Come per la precedente classifica, ho preso in considerazione unicamente l'anno di produzione e non quello di uscita nelle sale. C'è un po' di tutto: drammatico, thriller, horror, commedia... tutti i film che più mi hanno coinvolto.
Scegliere l'ordine è stato un po' complicato, ma mi sono divertito. Buona visione!
20. La guerre est déclarée
Di Valérie Donzelli (Francia), 100 min.
Con Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm
Roméo e Juliette si conoscono ed è subito amore. Fanno un figlio, ma dopo qualche segnale preoccupante scoprono che è affetto da una rara forma di tumore al cervello.
Trama pesante per un film che pesante non è. Almeno non troppo. In giro per i vari Festival a cui ha pertecipato ha riscosso parecchio successo, qualcuno l'ha addirittura paragonato a certi film della Nouvelle Vague. Personalmente mi aspettavo qualcosina in più, e a parer mio c'è forse qualche ingenuità di troppo, ma è vero che la atmosfere sono particolari e il film merita comunque una visione.
19. 50/50
Di Jonathan Levine (USA), 100 min.
Con Joseph Gordon-Levitt, Anna Kendrick, Seth Rogen, Bryce Dallas Howard
Adam, ventisettenne anni, lavoro in radio e relazione complicata, scopre di avere un tumore.
Tratto dalla sceneggiatura autobiografica di Reiser, 50/50 si situa a metà fra il dramma e la commedia, senza essere né troppo strappalacrime né troppo demenziale. Scherzare su un soggetto del genere non è facile, ma Levine e Reiser hanno le idee ben chiare e ogni scena ha un suo perché. Non mi aspettavo molto, ma pur non essendo nulla di indimenticabile è riuscito a stupirmi.
18. Fright Night
Di Craig Gillespie (USA, India), 106 min.
Con Anton Yelchin, Colin Farrell, David Tennant, Toni Collette, Imogen Poots
Uno studente di liceo, preoccupato dall'arrivo di un nuovo vicino, incomincia a sospettare che quest'ultimo sia un vampiro. Nel frattempo, ha inizio una strana catena di omicidi.
Remake dell'omonimo film di Holland del 1985 che ammetto di non aver visto, Fright Night è un film scritto e diretto con intelligenza che riesce a spaventare e divertire insieme, regalando anche qualche piccola scena culto come quella delle pallottole per licantropi. Nonostante qualche sbavatura e un finale scontato, non me la sono sentita di non includerlo nella classifica.
17. Tyrannosaur
Di Paddy Considine (UK), 91 min.
Con Peter Mullan, Olivia Colman, Eddie Marsan
Joseph, persona triste e solitaria preda di incontrollabili scatti d'ira, riesce a trovare un po' di conforto in Hannah, una commessa incontrata quasi per caso. I due si accorgono di avere inaspettatamente qualcosa in comune e iniziano a frequentarsi, ma il carattere di Joseph e il marito violento e possessivo di Hannah complicano le cose. Ottimo esordio alla regia di Considine, che scrive e dirige una storia triste e pessimista col prezioso aiuto di un Mullan impeccabile. Peccato solo per una parte finale non all'altezza del resto del film. Consigliatissimo agli amanti dei drammi britannici.
16. Il ragazzo con la bicicletta
Di Jean-Pierre e Luc Dardenne (Francia, Belgio, Italia), 87 min.
Con Cécile de France, Thomas Doret, Jérémie Renier
Rinchiuso in un centro di accoglienza per bambini, Cyril prova in tutti i modi a rintracciare il padre che lo ha abbandonato. Incontra per caso Samantha, una parrucchiera disposta ad aiutarlo.
Dramma intenso e realista sulle solite incompresioni fra adulti e bambini. Nulla di nuovo, ma lo stile dei Dardenne è efficace e coinvolgente.
15. A Lonely Place To Die
Di Julian Gilbey (UK), 99 min.
Con Melissa George, Ed Speelers, Eamonn Walker
Durante una passeggiata in mezzo alle Highlands scozzesi, cinque amici scalatori scoprono una bambina rinchiusa in un buco sottoterra. La liberano, ma non appena decidono di recarsi al villaggio più vicino per chiamare aiuto, vengono braccati da due uomini armati di fucile.
Gilbey prende elementi dal cinema horror, thriller e action e con un budget relativamente ristretto costruisce un piccolo film solido e onesto. Non sarà molto originale, ma riesce a tenere alto il livello fino alla fine grazie ad un buon ritmo e – cosa sempre più rara in pellicole di questo tipo – dialoghi sensati e personaggi che agiscono in modo intelligente.
Mi piace il genere e ne aspettavo l'uscita da un po', ma al di là di tutto resta un buon film.
14. Melancholia
Di Lars von Trier (Danimarca, Svezia, Francia, Germania), 136 min.
Con Kirsten Dunst, Charlotte Gainsbourg, Kiefer Sutherland, Alexander Skarsgård, Charlotte Rampling, John Hurt, Udo Kier
Rinchiuse in una villa isolata dal mondo, due sorelle si ritrovano a dover affrontare i loro problemi personali mentre un misterioso pianeta chiamato Melancholia rischia di entrare in collisione con la Terra.
Dramma catastrofico ovviamente ben lontano dall'essere fracassone, interamente ambientato in una lussuosa villa dell'alta borghesia. È diviso in due parti. Nella prima, se non fosse per la fotografia e alcuni effetti speciali, sembrerebbe quasi di ritrovarsi in un classico film Dogma. Nella seconda von Trier cambia registro e si concentra principalmente sul modo in cui le due sorelle vivono l'inesorabile avvicinarsi di Melancholia, subendone la magica influenza. Non ho sempre gradito la descrizione dei personaggi e per quanto mi riguarda von Trier ha fatto di meglio, ma rimane sicuramente una pellicola coinvolgente.
13. Another Earth
Di Mike Cahill (USA), 92 min.
Con Brit Marling, William Mapother
Le vite di una giovane studentessa e di un famoso compositore si scontrano in contemporanea con la scoperta di un nuovo pianeta in tutto e per tutto uguale al nostro.
Se non fosse per la presenza della Terra 2, sarebbe probabilmente un film drammatico come tanti, ben diretto e interpretato ma privo di originalità. L'atmosfera irreale ed inquietante dovuta alla scoperta del nuovo pianeta lo rende però estremamente particolare. È un trucco che con me ha funzionato.
12. The Future
Di Miranda July (Germania, USA), 91 min.
Con Miranda July, Hamish Linklater, David Warshofsky
Sophie e Jason decidono di adottare un gatto ferito, ma prima di poterlo portare a casa devono aspettare trenta giorni, il tempo necessario perché si riprenda. Pensando a quanto il gatto modificherà il loro quotidiano e necessiterà della loro cure, i due cambiano radicalmente visione della vita, abbandonano il lavoro e si dedicano ad inusuali progetti personali, arrivando addirittura a modificare lo spaziotempo.
Nel frattempo il gatto riflette sulla propria esistenza e... sull'esistenza in generale.
Una sceneggiatura coraggiosa che rischiava di trasformarsi in un grande e pretenzioso pasticcio, diventa invece un film delicato e atipico sulla vita di coppia e sulla paura di sentirsi soli.
11. Red State
Di Kevin Smith (USA), 88 min.
Con Michael Angarano, Nicholas Braun, Ronnie Connell, Kaylee DeFer, John Goodman
Tre giovani studenti convinti di recarsi ad un appuntamento con una donna disposta a fare sesso, si imbattono in un violento gruppo di fondamentalisti religiosi. L'intervento delle istituzioni non farà che peggiorare le cose, mostrando il vero volto di un sistema malato.
Che Kevin Smith non gradisse molto religioni e governi lo si era capito da tempo. Qui però ce lo dice abbandonando i toni da commedia e mettendo in scena un film disperato, pessimista e violento. Non c'è speranza, nemmeno alla fine.
10. Attack the Block
Di Joe Cornish (UK, Francia), 88 min.
Con John Boyega, Jodie Whittaker, Nick Frost
Un gruppo di ragazzini si ritrova a dover difendere il proprio quartiere da un'orda di inferociti mostri alieni.
Azione, risate, sangue e qualche velata ma non banale critica sociale. Quando il cinema britannico decide di unire la commedia a generi come l'horror e la fantascienza, è raro che il risultato non sia gradevole. In questo caso è addirittura ottimo. Per quanto mi riguarda è il film più divertente dell'anno.
9. Tomboy
Di Céline Sciamma (Francia), 84 min.
Con Zoé Héran, Malonn Lévana, Mathieu Demy, Sophie Cattani, Jeanne Disson
Una bambina di dieci anni appena trasferitasi nei dintorni di Parigi col resto della famiglia, viene scambiata per un ragazzo e accolta in quanto tale da Lisa e dal suo gruppo di amici. Lei starà al gioco, ma dovrà pagarne le conseguenze.
Per me è stata una delle migliori sorprese dell'anno. Riesce a descrivere i problemi di Zoé con passione e tenerezza senza mai tentare di strafare o di cercare il colpo di scena ad ogni costo. Non succede molto, ma è perfetto così.
8. Snowtown
Di Justin Kurzel (Australia), 119 min.
Con Lucas Pittaway, Daniel Henshall, Bob Adriaens
È la storia di John Bunting, serial killer australiano autore di numerosi ed efferati omicidi, e di Jamie, il ragazzo sedicenne con cui entra in contatto dopo averne conosciuto la madre. Pur rendendosi conto dello strano carattere di John e dei pericoli a cui va incontro frequentandolo, Jamie ne rimane affascinato, guadagnandosi la sua fiducia ed entrando a far parte della sua banda.
Cupo e violento, malgrado un ritmo non troppo sostenuto riesce a non dare un attimo di tregua allo spettatore. Messa in scena solidissima e recitazioni impeccabili lo rendono uno dei film più intensi e disturbanti dell'anno.
7. Una separazione
Di Asghar Farhadi (Iran), 123 min.
Con Peyman Maadi, Leila Hatami, Sareh Bayat, Sarina Farhadi
Simin vorrebbe andarsene ed incominciare una nuova vita in un altro paese, ma suo marito Nader preferisce restare per occuparsi del padre malato di Alzheimer. L'unico elemento che li tiene ancora insieme è la figlia Termeh.
Farhadi, dopo una partenza lenta ma necessaria, riesce a trasmettere tensione con una storia semplice quanto emblematica. Le due coppie che per questioni religiose si ritrovano costrette ad affrontarsi davanti ad un giudice, come se non ci potesse essere un punto d'incontro più immediato, rappresentano in modo perfetto tutta l'incomunicabilità che il regista intende trasmettere. Aggirando abilmente la censura, Farhadi non si limita a parlare del proprio paese, ma offre spunti per tutti. Sicuramente da vedere.
6. The Tree of Life
Di Terrence Malick (USA), 139 min.
Con Brad Pitt, Jessica Chastain, Sean Penn
La storia di Jack, dei suoi genitori così diversi tra loro, dei suoi fratelli e del modo in cui se li ricorda da adulto.
La paura di assistere ad un film religioso è passata dopo i primi dieci minuti. La famiglia di Jack viene usata come pretesto per concentrarsi su altro e Malick si sfoga parlando di vita, morte e Natura. Dei suoi è forse quello che mi è piaciuto meno, ma questo, oltre ad essere sicuramente il più ambizioso, è probabilmente anche quello diretto meglio.
5. La pelle che abito
Di Pedro Almodóvar (Spagna), 117 min.
Con Antonio Banderas, Elena Anaya, Marisa Paredes
Un rinomato chirurgo ossessionato dalla morte della moglie sta mettendo a punto un tipo di pelle artificiale resistente a tagli e bruciature. Per i suoi esperimenti si serve di una donna che tiene rinchiusa in una stanza della sua villa e che non sembra avere la minima intenzione di scappare.
Non sono mai stato un grande fan di Almodóvar, ma dei pochi che ho visto questo è subito diventato il mio preferito. Il regista riprende alcui dei suoi temi più cari in un thriller morboso e bizzarro, che riesce a mantenersi credibile nonostante una sceneggiatura quantomeno stravagante.
In certe scene è inevitabile pensare al bellissimo Occhi senza volto, di Franju. Qui non ci troviamo a quei livelli, ma il risultato finale è comunque sorprendente.
4. Rundskop
Di Michael R. Roskam (Belgio), 124 min.
Con Matthias Schoenaerts, Jeroen Perceval, Jeanne Dandoy, Barbara Sarafian
Storia di odio e violenza nell'ambiente degli allevatori di bestiame. Jacky, costretto ad assumere steroidi fin da bambino, si ritrova con le spalle al muro dopo il misterioso omicidio di un poliziotto e l'incontro con una vecchia conoscenza.
Non sapevo bene cosa aspettarmi, da questo Rundskop, e mi sono trovato davanti ad un piccolo e potente capolavoro. Regia perfetta, ottima sceneggiatura e ritmo che sale progressivamente fino all'indimenticabile finale. Da vedere.
3. Super 8
Di J.J. Abrams (USA), 112 min.
Con Joel Courtney, Elle Fanning, Riley Griffiths, Ryan Lee, Zach Mills, Kyle Chandler, David Gallagher, Bruce Greenwood
Recensito poco fa. Joe ed il suo gruppo di amici assistono al deragliamento di un treno militare. Da uno dei vagoni riesce a scappare un alieno e da quel momento le loro vite cambieranno radicalmente.
Abrams ripropone il vecchio modo di affrontare il cinema di fantascienza e riesce ad incantare per quasi due ore.
2. The Woman
Di Lucky McKee (USA), 101 min.
Con Pollyanna McIntosh, Angela Bettis, Sean Bridgers
Un avvocato di successo scopre per caso la tana di una ragazza selvaggia cresciuta nei boschi. Decide quindi di catturarla per poterla civilizzare.
Un film profondo e disturbante che parla della donna ma soprattutto del significato della civiltà e dell'educazione. Se in Freaks i buoni erano i “mostri”, qui sono indubbiamente quelli che la cosidetta civiltà ancora non l'hanno sperimentata. McKee si conferma un autore sempre più valido.
1. Drive
Di Nicolas Winding Refn (USA), 100 min.
Con Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Albert Brooks, Christina Hendricks, Ron Perlman
Un meccanico che nel tempo libero fa anche lo stuntman per Hollywood e l'autista nella rapine, si ritrova in trappola dopo aver provato ad aiutare il marito della donna di cui si è appena innamorato.
Primo posto telefonatissimo per una delle regie migliori che mi sia mai capitato di vedere. C'è poco da aggiungere, Refn trasforma una sceneggiatura apparentemente banale in un capolavoro.