso da affrontare, presuppone che il materiale video presentato allo spettatore sia reale. Reali le immagini, il sonoro, i personaggi, reale pure il modo in cui il filmato è stato recuperato e reso disponibile a chi lo sta guardando. In questo caso si è scelto quello più usato: il ritrovamento dei video, il famoso <i>found footage</i>.</div><div style="text-align: justify;">Ci siamo? No, non ci siamo, prima di tutto perché devi fornirmi una spiegazione logica al ritrovamento del video, e poi perché se vuoi farmi vedere un <i>mockumentary</i> dell'orrore ed alla prima occasione buona, per spaventarmi, mi spari a tutto volume degli effetti sonori che di realistico non hanno proprio nulla, come se di <i>mockumentary</i> non si trattasse, partiamo già col piede sbagliato, e per riconquistarti la mia fiducia dovrai faticare il doppio. Ma López-Gallego non sembra avere l'intenzione di scomodarsi più di tanto, perlomeno non nei primi tre quarti d'ora di pellicola, e la storia fatica quindi ad ingranare.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-XMo_gsACUPA/TvOTLk4sb0I/AAAAAAAAAvY/pKuWkXXj0Fs/s1600/apollo+18+scena+film.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-XMo_gsACUPA/TvOTLk4sb0I/AAAAAAAAAvY/pKuWkXXj0Fs/s1600/apollo+18+scena+film.jpg" /></a></div><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le cose incominciano a farsi un minimo interessanti quando i due astronauti (il terzo è rimasto in orbita attorno alla Luna) si rendono conto che il vero nemico non è un cosmonauta assassino uscito di senno (siamo in piena guerra fredda e si dà il caso che sulla Luna siano stati mandati anche i russi), ma un qualcosa di non ben definito, sicuramente ostile e presumibilmente anche parecchio incazzato. Per non anticipare troppo, lascio a voi il piacere di scoprirne la natura.</div><div style="text-align: justify;">Da questo punto in poi, quindi, nonostante la maggior parte degli spaventi siano causati dai soliti fastidiosi rumori improvvisi, si incomincia ad avvertire un po' di angoscia. Il che sarebbe anche normale, in una storia ambientata nello spazio, con la Terra ridotta ad un piccolo pallino all'orizzonte e una minaccia aliena pronta ad attaccare in qualsiasi momento. Sia chiaro, è giusto che un film di questo tipo eviti di terrorizzare da subito lo spettatore, e ben vengano le attese e una lenta costruzione della tensione (basti pensare ai primi venti minuti di <i>[Rec] </i>o di <i>Cloverfield</i>), ma qui, di costruito, c'è davvero poco, e la totale mancanza di intensità della prima parte finisce per rovinare anche la seconda, che non regala comunque nulla di particolarmente interessante.</div><div style="text-align: justify;">Insomma, a parte le claustrofobiche ambientazioni e qualche timido spavento, <i>Apollo 18</i> è un film freddo e troppo poco coinvolgente, a cui manca quella personalità che un <i>found footage movie</i>, per sopperire alle inevitabili carenze tecniche, dovrebbe avere.</div><br />
<b>07/20<i></i></b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-ZhUHQcfkM-w/TvOMDoTGL1I/AAAAAAAAAvM/CCN3Kc_kaNw/s1600/apollo+18+scena.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-ZhUHQcfkM-w/TvOMDoTGL1I/AAAAAAAAAvM/CCN3Kc_kaNw/s1600/apollo+18+scena.png" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-69701839317160331962011-12-21T16:39:00.000+01:002011-12-21T16:39:24.503+01:00Let me in<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK_UZ4ovBAmPywnI2o0OtOF7xkrv4DwrGX7aq6Sr0cJU6Iqw0I_JM4IQQExWliJt0Ii-_Gjz8WYOujuMSXFF_pZoBS8plCjYsToq0seSwAt-ClV7m52M9NGPE22ceamrctJ3qAkNUNWo8/s1600/let+me+in+2010+locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiK_UZ4ovBAmPywnI2o0OtOF7xkrv4DwrGX7aq6Sr0cJU6Iqw0I_JM4IQQExWliJt0Ii-_Gjz8WYOujuMSXFF_pZoBS8plCjYsToq0seSwAt-ClV7m52M9NGPE22ceamrctJ3qAkNUNWo8/s320/let+me+in+2010+locandina.jpg" width="214" /></a></div><br />
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<i>Di</i> <b>Matt Reeves</b>, 2010 (USA, UK), 116 min.<br />
<i>Con</i> <b>Kodi Smit-McPhee, Chloë Grace Moretz, Richard Jenkins, Elias Koteas</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Matt Reeves</b>, <i>tratto dal romanzo di</i> <b>John Ajvide Lindqvist</b><br />
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<div style="text-align: justify;">Non sono contro i remake, non a prescindere. Certo è raro che riescano ad avvicinarsi ai livelli della prima versione e il più delle volte risultano assolutamente inutili, ma in certi casi hanno anche il pregio di far riscoprire il film originale, e in altri ne interpretano invece la storia in modo diverso, concentrandosi su aspetti che il primo film aveva tralasciato. </div><div style="text-align: justify;">Quelli che invece mi lasciano davvero basito sono i remake di film usciti da poco, e “poco”, in questo caso, vuol dire appena due anni. Ci sarebbe la scusante della diversa nazionalità, ma il film di Alfredson, molto più famoso di questo <i>Blood Story</i>, non aveva certo bisogno di un'operazione del genere. </div><br />
<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4XiM8henoZWDlihhB3D5ywsqri6NgVp5kyQF-oFoPitFVL5Ic-gLaG1rbT15UASZPUuaFIHlPQ6TvBxLYbhiXfNL-2oorGBCIM4K6QtfxzI4Tk70B7cLy6nvt4aXJ86AKVpnQKGPvbGo/s1600/let+me+in+scena+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4XiM8henoZWDlihhB3D5ywsqri6NgVp5kyQF-oFoPitFVL5Ic-gLaG1rbT15UASZPUuaFIHlPQ6TvBxLYbhiXfNL-2oorGBCIM4K6QtfxzI4Tk70B7cLy6nvt4aXJ86AKVpnQKGPvbGo/s1600/let+me+in+scena+2.jpg" /></a></div><br />
La storia è sempre quella: Owen, bambino timido e solitario preso in giro dai compagni di scuola, conosce Abby, una nuova vicina venuta ad abitare proprio nell'appartamento accanto al suo, e trova in lei una via di fuga da una vita che certo non lo soddisfa. I due incominciano quindi a vedersi sempre più di frequente, diventando quasi inseparabili. Nel frattempo, la quiete del paesino in cui abitano viene scossa da una serie di brutali omicidi, e Owen si rende presto conto che la responsabile potrebbe essere proprio la sua nuova amica.</div><br />
<div style="text-align: justify;">A Reeves va riconosciuto il merito di aver ripreso le atmosfere di <i>Lasciami entrare</i> senza trasformare il tutto in una gran tamarrata. Questo è un film lento e misterioso, ben diretto e ottimamente fotografato. Al bianco dominante del film di Alfredson si aggiunge l'arancione delle luci notturne, sfruttato soprattutto durante i primi incontri fra Owen ed Abby nel cortile davanti a casa, ma oltre a questa non ci sono particolari differenze e Reeves, senza inventarsi nulla, dirige il suo film basandosi pesantemente sull'originale, forse fin troppo. Il problema, forse causato proprio dal fatto che tutto quello che vediamo ci era già stato proposto in precedenza, è che dell'originale non conserva quella sensazione di inquietante smarrimento che lo rendeva, a mio parere, uno dei migliori film sui vampiri usciti negli ultimi anni. Le personalità dei due ragazzini (specialmente quella di Eli/Abby), sulle quali è costruito praticamente l'intero film, sono infatti descritte in maniera più profonda e sentita nella sceneggiatura di Lindqvist, e il risultato finale non può non risentirne.</div><div style="text-align: justify;">In fin dei conti <i>Let me in</i> è un remake leggermente più caldo e patinato del film del 2008, forse altrettanto disturbante e violento ma sicuramente meno suggestivo. </div><div style="text-align: justify;">Da notare comunque il <i>pledge of allegiance</i>, il giuramento di fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti, imposto ad una classe di poveri bambini innocenti in quella che è sicuramente la scena più inquietante dei due film messi insieme.</div><div style="text-align: justify;">Carino, ma già c'era.<br />
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<b>13/20<i></i></b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8v1iqA4gRb2ZYQ-bpUJVCyNaQxhhNqrQLhl8R6MmVN9zmc5l4Wv0woA6UPyiAX-wjMa2-QiJ7VmbcZ3W58bQs89vLJnXG6ZcCr0GuoRDsCuAs_O2k2df_s5GmVW9N419a4MWYp8AInWY/s1600/let+me+in+scena+film.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8v1iqA4gRb2ZYQ-bpUJVCyNaQxhhNqrQLhl8R6MmVN9zmc5l4Wv0woA6UPyiAX-wjMa2-QiJ7VmbcZ3W58bQs89vLJnXG6ZcCr0GuoRDsCuAs_O2k2df_s5GmVW9N419a4MWYp8AInWY/s1600/let+me+in+scena+film.jpg" /></a></div></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com18tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-35431973721176331982011-12-18T21:13:00.001+01:002011-12-18T21:19:33.756+01:00Offscreen<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpuL_fT532lURa2zhwVwlsmEeyOf2Ae4X7NahuchIqj4u8rhUaBfBn4dhKmZ8jo4X3GN8jKXDLowO0GIolLRw4Igsju-GvDPgVoCsEb4dzTO5UMss96pOH4zx4xrCNVC9nct1HLCJVwRo/s1600/offscreen+2006+locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpuL_fT532lURa2zhwVwlsmEeyOf2Ae4X7NahuchIqj4u8rhUaBfBn4dhKmZ8jo4X3GN8jKXDLowO0GIolLRw4Igsju-GvDPgVoCsEb4dzTO5UMss96pOH4zx4xrCNVC9nct1HLCJVwRo/s320/offscreen+2006+locandina.jpg" width="256" /></a></div><br />
<i>Di </i><b>Christoffer Boe</b>, 2006 (Danimarca), 93 min.<br />
<i>Con</i> <b>Nicolas Bro, Lene Maria Christensen, Christoffer Boe</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Knud Romer Jørgensen, Christoffer Boe</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">Nicolas Bro, attore danese di successo, decide di fare un film su se stesso e sulla sua relazione con Lene. Un film sull'amore, lo chiama lui. Si rivolge quindi all'amico regista Christoffer Boe per farsi dare qualche consiglio e rimediare una telecamera con cui iniziare il progetto, che sembra avere un'unica e semplicissima regola: filmare tutto, o quasi, senza censure. Telecamera costantemente accesa e decine di nastri al giorno su cui vengono catturati i preparativi dietro le quinte prima di uno spettacolo, uscite con gli amici, escursioni in macchina e, soprattutto, i primi gravi litigi di coppia fra Nicolas e Lene, la quale si dimostra sempre più contraria a farsi riprendere praticamente senza pause. Se ne andrà, quindi, dopo una quasi patetica scena d'addio – sempre rigorosamente filmata – che darà il via all'inesorabile aggravarsi delle ossessioni di Bro.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVsHNm9AXF67LJiwdGaODHYm7ZS8uyB6CY_1FJD68pxlrHe_dwTCj5iqqWQ6YU6F6g9OkT7S9OQVwfCk4NsBJejJzWY_bgUDYjlX4JI5ptrEgoImLUd3cBraZCI5J2N2qYurMG1dk3Q2Q/s1600/offscreen+2006+scena+film.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVsHNm9AXF67LJiwdGaODHYm7ZS8uyB6CY_1FJD68pxlrHe_dwTCj5iqqWQ6YU6F6g9OkT7S9OQVwfCk4NsBJejJzWY_bgUDYjlX4JI5ptrEgoImLUd3cBraZCI5J2N2qYurMG1dk3Q2Q/s1600/offscreen+2006+scena+film.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><br />
<div style="text-align: justify;"><i>Offscreen</i> viene presentato come il risultato finale, curato e montato da Boe, delle innumerevoli ore di filmati di Bro. Un <i>mockumentary</i> di novanta minuti che inizia proprio nel momento in cui Bro, già munito di una telecamera, parla per la prima volta a Christoffer del progetto che intende portare avanti.</div><div style="text-align: justify;">La prima parte è quindi la meno interessante: un lungo insieme di riprese amatoriali che ci fanno conoscere Nicolas, personaggio insicuro e a tratti sgradevole, con le sue paranoie sul rapporto sempre più instabile con la moglie e i dubbi riguardo al film che ha appena iniziato a realizzare e di cui non riesce ad avere un'idea ben definita. Il progetto sembra dover definitivamente crollare quando Lene, che del film dovrebbe essere il personaggo principale, decide di andarsene. Bro si ritrova improvvisamente solo, senza moglie e senza attrice principale, ed è a questo punto che <i>Offscreen</i> incomincia ad avere una vera e propria identità. L'ossessione di filmare ogni momento della giornata trasforma Bro in una specie di schiavo della telecamera, una vittima impotente che si allontana da colleghi ed amici isolandosi in un mondo a parte. Servirà a poco chiedere ad una sua amica attrice di rimpiazzare Lene per poter andare avanti col film, anzi, l'entrata in scena di Trine (anche lei nella parte di se stessa) non farà altro che peggiorare la situazione, contribuendo alla crescente confusione fra realtà e finzione che porterà Bro al disturbante e sanguinoso delirio della parte finale. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il film funziona perché riesce a far entrare progressivamente lo spettatore nel viaggio mentale del protagonista, diventando una sorta di riflessione tanto seria quanto malata sulla funzione dell'attore ma soprattutto sul desiderio sempre più generalizzato di voler apparire ad ogni costo. Emblematiche quindi le inquietanti scene in cui Bro passa da una stanza all'altra del suo nuovo appartamento, riempito di telecamere fisse e ormai simile in tutto e per tutto al bunker di un Grande Fratello qualsiasi. </div><br />
Un grazie ad Elio per avermelo consigliato. La sua recensione la trovate <a href="http://houndolcettoentra.blogspot.com/2011/11/recensione-offscreen.html">qui</a>.<br />
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<b>14/20<i></i></b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXnpNmgoV1GjaoMi5xVkBNfl7hI8-pSi9-DfkHi_7gwoNlUpUtuKOmcvBODkbAtcrUmq-sCMSwp2n28j2_-rPjNflU6RAGEW_ratlxCD8XcTxULDeQWS2AXAcKo8LbZppxuX8CIknuOMk/s1600/offscreen+2006+lene.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXnpNmgoV1GjaoMi5xVkBNfl7hI8-pSi9-DfkHi_7gwoNlUpUtuKOmcvBODkbAtcrUmq-sCMSwp2n28j2_-rPjNflU6RAGEW_ratlxCD8XcTxULDeQWS2AXAcKo8LbZppxuX8CIknuOMk/s1600/offscreen+2006+lene.jpg" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-55624874911916778822011-12-16T17:04:00.001+01:002011-12-16T20:28:45.760+01:00Ballata dell'odio e dell'amore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgppaWgx-QMEl8BImWDCUs2Mhoi8W1CuhwFevSBO7mpEywZsy3iPCq_JptfNS6zYhCGdpdQCyKn7YSS5Dc8qBwPhfX5SpP_DGHVGZ4BgKP_L_G7Hd_O7oEzX9iu9zwPfx_wMXGInhuMAjk/s1600/ballata+dell%2527odio+e+dell%2527amore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgppaWgx-QMEl8BImWDCUs2Mhoi8W1CuhwFevSBO7mpEywZsy3iPCq_JptfNS6zYhCGdpdQCyKn7YSS5Dc8qBwPhfX5SpP_DGHVGZ4BgKP_L_G7Hd_O7oEzX9iu9zwPfx_wMXGInhuMAjk/s320/ballata+dell%2527odio+e+dell%2527amore.jpg" width="224" /></a></div><br />
<i>Balada triste de trompeta</i><br />
<i>Di</i> <b>Álex de la Iglesia</b>, 2010 (Spagna, Francia), 107 min.<br />
<i>Con</i> <b>Carlos Areces, Antonio de la Torre, Carolina Bang</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Álex de la Iglesia</b><br />
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<div style="text-align: justify;">Javier, come gli fa notare suo padre all'inizio della pellicola, non è mai stato giovane. Cresciuto in mezzo alla guerra, non ha conosciuto altro che sofferenza e miseria. Quando si tratta di scegliere se diventare un <i>payaso tonto</i> o un <i>payaso triste</i>, la decisione è quindi inevitabile: non si possono far ridere i bambini se bambini non lo si è mai stati. Dopo la breve ma importantissima scena iniziale, ambientata nel pieno della guerra civile spagnola, ci si sposta nel 1973: Javier trova lavoro nel circo di Sergio, clown di successo noto anche per essere un violento ubriacone; gli farà da spalla, conoscerà Natalia, la sua compagna trapezista, se ne innamorerà (ricambiato?) e deciderà di dare una svolta alla propria vita.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMksNyiT1YeBhGGTD47K0cVG4ggJYNsAQ6HGZXVbUbR0NKejXMhJX_kGK7QXBmHHkPzjOA5F-XV6rqdNEUjPvPQTLWrzhrXBCAQwbhPOruFqlsPgxbtpsu5abhPBuMqWpH9RF2_Y9uzGQ/s1600/ballata+dell%2527odio+e+dell%2527amore+scena+film.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMksNyiT1YeBhGGTD47K0cVG4ggJYNsAQ6HGZXVbUbR0NKejXMhJX_kGK7QXBmHHkPzjOA5F-XV6rqdNEUjPvPQTLWrzhrXBCAQwbhPOruFqlsPgxbtpsu5abhPBuMqWpH9RF2_Y9uzGQ/s1600/ballata+dell%2527odio+e+dell%2527amore+scena+film.png" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i>Balada triste de trompeta</i> è un film chiaramente diviso in due parti: una più classica e pacata, stravagante solo a tratti, e un'altra, la seconda, decisamente più sregolata e sopra le righe, in cui de la Iglesia si sfoga inserendo tutte le particolarità che hanno reso famoso il suo modo di fare cinema, senza preoccuparsi di esagerare o di dare una vera e propria logica al racconto. Il suo vuole essere un film libero, senza restrizioni. Dopo la scena introduttiva, che mette in ridicolo i dogmi militareschi contrapponendoli allo spettacolo di due pagliacci e alle risate dei bambini accorsi a vederli, l'accusa alla guerra e all'autoritarismo passa poi attraverso la lotta senza esclusione di colpi fra il violento Sergio e il timido Javier che, mosso dall'amore e dal desiderio di vendetta che si porta dietro dai tempi della morte del padre, si ribellerà diventando ancora più spietato del suo antagonista. </div><div style="text-align: justify;">Ma <i>Balada triste</i> non è solo guerra civile, Franco (fantastica la sua breve e ridicola apparizione) e storia spagnola: il racconto funzionerebbe anche come semplice storia d'amore e di passione. Il triangolo sentimentale fra i tre personaggi principali regala prima momenti di estrema tenerezza, per poi sfociare nell'inattesa violenza su cui si baserà tutta la seconda parte del film.</div><div style="text-align: justify;">Il contesto circense permette inoltre al regista di poter sfruttare al massimo la sua passione per il grottesco: personaggi bizzarri e situazioni surreali non sembrano mai fuori luogo e si adattano perfettamente alla narrazione sopra le righe, che vede la sua perfetta conclusione in uno dei finali più assurdi che mi sia capitato di vedere ultimamente.</div><div style="text-align: justify;">Disperato, urlato, malinconico e divertente, probabilmente uno dei migliori di de la Iglesia.</div><br />
<b>16/20<i></i></b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1YscmloAPJzNxDtecV1hv1_UVdGDSF-IDny4zDUK699d0-DyRqqaa6wy48jMfvlGnHJEhc4wz_zRQrHBHDzpkxkZGnOI8NsBpP1REgRJGtHWGvMczuepD3kb60069RCCTzvy8JrwKt9Q/s1600/ballata+dell%2527odio+e+dell%2527amore+scena2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1YscmloAPJzNxDtecV1hv1_UVdGDSF-IDny4zDUK699d0-DyRqqaa6wy48jMfvlGnHJEhc4wz_zRQrHBHDzpkxkZGnOI8NsBpP1REgRJGtHWGvMczuepD3kb60069RCCTzvy8JrwKt9Q/s1600/ballata+dell%2527odio+e+dell%2527amore+scena2.png" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-14575610387361174882011-12-01T20:20:00.000+01:002011-12-01T20:20:30.041+01:00Super 8<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1_4ztW395XdWOqmvRUiBQ1mo7TQG9mnZcPlHIRZNcY0WEBMOhl2yBZJeefINO9LS2kFmR8ayZipVm9xt94_FaIwUVSrWsfbGG0gs_Mm1obhPvFWUrlc5g1v20mXL2PxeMdKB2nKApALU/s1600/Super+8+poster.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1_4ztW395XdWOqmvRUiBQ1mo7TQG9mnZcPlHIRZNcY0WEBMOhl2yBZJeefINO9LS2kFmR8ayZipVm9xt94_FaIwUVSrWsfbGG0gs_Mm1obhPvFWUrlc5g1v20mXL2PxeMdKB2nKApALU/s320/Super+8+poster.jpg" width="216" /></a></div><br />
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<i>Di</i> <b>J.J. Abrams</b>, 2011 (USA), 112 min.<br />
<i>Con</i> <b>Joel Courtney, Elle Fanning, Riley Griffiths, Ryan Lee, Zach Mills, Kyle Chandler, David Gallagher, Bruce Greenwood</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>J.J. Abrams</b><br />
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<div style="text-align: justify;">A Lilian, classica cittadina americana (fittizia) in cui non siamo mai stati ma che già ci sembra di conoscere a memoria, sta per iniziare l'estate del 1979. Joe e il suo gruppetto di amici stanno girando un film horror amatoriale per partecipare ad un concorso e durante una ripresa notturna vicino alla stazione assistono casualmente al deragliamento di un treno militare. I soccorsi però non tardano ad arrivare, e i ragazzini sono costretti ad abbandonare in fretta e furia il luogo dell'incidente. Quello che non sanno è che il treno trasportava un pericoloso ospite indesiderato, e che da quel momento in poi le loro vite non saranno più le stesse.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT5v3gTnh4zp_V2VT4WuL61p-5CypawlDty_IQ0b_zMa7maSUsnlw_0cljcCZY8yJbUC-bPOkyh1ZnLMmAmn-FPAI2em8Duh8sp3pttM6qI2aLTN_Ykx497K3VDuIpXk6q8xGMvGlSO20/s1600/Super+8+scena+film.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT5v3gTnh4zp_V2VT4WuL61p-5CypawlDty_IQ0b_zMa7maSUsnlw_0cljcCZY8yJbUC-bPOkyh1ZnLMmAmn-FPAI2em8Duh8sp3pttM6qI2aLTN_Ykx497K3VDuIpXk6q8xGMvGlSO20/s1600/Super+8+scena+film.png" /></a></div><br />
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<div style="text-align: justify;">Presentata già mesi prima dalla sua uscita come una specie di operazione nostalgia in grande stile, l'opera di Abrams contiene tutti gli elementi del cinema di fantascienza “commerciale” che ormai è sempre più raro vedere e che in questo caso speravo proprio di riscontrare. L'intento di omaggiare le atmosfere spensierate dello Spielberg degli anni d'oro, quello di <i>E.T.</i> ed <i>Incontri ravvicinati del terzo tipo</i> e che dopo <i>Jurassic Park</i>, per quanto mi riguarda, non si è più fatto vedere, è riuscito alla perfezione. Abrams poi non si accontenta di puntare esclusivamente sull'ambientazione nostalgica, ma di quegli anni riprende anche il modo di fare cinema, con l'unico obiettivo di incantare lo spettatore. Insomma, <i>Super 8</i> è una goduria. Bello già dal trailer, che per una volta ci fa vedere ben poco di quello che ci aspetta e in cui il “mostro” non appare nemmeno per sbaglio. Cosa rara, ora che per attirare lo spettatore nelle sale è pratica comune mostrare nel trailer la maggior parte delle scene cruciali del film.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">1979: niente internet o telefonini. A Lilian, per comunicare, si usano i walkie-talkie, si va in giro in bicicletta e si ascoltano Knack e Blondie; un piccolo universo a parte in cui è facile tenere nascosto al resto del mondo il deragliamento di un treno con la conseguente fuga dell'alieno al suo interno. Da questo punto di vista i militari – finalmente cattivi, stupidi e volutamente poco approfonditi - hanno vita facile. Ma i militari, così come tutti gli adulti del film, sono solo uno strumento, protagonisti secondari di una storia che non si concentra né su di loro né sull'alieno, ma prevalentemente sul gruppo di giovani amici. Ed è per questo che il film funziona. C'è l'incanto, quello che loro vivono in prima persona, senza corruzioni o elementi aggiuntivi di troppo: cinema fantastico nel vero senso della parola.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqJclNi8MWqu20Wg5MBTWQKeYvCIkxzpC448t2_IlSpDmKbspttXRx5Cfd8Un148gznv6aDmEaYODfM-pso9Uasj0OYqLrlXGhxj0LGGFMIWkKkGa3j2ZHne40FHnDLIX2LqZ3MPkgWH4/s1600/Super+8+Fanning.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqJclNi8MWqu20Wg5MBTWQKeYvCIkxzpC448t2_IlSpDmKbspttXRx5Cfd8Un148gznv6aDmEaYODfM-pso9Uasj0OYqLrlXGhxj0LGGFMIWkKkGa3j2ZHne40FHnDLIX2LqZ3MPkgWH4/s1600/Super+8+Fanning.png" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">E non era facile, girare un film del genere. Fracassone ma non in modo invasivo, con scene d'azione in vecchio stile mai frenetiche e cariche anche di una certa tensione; giocato sui sentimenti (solito rapporto difficile fra padre e figlio in seguito alla morte della madre, primi amori, incomprensioni fra amici...) ma che non cerca mai la lacrima facile. Abrams vuole divertirsi e divertire, con la consapevolezza di poterlo fare senza ricorrere ad un uso esagerato degli effetti speciali ma puntando sulla storia che intende raccontare e su una perfetta gestione del ritmo e dei colpi di scena. Infarcendo il film di riferimenti al cinema horror e di fantascienza (Romero, Carpenter, <i>E.T.</i> e tanti altri), riesce comunque ad andare oltre, dimostrando intelligenza e personalità. </div><div style="text-align: justify;">Mi ha fatto anche piacere notare che in un PG-13 fossero presenti parolacce, droga e sangue, elementi che in questo tipo di produzioni vengono solitamente censurati senza pietà, ma che qui vengono usati con ironia.</div><div style="text-align: justify;">Bellissimo, una delle sorprese più piacevoli dell'anno. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ho tolto i soliti cuoricini e messo un voto su 20, come nel sistema scolastico (e un po' anche universitario) francese in cui sono cresciuto. Questa volta, almeno, i voti non li subisco ma mi diverto a darli. Sempre senza pretese, ovviamente. In questo caso il voto è davvero alto, ma ha deciso il cuore.</div><br />
<b>17/20<i></i></b><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihncDlB5b6amk7Shyphenhyphen0mZegvzft3MeKGcU6_8CjMPNlPYPm0L8ETHgITo9FBqVd7ImpzhyDgYhEjuhvqsOTY9ovdreP2XAQCWAfr3fxOzqD5PxK85SglXaQqX6jGagcb-GzJRu2WuTAU_c/s1600/Super+8+scena.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihncDlB5b6amk7Shyphenhyphen0mZegvzft3MeKGcU6_8CjMPNlPYPm0L8ETHgITo9FBqVd7ImpzhyDgYhEjuhvqsOTY9ovdreP2XAQCWAfr3fxOzqD5PxK85SglXaQqX6jGagcb-GzJRu2WuTAU_c/s1600/Super+8+scena.png" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com19tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-24363535721189373152011-11-07T18:38:00.003+01:002012-02-13T02:21:16.162+01:00The Limits of Control<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGKo9iDXPNdh1N8VBnFHipCAXd_kmDINwB4wOrVyJX8mQVqdx9_rc2z0SG_PkeX1t6Ibhso9yuE4xBg2LT-G9iK9_44eSqXWJslUrXlm6q8u2BVwf7NFKy2yf5iy03UfyxhBRKc-gDdpo/s1600/The+limits+of+control+jim+jarmusch+locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGKo9iDXPNdh1N8VBnFHipCAXd_kmDINwB4wOrVyJX8mQVqdx9_rc2z0SG_PkeX1t6Ibhso9yuE4xBg2LT-G9iK9_44eSqXWJslUrXlm6q8u2BVwf7NFKy2yf5iy03UfyxhBRKc-gDdpo/s320/The+limits+of+control+jim+jarmusch+locandina.jpg" width="215" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnTKT2MLGbye14Sit1nt6v5q9Vm9hdSy6G94M3791uuUmO8jkpOPGArSFFNgMyRBT34y8FLSzT18KICTgSvxZqPWLHF4OU0Uj0J39UOUx05q_Y3jaGo8O_r0W479hsVAd3nADVgUoi854/s1600/45.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnTKT2MLGbye14Sit1nt6v5q9Vm9hdSy6G94M3791uuUmO8jkpOPGArSFFNgMyRBT34y8FLSzT18KICTgSvxZqPWLHF4OU0Uj0J39UOUx05q_Y3jaGo8O_r0W479hsVAd3nADVgUoi854/s1600/45.jpg" /></a></div><br />
<i>Di</i> <b>Jim Jarmusch</b>, 2009 (USA, Giappone), 116 min.<br />
<i>Con</i> <b>Isaach De Bankolé, Alex Descas, Luis Tosar, Paz de la Huerta, Tilda Swinton, Youki Kudoh, John Hurt, Gael García Bernal, Bill Murray</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Jim Jarmusch</b><br />
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<div style="text-align: justify;">Un killer senza nome, elegante e di poche parole, se ne va in giro per l'Andalusia seguendo le incomprensibili istruzioni che i suoi vari contatti gli consegnano in piccole scatole per fiammiferi. Numeri e lettere scritti apparentemente a caso che lo guidano ogni volta verso una nuova destinazione.</div><div style="text-align: justify;">I contatti, con cui il killer ha brevi e singolari conversazioni, sono eccentrici anche per i personaggi a cui Jarmusch ci aveva precedentemente abituati: un'appassionata di cinema classico, una studiosa di molecole, una ragazza costantemente nuda, un vecchio amante della pittura...</div><div style="text-align: justify;">Tutti questi incontri hanno come unico scopo quello di avvicinare il killer ad un misterioso uomo d'affari americano nascosto in una villa circondata da guardie armate.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSeqYdLNznCJmfNgZw_epMoQOo9TaEQ9a34HDhc8kR8bJ5DJ7og6JQxVXdL-QtUIy_A3DKxoKRWiNCxUFUCZVYlJ7cydM4pcyPnFS3yK5Ml9OgPF-d_Q9K4xYYZEiOVsXAodAny6fQvr8/s1600/the+limits+of+control+jarmusch.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSeqYdLNznCJmfNgZw_epMoQOo9TaEQ9a34HDhc8kR8bJ5DJ7og6JQxVXdL-QtUIy_A3DKxoKRWiNCxUFUCZVYlJ7cydM4pcyPnFS3yK5Ml9OgPF-d_Q9K4xYYZEiOVsXAodAny6fQvr8/s1600/the+limits+of+control+jarmusch.png" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">La trama è quella di un film d'azione, ma il film è ovviamente quello che ci si aspetterebbe da uno dei registi più particolari in circolazione, che malgrado qualche piccola novità, non ha sicuramente cambiato modo di fare cinema: il suo tocco c'è ed è sempre più ricercato e personale. Personaggi strambi ed affascinanti, dialoghi surreali, tempi lenti e, soprattutto, quell'incomunicabilità che ha sempre fatto da sfondo ad ogni sua storia, rappresentando più un vantaggio che un vero e proprio ostacolo. I dialoghi fra Forest Whitaker e Isaach De Bankolé (qui nel ruolo del killer) in <i>Ghost Dog</i> ne sono forse la prova più lampante.</div><div style="text-align: justify;">I silenzi però contano quanto i dialoghi, ed è proprio uno dei contatti del killer, La Bionda, a farlo notare: "mi piace quando nei film gli attori se ne stanno seduti senza dire niente", dice in un momento morto della conversazione, sorridendo e guardando nel vuoto.</div><div style="text-align: justify;">A catturare l'attenzione dello spettatore sono dettagli come questo, quelle piccole cose su cui solitamente non ci si sofferma. E così le prove di uno spettacolo di flamenco, osservate da un incantato killer solitario in una delle scene più belle del film, diventano molto più importanti e significative dello spettacolo vero e proprio, che infatti neanche vedremo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Di nuovo c'è invece una ricerca estetica che Jarmusch non aveva forse mai affrontato in questo modo: fotografia curatissima e colorata (evidente soprattutto nella bellissima scena in treno con Molecules, la ragazza appassionata di molecole), qualche inusuale movimento di camera e addirittura due o tre brevi scene al ralenti.</div><div style="text-align: justify;">L'aspetto più sorprendente è però il valore simbolico dell'opera. Ogni personaggio rappresenta temi come il cinema, la musica, la pittura, le droghe ed il sesso, che Jarmusch associa presumibilmente ad un concetto di libertà che il killer solitario non può raggiungere perché ancora intrappolato nei rigidi schemi di un controllo superiore. Identificare e sconfiggere quest'ultimo ostacolo diventerà quindi il suo obiettivo principale. </div><div style="text-align: justify;">Ed è infatti solo alla fine che gli intenti del regista diventano chiari: che lo si voglia leggere in chiave politica o artistica, che abbia un valore generale o che si riferisca semplicemente al percorso interiore del personaggio principale, <i>The Limits of Control</i> rimane un film profondamente libero ed antiautoritario.</div><div style="text-align: justify;">Lento, enigmatico, anarchico, malinconico, divertente, ammaliante... Un capolavoro, uno dei tanti di un Jarmusch che non la smette di stupire.</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Concludo con un estratto di un'intervista a Jarmusch al Reykjavik International Film Festival del 2010. Ho deciso di metterla per la chiarezza del concetto espresso. L'audio non era molto decente, perdonate eventuali errori.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><i>Each one of us has our own consciousness, and it is the most valuable thing we have, and it is our own. And you could be influenced, people will try to tell you what is reality. You know, I grew up with authority figures, and school, policemen, even my father, telling me things like […] “you just don't understand how the real world works”, you know, and I heard that so many times... But the real world is mine to interpret. […] And i don't like being told what is real.</i></div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7aISaaDa1OULNJpOSPv4wL4vMYZqORfBNtfw8xKSZiLw7kuaWgd6upCJtBDUlDnv0B3Z-N-2sUYu5xYI8c8av4O6wF5Ddr7N7I3zyw3ZNzD5BeW_vG-PqLrvgcNJZg_JemRgADZtcW-A/s1600/the+limits+of+control+De+Bankol%25C3%25A9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7aISaaDa1OULNJpOSPv4wL4vMYZqORfBNtfw8xKSZiLw7kuaWgd6upCJtBDUlDnv0B3Z-N-2sUYu5xYI8c8av4O6wF5Ddr7N7I3zyw3ZNzD5BeW_vG-PqLrvgcNJZg_JemRgADZtcW-A/s1600/the+limits+of+control+De+Bankol%25C3%25A9.jpg" /></a></div><br />
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<div style="text-align: justify;">p.s. Il blog è arrivato a un anno di età. Ero indeciso se scrivere o meno una specie di post celebrativo e alla fine ho deciso di farlo limitandomi ad aggiungere qualche riga alla recensione di un film. Siccome Jarmusch è uno dei registi che preferisco, <i>The Limits of Control</i> mi sembrava l'occasione giusta.</div><div style="text-align: justify;">Quando ho deciso di aprire un blog di cinema non ne conoscevo nemmeno uno, e in poco tempo ho scoperto un intero universo di siti interessanti, curati da gente competente e con una cultura cinematografica impressionante; ho letto e continuo a leggere, in giro per la “blogosfera”, analisi di film perfette, curate e dettagliate come non capita nemmeno nelle riviste specializzate, esposte sempre con semplicità ed umiltà. Ed è proprio questo l'aspetto più positivo: gli autori sono sempre disposti al dialogo e ad accettare opinioni divergenti, senza che nessuno mai si ritenga depositario di chissà quale verità cinematografica. </div><div style="text-align: justify;">I blog di cui sto parlando non sono pochi e mi hanno fatto scoprire una quantità enorme di film nuovi, e molti di questi ho la fortuna di averli fra i miei “blog amici”. Il “problema” è che continuo a scoprirne praticamente ogni giorno, ed ogni giorno ho l'impressione che Piano piano, sequenza... (eh, il titolo è venuto così, lo so...) sia meno interessante.</div><div style="text-align: justify;">Nel mio piccolo ho comunque deciso di non scoraggiarmi e di continuare. Le recensioni che scrivo sono brevi e poco approfondite (e mi fermo qui per non dire altro), ma mi diverto a scriverle e spero possano risultare anche solo un minimo interessanti a chi ha la pazienza di fermarsi qui da me e di leggere periodicamente i miei post. Fra i tanti difetti c'è anche quello dei “cuoricini” che danno il voto – ovviamente soggettivo e senza nessuna pretesa - al film, e che più di una volta ho pensato di togliere. </div><div style="text-align: justify;">Ad ogni modo, fra i pochi commentatori fissi e casuali, ci sono persone che in un certo senso ho conosciuto e che apprezzo molto, e questo mi basta.</div><div style="text-align: justify;">I ringraziamenti di cui parlavo all'inizio sono rivolti a tutti quelli che stanno leggendo questo post: ai blogger ma anche a quei lettori esterni che non si sono mai palesati ma che ogni tanto, magari, passano di qui. Ce ne saranno? Forse uno o due, a me piace pensarlo. </div><div style="text-align: justify;">Dovessi ringraziare tutti, questo diventerebbe un post troppo paraculo, e siccome già mi sembra di aver oltrepassato i limiti consentiti, scelgo di citarne tre in particolare:</div><div style="text-align: justify;"><a href="http://whiterussiancinema.blogspot.com/">Ford</a>, il primo a commentare sul blog, bevitore incallito che dal suo primo passaggio qui non ha praticamente mai smesso di partecipare.</div><div style="text-align: justify;"><a href="http://einzige-lunico.blogspot.com/">Alessio</a>, con cui mi sono trovato in sintonia sia per quanto riguarda il cinema che per la visione della società in cui viviamo, e questo mi ha fatto enormemente piacere.</div><div style="text-align: justify;">E <a href="http://waitingfortherightdoctor.splinder.com/">Alice</a>, il cui improvviso e dirompente arrivo da queste parti ha contribuito ad animare il blog. E anche per lei vale il discorso su cinema e società. </div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com21tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-58535939387124229122011-11-03T21:52:00.004+01:002012-02-13T01:46:33.198+01:00I guardiani del destino<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf2KyWlNha2G8iFPBHApRF7JBu4PiNQEdnH1R6momoq8UFfI11hllHXftpVl1M2kYGFEpiZ4IWBxfULwU4O_4n65GtQWb1muutMJm9tX_dKZOHz9yS6zV4HbaoBgwx7JIDWRqr8M9gQcs/s1600/i+guardiani+del+destino+locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf2KyWlNha2G8iFPBHApRF7JBu4PiNQEdnH1R6momoq8UFfI11hllHXftpVl1M2kYGFEpiZ4IWBxfULwU4O_4n65GtQWb1muutMJm9tX_dKZOHz9yS6zV4HbaoBgwx7JIDWRqr8M9gQcs/s320/i+guardiani+del+destino+locandina.jpg" width="213" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzCHaNKOBcjGWLBMiIovH5SIMiRmMOzE7GCaGvJp-OEdEaAw67nSBthXY9BI0cLY6HghTqefuzwYVWm7ZdMUdJDHe_twnz1RadtgAJutZQWng71EGS1W5NLb5A0upfN2mGEJ-jOlomHTs/s1600/15.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzCHaNKOBcjGWLBMiIovH5SIMiRmMOzE7GCaGvJp-OEdEaAw67nSBthXY9BI0cLY6HghTqefuzwYVWm7ZdMUdJDHe_twnz1RadtgAJutZQWng71EGS1W5NLb5A0upfN2mGEJ-jOlomHTs/s1600/15.jpg" /></a></div><br />
<i>The Adjustment Bureau</i><br />
<i>Di</i> <b>George Nolfi</b>, 2011 (USA), 106 min.<br />
<i>Con</i> <b>Matt Damon, Emily Blunt, Terence Stamp, Michael Kelly, Anthony Mackie</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>George Nolfi</b>, <i>tratto da un racconto di</i> <b>Philip K. Dick</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">La carriera di David Norris, giovane ed arrembante politico in procinto di diventare senatore, subisce un arresto improvviso a causa di alcune foto compromettenti scattate durante una festa con alcuni ex compagni di liceo. Consapevole della sconfitta, si rifugia nel bagno dell'albergo che ospita il suo intero staff per ripassare il discorso che dovrà tenere davanti ai suoi sostenitori delusi.</div><div style="text-align: justify;">Si dà il caso – ma non per caso, come direbbe Vonnegut – che in quel bagno si sia nascosta anche Elise, una giovane e promettente ballerina inseguita dal servizio d'ordine dell'albergo per essersi imbucata ad un matrimonio. I due si presentano e, com'è come non è, dopo due minuti due scatta il limone duro. Sul più bello entra però nel bagno l'assistente di Norris, che interrompe la magia e fa scappare la ragazza. I due si rivedono per caso – e questa volta è <i>davvero</i> per caso – solo alcuni mesi dopo, su un pullman, e hanno finalmente la brillante idea di scambiarsi i numeri di telefono. Ed è qui che entrano in gioco i guardiani del titolo: un grande gruppo organizzato di persone in giacca e cravatta che governa indirettamente il mondo influenzando le decisioni degli esseri umani. Chi sono davvero? Non si può sapere. Quel che è certo è che sono comandati dal <i>chairman</i>. Chi è il <i>chairman</i>? Non si può sapere nemmeno quello, se non che noi umani “lo chiamiamo in molti modi”. Una specie di dio, quindi. Bene...</div><div style="text-align: justify;">Questi simpatici guardiani, dicevo, hanno in serbo per David ed Elise altri piani, e faranno di tutto per impedire che si rivedano.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7C7pLq1LX4AISIf4tLReIfX1GwAnfN-xjq8URUhUYiRguYr5lPUpl2vcYbdzx8KghilMWoFaswN8JUQ1DijJUSVEUKFXQQchbKur-8g-fgVuyuiHtVLnfhgBrvQs8Nwv6b3g45D6gH8Q/s1600/i+guardiani+del+destino+scena+film+2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7C7pLq1LX4AISIf4tLReIfX1GwAnfN-xjq8URUhUYiRguYr5lPUpl2vcYbdzx8KghilMWoFaswN8JUQ1DijJUSVEUKFXQQchbKur-8g-fgVuyuiHtVLnfhgBrvQs8Nwv6b3g45D6gH8Q/s1600/i+guardiani+del+destino+scena+film+2.png" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;">Dal film d'esordio dello sceneggiatore George Nolfi non mi aspettavo nulla di particolare, anche se, in fondo, speravo potesse riuscire ad intrattenermi un minimo. Non è andata così. </div><div style="text-align: justify;"><i>The Adjustment Bureau</i> è un film che dall'inizio alla fine tende a rassicurare lo spettatore, tirando in ballo questioni importanti come libertà e libero arbitrio e trattandole con la stessa banalità di un quotidiano d'informazione. È un procedimento che ovviamente coinvolge anche il personaggio di David Norris, il politico anticonformista (?) che dà speranza ai giovani (e che viene riconosciuto ed applaudito da mezza discoteca in una delle scene più trash che io abbia mai visto), e che trova il suo culmine nella forzatissima ed americanissima inquadratura finale. Anche la presenza degli insipidi guardiani – “cattivi” senza esserlo, e quindi mai veramente interessanti – viene poi giustificata usando la solita e nauseante teoria secondo cui l'essere umano sarebbe un animale malvagio e violento che se lasciato solo, senza i loro ripetuti interventi, non causerebbe altro che guerre, olocausti e distruzione. Noia pura.</div><div style="text-align: justify;">Noiose anche le sequenze d'azione, basate sul fatto che grazie ad un cappello magico sia possibile teletrasportarsi da un posto all'altro semplicemente aprendo una porta. Andrebbe anche bene, se almeno ci fosse un po' di suspense.</div><div style="text-align: justify;">Nemmeno il lato romantico riesce a salvarsi, perché fra tutti gli inseguimenti e le paranoie sul destino dell'umanità, la storia d'amore fra Elise e David risulta soffocata e troppo poco credibile per suscitare interesse.</div><div style="text-align: justify;">Insomma, dovrebbe essere una sorta di thriller romantico fantascientifico; di thriller però non c'è nulla, di romantico poca roba e di fantascienza solo qualcosina. Cosa rimane? Niente, proprio niente.</div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcrEdH7b7TOA9V8YStns83_NazWiAqPrdEUVLex0cZs3Slt8YNjJv29CxwjICy8fIYwl-fXzeT6t0ePGgyK9fLc3mVZ0s51NwPC7-JDbGm2sJ8nJizUhkzrbXdVn4cpXlvgIa8jXkH9bY/s1600/i+guardiani+del+destino+scena+film.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcrEdH7b7TOA9V8YStns83_NazWiAqPrdEUVLex0cZs3Slt8YNjJv29CxwjICy8fIYwl-fXzeT6t0ePGgyK9fLc3mVZ0s51NwPC7-JDbGm2sJ8nJizUhkzrbXdVn4cpXlvgIa8jXkH9bY/s1600/i+guardiani+del+destino+scena+film.png" /></a></div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-6447397484837244296.post-54191031119517221822011-11-01T18:26:00.004+01:002012-02-13T02:22:00.573+01:00The Woman<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj5p6AKrUP5AuREjMPmQ74jLT9F8pPLFSTVxnbU0_D8sgKhcl3cNNuElb1f8tQJEFbV67W0ddTXDjmhInir3igGipSZ2hP2IZw20RpBuMMqSKm06WbhNl07pur_uEh39yo7Qv6lDKfWc4/s1600/the+woman+mckee+locandina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhj5p6AKrUP5AuREjMPmQ74jLT9F8pPLFSTVxnbU0_D8sgKhcl3cNNuElb1f8tQJEFbV67W0ddTXDjmhInir3igGipSZ2hP2IZw20RpBuMMqSKm06WbhNl07pur_uEh39yo7Qv6lDKfWc4/s320/the+woman+mckee+locandina.jpg" width="240" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1u7BGMdYAP50BfSfsX8tPgNmzyG7UVzlOoR0SzJad6jGMEWYe-Ge2AmroXWenR9AO6WCb5JR9Mj8ntqMdoUqF5-2AFYJaHtTzb2x7zssCO4QW-tQxaB-pxdclOxSzXD0-2RYWylhPbfE/s1600/40.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1u7BGMdYAP50BfSfsX8tPgNmzyG7UVzlOoR0SzJad6jGMEWYe-Ge2AmroXWenR9AO6WCb5JR9Mj8ntqMdoUqF5-2AFYJaHtTzb2x7zssCO4QW-tQxaB-pxdclOxSzXD0-2RYWylhPbfE/s1600/40.jpg" /></a></div><br />
<i>Di</i> <b>Lucky McKee</b>, 2011 (USA), 101 min.<br />
<i>Con</i> <b>Pollyanna McIntosh, Angela Bettis, Sean Bridgers, Lauren Ashley Carter, Carlee Baker</b><br />
<i>Scritto da</i> <b>Lucky McKee, Jack Ketchum</b><br />
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<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Se Lucky McKee continua così, presto sfornerà un vero e proprio capolavoro, anche se, in un certo senso, questo <i>The Woman</i> già lo è.</div><div style="text-align: justify;">Chris, avvocato di successo e padre di famiglia, scopre per caso la tana di The Woman, una ragazza selvaggia cresciuta nei boschi (per saperne di più occorrerebbe forse vedere <i>The Offspring</i>, di cui <i>The Woman</i> è il seguito). Decide quindi di catturarla per poterla “civilizzare”.</div><div style="text-align: justify;">Rinchiusa in una specie di rifugio sotterraneo, la donna subirà ogni sorta di maltrattamenti e violenze. </div><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJY8GueyFRh7drMumMZKCAXV8ZnuwZtHFK9h_E7RMIdPSSacsOarDWoRZCGwABMfr0V0KYTltFWKm-JHp-2Xus1HSoT5x6GincP2akgG-M5X8Dvfjj8TdI8TmNY5ICz7xXW-zILUhzxKY/s1600/the+woman+mckee+2011+scena.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJY8GueyFRh7drMumMZKCAXV8ZnuwZtHFK9h_E7RMIdPSSacsOarDWoRZCGwABMfr0V0KYTltFWKm-JHp-2Xus1HSoT5x6GincP2akgG-M5X8Dvfjj8TdI8TmNY5ICz7xXW-zILUhzxKY/s1600/the+woman+mckee+2011+scena.png" /></a></div><br />
<div style="text-align: justify;"><i>The Woman</i> può essere definito senza problemi un film horror, ma così come aveva fatto in <i>May</i>, McKee va ben oltre e dimostra di essere un regista capace di trattare temi complicati e profondi con una scioltezza ammirevole.</div><div style="text-align: justify;">Il suo bellissimo film d'esordio era una specie di ritratto acuto e sensibile di una ragazza esclusa che non chiedeva altro che un po' di attenzione. La solitudine, il sentirsi diversi e incompresi... tematiche già viste e riviste in decine di film, ma sovente in modo molto più banale e conformista. </div><div style="text-align: justify;">Qui McKee parla della donna, di violenza domestica, dei comportamenti malsani frutto di un'educazione distorta e autoritaria, arrivando pure a chiedersi cosa significhi davvero la parola <i>civiltà</i>.</div><div style="text-align: justify;">Il film parte lentamente e il regista, come al solito, preferisce prima mostrarci i personaggi insistendo – ma neanche troppo – sulle dinamiche che regolano i loro rapporti. Si capisce subito che all'interno della famiglia di Chris qualcosa non va: c'è disagio, paura, soggezione. Poi, di colpo, la scena dello schiaffo. Talmente improvvisa da far rabbrividire, con la telecamera fissa sul viso della moglie che a stento trattiene le lacrime; e tutto ciò che fino a quel momento McKee aveva solo suggerito, ora te lo mostra violentemente, quasi con cattiveria. Da qui in poi il film diventa davvero potente e disturbante, senza però mai risultare esagerato. Da notare l'uso perfetto di una colonna sonora (simile a quella di <i>May</i>) che mai ci si aspetterebbe di sentire in certe scene.</div><div style="text-align: justify;">Non si capiscono comunque le accuse di misoginia che sono state rivolte al film e a McKee, ma ormai basta che esca una pellicola un po' diversa dal solito in cui vi siano elementi che riguardino anche solo in parte i conflitti fra i due sessi per sentire roba tipo “film sessista”, “regista misogino” e "sceneggiatore depravato”. Con <a href="http://pianopianosequenza.blogspot.com/2011/08/nove.html">Antichrist</a> d'altronde era successa la stessa cosa. In entrambi i film, ovviamente, di antifemminista non c'è proprio nulla. </div><br />
<div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitLQVsJ0PXyCqHCRcF6IMkEEIMaXJC2ElJKE6GiNgD9w9xAJNoRklTVKO3Spj6N7Ou7y_APdyCsFy-XKjqLfbLeSDcnWJ02U1CyhXxVHHZ0c_uiLdgBCDhRYgaUj81jN9Jzi9z1Fw4XdA/s1600/the+woman+mckee+bettis.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitLQVsJ0PXyCqHCRcF6IMkEEIMaXJC2ElJKE6GiNgD9w9xAJNoRklTVKO3Spj6N7Ou7y_APdyCsFy-XKjqLfbLeSDcnWJ02U1CyhXxVHHZ0c_uiLdgBCDhRYgaUj81jN9Jzi9z1Fw4XdA/s1600/the+woman+mckee+bettis.png" /></a></div><br />
</div>moderatamente ottimistahttp://www.blogger.com/profile/05730535229608384134noreply@blogger.com17