martedì 11 gennaio 2011

Ucciderò un uomo



Que la bête meure
Di Claude Chabrol, 1969 (Francia, Italia)
Con Michel Duchaussoy, Caroline Cellier, Jean Yanne, Anouk Ferjac
Scritto da Claude Chabrol, Paul Gégauff, tratto dal romanzo di Nicholas Blake
Montaggio di Jacques Gaillard
Fotografia di Jean Rabier
Musiche di Pierre Jansen
Durata: 110 min.

Girato fra due chicche come Stéphane, una moglie infedele e Il tagliagole, questo film di Chabrol ha forse meno fascino, ma rimane comunque una tappa fondamentale della filmografia dell'"Hitchcock francese". Basato più sul dolore e il desiderio di vendetta del protagonista che sulle atmosfere misteriose di altri thriller di Chabrol, è la storia di Charles, un vedovo scrittore a cui un pirata della strada investe il figlio, uccidendolo. Il suo pensiero fisso sarà quello di ritrovarlo e ucciderlo, ma se i primi mesi di ricerca non danno frutti, è il caso a metterlo sulla buona strada, e grazie a un contadino della zona riesce a scoprire che l'uomo che cerca era in compagnia di Hélène, un'attrice di poco successo che inizierà a corteggiare per raggiungere il suo scopo.
Ucciderò un uomo ("Che la bestia muoia" in originale) è un film elegante e misurato, la cui seconda parte è diretta in modo quantomeno inusuale: lo scrittore trova l'assassino, ma invece di passare all'azione Chabrol preferisce introdurci nel suo mondo, descrivendo un personaggio fastidioso e fondamentalmente cattivo, odiato da quasi tutti i famigliari, figlio compreso. Questo procedimento permette al regista di costruire una parte finale ambigua e inaspettata, ma sicuramente d'impatto.
Da ricordare alcune scene magistrali, come la prima apparizione del perfido Paul, perfettamente interpretato da uno Jean Yanne rozzo e volgare, che rivedremo poi nei panni del macellaio de Il tagliagole.

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