venerdì 19 agosto 2011

Nove



Una settimana senza modem. Ottenerne uno di ricambio è stato molto più difficile del previsto. Alla fine ce l'ho fatta, ma pur potendo connettermi non ho aggiornato il blog né lasciato commenti in giro; magari passavo, ma senza farmi vedere.
Comunque, come a volte capita su WFTRD, faccio una specie di carrellata di una parte dei film che mi sono visto (o rivisto) ultimamente, e anche se di solito tendo a non parlare di quelli che non mi sono piaciuti, uno era talmente ridicolo che non ho potuto non metterlo. Sono tanti, probabilmente avrei dovuto dividerli in più post, ma mi andava di fare così... Complimenti a chi arriva fino in fondo!

Atto di forza – Paul Verhoeven, 1990, 113 min.
Con Arnold Schwarzenegger, Michael Ironside, Sharon Stone

Se ne parlava qui, e allora, dopo anni e anni, mi è venuta voglia di rivederlo. Me lo ricordavo bello, ma non fino a questo punto: Atto di forza è un capolavoro!
Tratta da un racconto di Dick che non ho letto, la storia è questa: un operaio (Schwarzenegger), tormentato da incubi in cui si ritrova a morire soffocato sulla superficie di Marte, viene attirato dalla reclame di un'azienda che offre una vasta gamma di “ricordi” da inserire nel cervello del cliente, e che gli permetteranno di riviverli senza problemi. In pratica è un po' il contrario di quello che succede qui . La moglie e un suo collega sembrano particolarmente colpiti da questo suo interesse, e provano in tutti i modi a farlo desistere, facendogli presente che il processo tramite cui i ricordi vengono inseriti nella mente può causare gravi danni al cervello. Lui all'inizio si fa convincere, ma poi finisce per cambiare idea e si sottopone all'operazione. Qualcosa però va storto, il tentativo di innesto fa tornare a galla vecchi ricordi, e Arnold scopre di essere già stato su Marte in qualità di agente segreto. Ma per chi lavorava davvero? E chi è stato a cancellargli la memoria?
Verhoeven, tre anni dopo RoboCop, tira fuori quello che per me è senza dubbio il suo film migliore (quelli precedenti al suo trasferimento negli USA non li ho visti). Ottima regia, buona sceneggiatura, effetti speciali impressionanti ancora oggi... è tutto talmente curato che pure Schwarzenegger risulta credibile. Immancabile.


Antichrist – Lars von Trier, 2009, 108 min.
Con Charlotte Gainsbourg, Willem Dafoe

Lui e lei fanno l'amore; nessun suono, solo musica classica ad alto volume ed immagini esplicite. Nel frattempo il figlioletto riesce ad uscire dal lettino, si arrampica sul davanzale, perde l'equilibrio e cade nel vuoto: morte istantanea. Tormentata dai sensi di colpa, lei entra in crisi e, priva di forze, è costretta a passare un mese in ospedale. Lui, psicologo, non condivide la metodologia con cui i dottori del posto curano la moglie, allora inizia ad occuparsene in prima persona, e per iniziare la terapia la porta in una casa sperduta in mezzo ai boschi.
Uscito in seguito a un lungo periodo di depressione di von Trier, Antichrist è un film complesso a cui è possibile dare un'infinità di definizioni e significati. Durante la visione non ho minimamente provato a pensare ai vari riferimenti religiosi presenti al suo interno (almeno credo) e ho visto il tutto come una specie di film sul superamento di un trauma, sui problemi di coppia e, soprattutto, sulla donna. Accusato di essere profondamente misogino, io l'ho trovato in realtà quasi femminista. Ma probabilmente sbaglio io, non so... Ad ogni modo mi ha coinvolto non poco. Stilisticamente magnifico, curato e perfettamente recitato, riesce nell'intento di disturbare profondamente lo spettatore. Certo è facile odiarlo, ma merita comunque di essere visto.


The Ward - John Carpenter, 2010, 88 min.
Con Amber Heard, Mamie Gummer, Danielle Panabaker, Lyndsy Fonseca, Jared Harris

Non avevo mai avuto l'occasione di “aspettare” un film di Carpenter. Anzi sì: Vampires e Fantasmi da Marte, ma non contano, perché all'epoca ancora non lo adoravo come lo adoro ora. I precedenti, invece, li ho tutti recuperati parecchi anni dopo l'uscita.
Qui siamo sicuramente lontanissimi da capolavori come Essi Vivono, La Cosa o Distretto 13: le brigate della morte, e non vengono nemmeno raggiunti i livelli del sottovalutatissimo Christine o di Grosso guaio a Chinatown, eppure non ci si annoia mai e il film è nell'insieme davvero godibile. Purtroppo la maggior parte degli spaventi sono provocati da rumori improvvisi a tutto volume col “cattivo” che sbuca dal nulla, la trama è banale e la recitazione non è certo indimenticabile, ma Carpenter riesce comunque a svolgere più che discretamente il proprio compito. Molto bella l'ambientazione anni '60. I tre cuori sono di stima, ma va be'...

Niente da nascondere - Michael Haneke, 2005,  117 min.
Con Daniel Auteuil, Juliette Binoche

Era forse il film che mi mancava per capire meglio il cinema di Haneke. Funny Games, ad esempio, proprio non mi era andato giù, mentre ero rimasto impressionato da La Pianista. Poi, su consiglio di Einzige, ho recuperato questo Caché (nascosto), tradotto Niente da nascondere, e l'ho trovato fantastico.
Georges e Anne ricevono una serie di nastri contenenti ore e ore di registrazioni della loro casa, ripresa da fuori da una telecamera fissa. All'inizio lo prendono come una specie di scherzo ma poi, insieme ai nastri, ricevono anche degli inquietanti disegni. Quando, al posto del solito video della facciata della casa, ricevono una registrazione della vecchia tenuta di campagna di Georges, questi inizia a farsi un'idea di chi possa essere il mittente, e si mette sulle sue tracce.
Le intenzioni di Caché ricordano in parte quelle di Funny Games: mostrare il lato più realistico della violenza – in questo caso soprattutto psicologica –, rendendo il disagio il più veritiero possibile. Haneke non dà risposte chiare e rende lo spettatore una sorta di guardone. È un film quasi perfetto, perché ogni scena, anche quella apparentemente più insignificante, riesce a trasmettere il malessere e il fastidio provato dai protagonisti. Bellissimo.

World Invasion - Jonathan Liebesman, 2011, 116 min.
Con Aaron Eckhart, Michelle Rodriguez, Ramon Rodriguez

La trama è la solita: gli alieni ci invadono. Questa volta però la sceneggiatura si concentra unicamente sui belli, coraggiosi, politicamente corretti, leali, patriottici e profumati marines del gloriosissimo esercito americano.

Ora, che gli eserciti di ogni tipo siano una delle dimostrazioni più evidenti della stupidità umana è per me assodato, e sfido chiunque a convincermi del contrario; tuttavia, guardando un certo tipo di film, uno prova a dimenticarlo e a godersi per quanto possibile lo svolgimento della trama. Ma qui è impossibile: questa non è fantascienza, non è azione, è pura propaganda militarista, un imbarazzante video di reclutamento di quasi due ore. Non sto esagerando, magari guardatevelo per farvi due risate e capirete. Eckart d'altronde sembra il primo a non credere al suo personaggio (il ruolo comunque lo ha accettato lui). Ci sono  anche Michelle Rodriguez, sempre nel solito ruolo, e Ramon Rodriguez, la cui notevole somiglianza con Pete Sampras è stata senza dubbio l'elemento più efficace di tutto il film. Una merda!


Bubba Ho-Tep - Don Coscarelli, 2002, 92 min.
Con Bruce Campbell, Ossie Davis, Ella Joyce


Elvis Presley, ormai stanco di essere considerato un Re dal successo sempre più invadente, decide di dare una svolta alla propria vita prendendo il posto di Sebastian Haff, un suo sosia che incomincia a sostituirlo sia sul palco che nella vita di tutti i giorni. Intanto, nei panni di Haff, Elvis si costruisce una nuova esistenza lontano dai riflettori, e per riassaporare i brividi di esibirsi davanti a un pubblico si mette a suonare con una cover band facendo finta di impersonare se stesso. I due hanno anche firmato un contratto che permetterebbe ad Elvis, qualora ne avesse l'intenzione, di riprendersi la propria identità in qualsiasi momento. Il film ha però inizio molti anni dopo, quando Elvis – che tutti credono sia morto ma che è invece vivo e vegeto nei panni di Haff – si ritrova bloccato in un ospizio, claudicante e ormai parecchio in là con gli anni. A scuotere la solita routine, ci penseranno un altro ospite dell'ospizio convinto di essere Kennedy, e un'antica mummia vestita da cowboy che succhia le anime dal buco del culo delle sue vittime.
C'è un po' di tutto, in questa commedia: il dramma, il fantasy, un po' di horror... mummie vestite da cowboy... ma più che altro c'è lui, Bruce Campbell, la cui sola presenza basterebbe a giustificare la visione del film. Eppure si va oltre: la sceneggiatura è curata, divertente e ben strutturata, i personaggi ben caratterizzati e il risultato finale è davvero ottimo.
È previsto un prequel, Bubba Nosferatu: Curse of the She-Vampires, sempre di Coscarelli ma senza Bruce Campbell. Sembrava che Don Perlman dovesse rimpiazzarlo, ma nella scheda imdb del film è sparito anche il suo nome. C'è da dire che senza Campbell non avrebbe senso nemmeno parlarne, di questo prequel, figuriamoci produrlo, realizzarlo e poi distribuirlo...

L'uomo senza passato - Aki Kaurismäki, 2002, 97 min.
Con Markku Peltola, Kati Outinen, Outi Mäenpää


Kaurismäki non lo avevo mai considerato. Poi, su consiglio di Ford, ho recuperato un suo film e me sono innamorato. Due in particolare mi hanno colpito: Ombre nel paradiso e L'uomo senza passato. Molto carino anche Le luci della sera, meno coinvolgente invece Calamari Union, che mi sono comunque goduto...

Appena arrivato a Helsinki, un uomo si fa pestare al punto da perdere la memoria. Dato quasi per morto, si risveglia, scappa dall'ospedale e si rifugia in periferia. Lì conosce un gruppo di persone che vivono in freddi container, stringe amicizia con alcuni di loro, si innamora e ricomincia una nuova vita. Ma il passato torna prepotentemente a fargli visita...
Un film lento, a metà fra dramma e commedia, con dialoghi surreali e atmosfere stupende che a tratti fanno pensare anche a Jarmusch.


Sátántangó - Béla Tarr, 1994, 420 min.
Con Mihály Vig, Putyi Horváth, László feLugossy, Éva Almássy Albert, Miklós Székely B.

Un gruppo di contadini ungheresi riunitisi in una comunità agricola è costretto ad affrontare il fallimento totale del progetto. In contemporanea con la consegna dell'ultima paga, torna Irimiás , un membro del villaggio dato per morto due anni prima. Rispettato e quasi temuto da tutti, Irimiás convincerà la maggior parte dei contadini rimasti a dargli i soldi per finanziare una seconda comunità.
Molti personaggi, pochi dialoghi, lunghi piani sequenza e dodici capitoli per un totale di sette ore abbondanti di pellicola. La narrazione prima si svolge in modo cronologico e poi torna indietro per concludersi nel punto esatto in cui ha inizio il film. Non succede molto e le lunghe e surreali scene senza tagli finiscono per diventare quasi ipnotiche. La maggior parte della storia si svolge nella fredda, fangosa e umida fattoria semi-abbandonata in cui abitano i vari personaggi. Si parla dell'uomo, della vita, dell'autorità (incarnata da Irimiás), in un contesto in cui ogni azione sembra inutile e destinata al fallimento.
La scena del gatto mi ha spiazzato un po'. Si dice che in realtà non gli sia stato fatto alcun male. In caso contrario, per quanto mi riguarda, ci sarebbe da rivalutare l'intero film.
Affascinante quanto spossante, anche questo merita una visione.


L'ora del lupo - Ingmar Bergman, 1968, 90 min.
Con Max von Sydow, Liv Ullmann
Johan Borg, pittore di successo in piena crisi creativa, si trasferisce con la moglie Alma su un'isola deserta. Dopo qualche tempo le sue condizioni peggiorano, e a causa della sua paura del buio, costringe Alma a restare sveglia con lui in attesa dell'alba. Ma le sue ossessioni aumentano col passare dei giorni, ed i suoi incubi cominciano a materializzarsi sotto forma di inquietanti personaggi che si rifugiano in un castello dall'altra parte dell'isola. Il disagio di Johan crescerà al punto che anche Alma si troverà coinvolta nelle sue paranoie.
Guardando quello che viene presentato come l'unico film horror di Bergman, mi è venuto spesso da pensare al cinema di Lynch e a 8½ di Fellini, sia per il carattere onirico di certe scene che per il modo in cui i personaggi immaginari, o incubi, vengono presentati allo spettatore. Una specie di sogno, cupo e inquietante.



20 commenti:

  1. Tutti grandi film - World invasion non l'ho ancora visto, ma lo prenderò volentieri a bottigliate -, ma mi spieghi una cosa?
    Come cavolo hai fatto a parlare così bene di Antichrist, una merda inguardabile che a fine visione mi ha fatto promettere di non guardare mai più un film di Von Trier, benchè ne fossi un discreto sostenitore? ;)

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  2. Ritorno col botto!!!
    andiamo in ordine:

    Atto di forza un filmone!! la storia come altre di Philip K. Dick mi piace parecchio; molte scene sono da storia del cinema e decisamente è il lavoro migliore del regista. Immancabile assolutamente!!
    tenkiu per il riferimento a Robocop

    Antichrist ho fatto fatica a vederlo, sconvolge e disgusta... immagini troppo forti da reggere per me. Comunque Lars von Trier è bravo nel fare provare emozioni forti e le altre sue opere precedenti le ho apprezzate quasi tutte.

    The Ward non l'ho visto, tengo in sospeso magari recupererò successivamente quando vorrò vedere un horror.

    Niente da nascondere mi è piaciuto veramente molto, poi il finale un vero colpo di scena sconvolgente. Concordo in pieno con quello che scrivi.

    World Invasion mi ha deluso... davvero brutto. anche qui concordo con il giudizio.

    Bubba Ho-Tep un vera ficata. Bruce Campbell un Dio, grandissimo. Poi l'accoppiata Bruce Campbell - Elvis Presley è perfetta. Il presidente Kennedy fa ridere un botto!!

    Bergman è forse il mio regista preferito, però questo L'ora del lupo mi manca accidenti... inserisco nella lista!!

    L'uomo senza passato e Sátántangó devo recuperarli assolutamente. grazie del consiglio!

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  3. caspita! be', non c'è che dire: una vera scorpacciata, se sei riuscito a vederti tutti i millemila minuti di Satantango :)

    Bubba Ho-Tep e Total Recall sono dei miei personali cult: pollice in su!

    di Antichrist- come di tutti i film di von Trier- non riesco proprio a digerire l'estrema auto-referenzialità del regista, che mina alla base un'idea molto interessante.

    L'ora del lupo è uno dei miei Bergman preferiti, così come L'uomo senza passato, uno di quei film che mi hanno fatto innamorare delle potenzialità espressive del cinema.

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  4. Ford: eh, in effetti mi ricordavo di questo tuo odio per Antichrist. Guarda, ti capisco, ma a me è proprio piaciuto.
    Per quanto riguarda quello schifo di Battle L.A., voglio bottigliate violente! :D
    Ah, alla fine ho visto Skyline: in confronto a questo è un capolavoro!

    Vincent: è stato davvero un piacere riscoprire Atto di Forza.
    Per Antichrist ti ripeto quello che ho detto a Ford. Pensa che io ne ho visti solo tre o quattro di von Trier, ma questo finora è forse quello che ho preferito.
    Non so come siano i tuoi rapporti con Carpenter, ma se ti piace, The Ward vale un recupero.
    Niente da nascondere è un filmone!
    World Invasion... va be'...
    Ahah, Kennedy è un grande. I dialoghi fra loro due mi han fatto troppo ridere! :D
    Di Bergman purtroppo mi manca quasi tutto, ne avrò visti cinque o sei. Ma sto rimediando... Se ti piace così tanto, non rimarrai sicuramente deluso.
    Fammi poi sapere per Kaurismäki e, quando avrai voglia, per Satantango. :D

    Alessio: esatto: millemila minuti! Ma, lo ammetto, ho fatto delle pause. :D
    Sì, von Trier è sicuramente uno che se la tira un po', e nei suoi film si vede, ma ripeto, questo mi ha davvero colpito.
    L'uomo senza passato è fantastico! ;)

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  5. dimenticavo: sono felicissimo che Caché ti sia piaciuto. secondo me- oltre a essere uno dei migliori di Haneke, regista che adoro- è anche una delle riflessioni più interessanti sul rapporto Noi-Altri fatta al cinema(ma approfondirò il discorso sul post dedicato che uscirà a giorni :)

    io, Satantango, l'ho visto scaglionato in tre giorni- altrimenti è impossibile. è Storia del cinema, ma direi anche Spirito del cinema: però rimango sempre dell'idea che Tarr, con qualcosa di meno (quantitativamente), avrebbe raggiunto lo stesso un grandissimo risultato.

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  6. Evviva le carrellate! E grazie per tutti quei link, sei troppo gentile, al solito.

    Antichrist: visto due volte al cinema (DUE VOLTE) in due giorni, non mi era mai capitato. L'ho trovato meraviglioso, se non avessi paura di utilizzare il termine capolavoro lo userei e non capisco né tutto questo "merda inguardabile" (non solo nei commenti, proprio nel giudizio generale). L'ho sentito pure chiamare film misogino da certi critici, ai tempi dell'uscita (e non si può essere più lontani dall'aggettivo) ed ha talmente tante chiavi di lettura che non mi spiego proprio come abbiano trovato un'etichetta da affibbiargli.
    Von trier è un genio, non mi ha quasi mai deluso ed il mondo mi sembra migliore quando penso che ho ancora qualche suo film da guardare...
    E poi, domanda meno provocatoria di quel che suona, cos'è l'autoreferenzialità? Ed in che modo in Von trier sarebbe più accesa in, che so, Bergman piuttosto che qualsiasi autore che possa definirsi tale?

    Spesso mi sembra che si gettino parole a caso...(tra l'altro questo film è talmente differente dagli altri del regista che trovare una "qualità" o "caratteristica" comune con gli altri a me pare difficile)...

    Total Recall è fantastico e, già che sei sulla strada, riguardati Starship Troopers! Se dovessi scegliere, sarebbe il mio preferito di Verhoeven!

    Di The ward ho sentito solo parlare male, prima o poi lo guarderò lo stesso perché Carpenter mi incuriosisce a priori... Ma non ho grandi speranze (e pure il tuo voto alla fine è un po' gonfiato, la recensione in fondo lo demolisce un tantino!).

    Caché me lo segno. Haneke mi piace abbastanza .La pianista non moltissimo, mi ha lasciato un po' interdetta ed il nastro bianco per niente, l'ho trovato senza nulla da dire e confezionato in modo troppo "classico". Invece ho apprezzato tantissimo il primo funny games - il secondo non l'ho visto - e soprattutto Der Siebente Kontinent che ti consiglio senza remore. Guardalo in una serata in cui sei positivo perché, credimi, è un calcio nei denti.

    Inutile dire che non guarderò Bubba Oh-tep 2 (sacrilegio!!! Senza Bruce, sacrilegio!!), Di Kaurismaki ho visto solo quello che hai recensito e non l'ho apprezzato e, cacchio, il film di Bergman non l'ho visto.
    Recupero al più presto, sembra splendido.
    Pure Sàtàntangò, recupero pure lui, ma ci vorrà del tempo (ho di nuovo l'hard disk pieno!).

    Quanta robbbba!

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  7. In caché la lingua originale è il francese?

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  8. Alessio: grazie ancora per avermelo consigliato, aspetto il post!
    Sì, per Satantango forse due orette di meno non avrebbero tolto nulla. :D


    Alice: Guarda, le accuse di misoginia sono state tante, e non le ho proprio capite. Ripeto, secondo me è più femminista che altro, ed è l'uomo a essere sotto accusa.
    Eh, di von Trier ne ho ancora un casino da recuperare!

    Penso che Einzige volesse dire che è uno di quei registi che "si piacciono" un po'... tipo Godard, o Allen, tanto per dirne due... :D Non che sia necessariamente un difetto, anzi Godard è uno dei miei registi preferiti.

    Sì, Caché è in francese.
    Ah, nel post non l'ho specificato, ma quando parlo di Funny Games parlo del secondo, il primo non l'ho visto, anche se a quanto pare sono uguali uguali.
    Mi segno Der Siebente Kontinent!
    Il nastro bianco mi aveva lasciato un po' indifferente all'inizio, e l'ho rivalutato in seguito. Caché comunque è molto diverso.

    Starship Troopers lo conosco quasi a memoria. :P All'inizio (quando è uscito) mi sembrava un po' ridicolo, ma rivedendolo dopo anni ho capito che è fatto così apposta, una specie di satira. Bello! :)
    Il libro di Heinlein invece non mi era piaciuto.

    Peccato per Kaurismaki... :(
    L'ora del lupo ti piacerà di sicuro.

    Be', sì, diciamo che la recensione di The Ward può essere letta in due modi diversi. :D Se lo vedi poi fammi sapere.

    Ahah, Bubba Ho-Tep 2 senza Bruce non avrebbe senso!

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  9. Sì, mi sembra di ricordare una tua recensione su starship troopers libro... O mi sbaglio?

    "Penso che Einzige volesse dire che è uno di quei registi che "si piacciono" un po'... tipo Godard, o Allen, tanto per dirne due... :D Non che sia necessariamente un difetto, anzi Godard è uno dei miei registi preferiti."

    ah,sì, in questo senso vi do pienamente ragione. Anche se poi questo mi dà il motivo per amare certi registi (ed odiarne altri, vedi Danny Boyle).

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  10. Hmmm... mi sa che sbagli, ma te la faccio adesso: orrendo! :D
    Però forse ne avevamo parlato di là da te, ora che me lo dici. Oddìo non so. Tu lo hai letto?

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  11. nono, non leggo fantascienza militare...
    Non eri tu?
    mmm cervello in pappa, è roba che ho letto mesi fa, forse è un blog che non seguo più che si occupava prevalentemente di fantascienza (ma non lo seguo più, chissà come si chiamava!)

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  12. Eh ma io non pensavo che fosse proprio di quel genere. C'è chi dice che sia addirittura antimilitarista. Secondo me neanche un po', anzi...

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  13. boh, dalla recensione che ho letto pareva solo tattiche, descrizione di armi e via dicendo...

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  14. Ho visto L'ora del lupo.
    E' difficile lasciare un commento su questo. In primis non mi è piaciuto, potrei dire: forse non era serata - probabilmente - ma non sono riuscita a calarmi né a capire molto della storia. Diciamo che sei stato molto più chiaro tu, raccontandola, di Bergman. Non mi ha angosciato (di Lynch non capisco mai niente eppure è angosciante, nonostante io mi annoi a morte faccio sempre incubi disturbantissimi dopo certe sue visioni). Alcune sequenze sono molto belle (ma cacchio, è Bergmans): l'incontro con la ragazza (morta), con tanto di passeggiata tra gli uccelli; la cena con il monologo sull'arte e l'artista; la signora che si toglie la faccia e gli occhi.
    Però, boh, non saprei dire perché, mi piace più raccontarlo che vederlo.

    OneWord vedo che passa ovunque...

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  15. OneWord: Ciao, grazie.

    Alice: peccato, speravo ti piacesse un po' di più... In effetti Bergman in questo caso non fa capire molto di quello che voleva dire... ammesso che volesse dire qualcosa. Le scene che citi sono bellissime, ma è proprio l'atmosfera generale che con me ha funzionato.
    Comunque di Bergman ne sto recuperando un po', presto vedrò anche Il posto delle fragole, finalmente! :)

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  16. Mamma mia che filmoni!

    Beh, sai già che penso di World Invasion :)

    Degli altri spendo in maniera telegrafica due parole su:

    Cachè: magnifico, lo vidi dopo essermi innamorato di Auteil in "L'avversario". Poi, vedendolo, mi innamorai di Haneke...
    Ho citato spesso il suicidio del marocchino perchè è una delle poche volte che ho seriamente rischiato di svenire davanti a un film.

    Bubba ho tep: ho incentrato tutta la mia recensione sul tema della vecchiaia. Credo che sia quella la riflessione più straordinaria che il film ci regala.

    Antichrist: come tutti avrei bisogno di una seconda visione. E' l'unico film che ho visto in questi 2 anni che poi non me la sono sentito di recensire perchè senza la sopracitata seconda visione avrei commesso senz'altro grossi errori di valutazione. La prima impressione comunque fu quella di un film bellissimo. Il prologo poi è qualcosa di indimenticabile.

    Non ho visto, tra gli altri, Atto di forza. Credo anzi di non aver visto in vita mia un singolo film di Schwarzy...

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  17. Il posto delle fragole spacca :-D

    (Bergmans, ho scritto BergmanS... ma perché non mi prendi a pugni?).

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  18. oh dae-soo: World Invasion è un insulto.
    Quella scena di Caché è davvero disturbante, e Auteuil mi è sempre piaciuto, soprattutto dopo aver visto "La ragazza sul ponte".
    Antichrist è un filmone, e prima o poi lo rivedrò. Per quanto mi riguarda la prima impressione che hai avuto era proprio quella giusta! :D

    "Credo anzi di non aver visto in vita mia un singolo film di Schwarzy... "
    Puoi iniziare con questo se ti va, non dovrebbe proprio deluderti. :)

    Alice: Be' dai, era solo un refuso. :D
    Appena lo vedo ti faccio sapere...

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