lunedì 24 gennaio 2011
Bande à part
Di Jean-Luc Godard, 1964 (Francia)
Con Anna Karina, Samy Frey, Claude Brasseur, Danièle Girard, Louisa Colpeyn
Scritto da Jean-Luc Godard, tratto dal romanzo "Fool's Gold" di Dolores Hitchens
Montaggio di Françoise Collin, Dahlia Ezove, Agnès Guillemot
Fotografia di Raoul Coutard
Musiche di Michel Legrand
Durata: 95 min.
Franz e Arthur (Rimbaud?) sono entrambi innamorati di Odile, una giovane studentessa di lingue. Quando lei confessa che nella villa in cui abita con sua zia è nascosta una grossa somma di denaro, i due progettano di impossessarsene. Sarà proprio Odile ad aiutarli, ma non tutto andrà per il verso giusto.
Rispetto ad altri film dello stesso periodo di Godard, Bande à part è sicuramente più canonico. Questo non impedisce al regista di interrompere la narrazione quando più gli aggrada, di far osservare agli attori un minuto di silenzio – che in realtà dura un po' meno - semplicemente perché non hanno niente di interessante da dirsi o di parlare direttamente allo spettatore (la voce fuori campo è la sua) dei sentimenti dei personaggi, magari divertendosi a far loro visitare di corsa il Louvre battendo di qualche secondo il record mondiale di velocità. Ad ogni modo la sceneggiatura si concentra principalmente sulle vicende dei tre scanzonati, teneri, spensierati, disillusi e disincantati protagonisti, senza particolari divagazioni come in molti altri suoi lavori della nouvelle vague.
Eppure il fascino non ne risente affatto, e il tocco del regista è come sempre riconoscibile, con quella specie di umorismo presente anche nelle scene più drammatiche, la voglia di vivere, le scene cantate, i dialoghi assurdi...
Meno ambizioso di altri suoi capolavori, si potrebbe quasi dire che qui Godard non fa altro che mettere in scena una semplice storiella di furti, amori e tradimenti, uno di quei film di serie b a cui due anni prima aveva pure dedicato Questa è la mia vita, e che infatti finisce così, “come un romanzo a buon mercato”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Questo ancora non l'ho visto, ma non me lo farò mancare ancora a lungo.
RispondiEliminaGrande Godard, a volte un pò troppo pretenzioso, ma di certo un pioniere.
Penso proprio che ti piacerà. Godard, anche nei momenti in cui può sembrare pretenzioso, riesce comunque a stupirmi o a strapparmi un sorriso. Un grande, mi piace troppo! :D
RispondiEliminacapolavoro!
RispondiEliminadei suoi, uno dei miei preferiti. sceneggiatura perfetta, personaggi perfetti e il solito tocco godardiano.
Inconfondibile Godard! :)
RispondiEliminaFinora non mi ha mai deluso, ma ancora non ne ho visti molti. Il mio preferito forse per ora rimane Pierrot le fou, ma è comunque difficile scegliere.
mi accodo: esclusi gli ultimi lavori, è sempre stato all'altezza. di preferiti suoi ne ho tantissimi: Bande à part, Pierrot le fou, Il disprezzo, Detective. però devo dire che quello che ho amato di più (sarà perché è il primo che ho visto?) è Fino all'ultimo respiro. per me quello rimane insuperabile!
RispondiEliminaIl disprezzo è nella mia lista d'attesa. Nei prossimi giorni lo vedrò. Anch'io ho iniziato dal rivoluzionario Fino all'ultimo respiro, bellissimo anche quello.
RispondiEliminaQuasi sicuramente, allora, avrai visto "Vivre sa vie", che vanta -tra le altre cose- un piano sequenza strepitoso. Dovrebbe decisamente essere nelle tue corde...
RispondiEliminaGrazie Cotone, visto e apprezzato! ;)
RispondiEliminaAnche in quello la scena del ballo è fantastica.
Devo assolutamente capire perché Tarantino ha preso il titolo del film per la casa di produzione, perché Bertolucci ha ripreso la scena del Louvre, devo capire perché non ho ancora mai visto un film di Godard...
RispondiEliminaGegio, rimedia appena possibile! :D
RispondiElimina