venerdì 21 gennaio 2011
Cinque pezzi facili
Five easy pieces
Di Bob Rafelson, 1970 (USA)
Con Jack Nicholson, Karen Black, Billy Green Bush, Lois Smith, Susan Anspach
Scritto da Adrien Joyce (Carole Eastman), Bob Rafelson
Montaggio di Christopher Holmes, Gerald Shepard
Fotografia di László Kovács
Durata: 98 min.
Robert rinnega le sue origini e si trasferisce in California per fare l'operaio. Si stabilisce con Rayette, trascorrendo la maggior parte del tempo con lei e altri due amici che però non riescono a colmare il vuoto che sente dentro. Un giorno va a trovare la sorella pianista, che gli parla del padre malato. Robert decide quindi di andare a trovarlo, portando con sé Rayette, che nonostante il suo atteggiamento indisponente non riesce a fare a meno di lui.
Cinque pezzi facili è sicuramente legato all'epoca in cui è uscito, ma l'insoddisfazione di Robert, i suoi dubbi e l'indifferenza verso la società che lo circonda sono ancora validi quarant'anni dopo. Forse ancora di più.
Robert ha quello che gli serve ma non quello che vuole; quello che vuole non lo sa nemmeno lui. Continua a cercare senza sapere dove, si lascia guidare dalle circostanze e dagli amici, ma poi li lascia e fugge via, deluso, magari anche incazzato. Come nella scena con la cameriera: lui chiede qualcosa di semplice, ma che non si può avere perché non è scritto nel menu, non è previsto. E allora reagisce. Oppure se ne frega, come quando si reca al lavoro col suo amico Elton. I due rimangono bloccati nel traffico, Robert scende dalla macchina e si mette a suonare il piano su un camion poco davanti a loro, senza che l'autista nemmeno se ne accorga, e quando il camion riparte e esce dall'autostrada lui non ci bada, rimane lì a suonare, lasciando il suo amico solo in mezzo al traffico.
È un film sul disagio e l'inadeguatezza in cui la critica avviene senza che si punti il dito contro qualcosa o qualcuno, eppure la si avverte, e finisce per diventare opprimente. Il personaggio di Robert è studiato nei minimi particolari, vittima di un qualcosa di indefinito a cui si ribella senza vincere né perdere.
Se anche il film non dovesse piacere, c'è Jack Nicholson che dà lezioni di recitazione, quindi non si rimane comunque delusi.
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Un ottima pellicola, pieno Cinema d'autore made in Usa seventies, un'altra categoria di quelle "come non se ne fanno più".
RispondiEliminaOttimo Nicholson.
Dovrò rispolverarlo, sono anni che non lo rivedo.
Proprio come Nick mano fredda. ;)
RispondiEliminaIo l'ho visto due giorni fa per la prima volta, mi ha proprio colpito.