sabato 8 gennaio 2011

Pierrot le fou - Il bandito delle ore undici



Pierrot le fou
Di Jean-Luc Godard, 1965 (Francia, Italia)
Con Jean-Paul Belmondo, Anna Karina
Scritto da Jean-Luc Godard, tratto dal libro di Lionel White
Montaggio di Françoise Collin
Fotografia di Raoul Coutard
Musiche di Antoine Duhamel
Durata: 110 min.

Pierrot (che si chiama Ferdinand) abbandona la famiglia e la società borghese a cui appartiene per scappare con la nipote di un suo amico immischiata in loschi traffici. Dopo aver commesso un omicidio inizieranno un lungo e surreale viaggio senza meta.
Godard ama spesso ricordare allo spettatore che si trova davanti a un film. E se in una scena Belmondo si gira addirittura verso la camera per parlare direttamente al pubblico, con la Karina che gli chiede "con chi parli?" e lui che per nulla imbarazzato le risponde "con lo spettatore", il resto del film si basa comunque su una narrazione provocatoria e disordinata, piena di rimandi e citazioni che nulla hanno a che vedere con la trama. Si parla della guerra in Vietnam e di come viene raccontata dai media, del valore dell'arte e dei sentimenti (Pierrot, appassionato di letteratura, dice a Marianne, amante della musica: "Non si può avere una conversazione seria con te, non hai mai idee, solo sentimenti". "Non è vero" - risponde lei - "ci sono delle idee nei sentimenti"), di una società che iniziava già a diventare pesantemente consumista e ipocrita ("La civiltà dei culi" - dice Pierrot guardando la pubblicità di pantaloni attillati in un giornale), di un mondo triste ma anche pieno di vita, di imprevisti, di assurdo. Tutti sentimenti forti e contrastanti che si scontrano con una generale sensazione di incomunicabilità.
È un film provocatorio e rivoluzionario, romantico e spietato, surreale ma anche esageratamente sincero e spontaneo. Il ghigno di Pierrot e la vitalità di Marianne si fanno amare, e ci si ritrova a seguire con passione e interesse il loro continuo vagare nella Francia ma anche sullo schermo, quando sembrano muoversi senza logica, saltando sui tronchi o improvvisando un balletto in una delle due o tre parti cantate della pellicola. Stupendo.

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