domenica 8 maggio 2011

Occhi senza volto


Les yeux sans visage
Di Georges Franju, 1960 (Francia, Italia)
Con Pierre Brasseur, Alida Valli, Edith Scob, Juliette Mayniel
Scritto da Claude Sautet, Jean Redon, Pierre Boileau, Thomas Narcejac, tratto dal romanzo di Jean Redon
Montaggio di Gilbert Natot
Fotografia di Eugen Schüfftan
Musiche di Maurice Jarre
Durata: 88 min.

Un rinomato chirurgo è convinto di poter restituire un volto alla figlia Christiane, rimasta sfigurata in un incidente stradale, ora costretta a non uscire di casa e ad indossare una maschera. Per i tentativi di trapianto rapisce con l'aiuto della sua segretaria giovani ragazze le cui sembianze si avvicinino a quelle della figlia. Qualcosa però continua ad andare storto, e gli interventi non hanno successo.
Film molto particolare e intenso, che parte quasi timidamente e diventa pian piano sempre più macabro e carico di tensione. Merito sia della regia di un esordiente Franju che delle penne di Boileau e Narcejac, responsabili di capolavori come I Diabolici di Clouzot e La donna che visse due volte di Hitchcock. La vicenda è costruita attorno alla figura diabolica del chirurgo pazzo, personaggio tormentato dai sensi di colpa per essere il responsabile dell'incidente che ha coinvolto la figlia e disposto a tutto pur di restituirle la bellezza e la voglia di vivere. Dottore affabile e premuroso di giorno, crudele carnefice di notte. Anche Christiane, che vediamo quasi sempre coperta da una maschera, è divisa fra il desiderio perverso di poter finalmente ottenere una nuova pelle per la sua faccia e un'innocente bontà a cui non ha ancora saputo rinunciare. Ogni personaggio sembra intrappolato, costretto a subire senza possibilità di scegliere o ribellarsi.
Strano a dirsi, ma del film colpiscono soprattutto le atmosfere eleganti e gotiche, in contrasto con le poche scene cruente. Fantastica quella del trapianto, che John Woo deve aver visto e rivisto svariate volte prima di girare il suo Face/Off. Fa effetto ancora oggi per il suo realismo, nonostante il cinema slasher ci abbia abituati a molto peggio. Ma la parte più riuscita è forse il finale folle e catartico, giusta e inevitabile conclusione di un film difficile da dimenticare.

9 commenti:

  1. filmone, tra i miei supercult personali.
    finale indimenticabile!

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  2. Viene classificato fra i migliori 50 horror della storia, un motivo ci sarà! A mio parere ricordato anche fin troppo poco; eccelle, come giustamente dici, per un fotografia elegante, che fa da giusta cornice ad una storia molto profonda.

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  3. I riferimenti e il post mi hanno molto incuriosito.
    Mi manca, ma rimedierò presto!

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  4. Einzige, il finale è pazzesco, ma tutto il film merita.
    Occhio, la presenza in classifica è più che giustificata! :) E in effetti è un peccato che non se ne senta parlare molto.
    Ford, penso proprio che ti piacerà. Quando lo vedi fammi sapere!

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  5. l'ho scoperto l'anno scorso, grazie a fuori orario, è un film davvero bello, poi ho visto altro di Franju, è davvero bravo!
    se non l'avessi già visto, dopo aver letto quello che hai scritto lo cercherei:)

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  6. Grazie Ismaele! Purtroppo è l'unico che ho visto di Franju. Dovrei recuperarne altri...
    Comunque sì, bello bello! :)

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  7. Ah, correggo un errore: nella "recensione" ho scritto che Franju era un esordiente, ma il suo primo lungometraggio è in realtà La tête contre les murs, del 1959.

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  8. Devo vedere questo film da una marea di tempo. Devo solo cliccarci su, però ogni volta poi guardo altro. Sapevo che era bello, poi tu confermi e rilanci... devo darmi una mossa.

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    1. Filmone! Elegante, inquietante e con un'atmosfera splendida. Appena lo vedi fammi sapere. :)

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