mercoledì 2 febbraio 2011

La donna che canta


Incendies
Di Denis Villeneuve, 2010 (Canada)
Con Lubna Azabal, Mélissa Désormeaux-Poulin, Maxim Gaudette, Rémy Girard
Scritto da Denis Villeneuve, Valérie Beaugrand-Champagne, tratto dalla pièce teatrale di Wajdi Mouawad
Montaggio di Monique Dartonne
Fotografia di André Turpin
Musiche di Grégoire Hetzel
Durata: 130 min.

Devo ammettere che dopo due minuti ero già stato “corrotto”. Iniziare a sorpresa il film con una lunga e stupenda scena al ralenti e You and whose army? dei Radiohead in crescendo stava già per farmi gridare al capolavoro. Poi mi sono calmato, ed è iniziata la storia: in Canada, dopo la morte di Nawal Marwan, ai suoi due figli viene consegnata una lettera ciascuno. Jeanne deve recapitarla al padre che credevano morto, mentre Simon a un fratello di cui non sospettavano nemmeno l'esistenza. Per farlo dovranno recarsi in Medio Oriente, dove scopriranno non senza qualche difficoltà il terribile passato della madre.
Villeneuve si concentra soprattutto sulle vicende di Jeanne, sovente alternate a dei flashbacks della vita di Nawal e delle circostanze che hanno portato alla nascita dei due gemelli e del terzo figlio, mentre Simon raggiunge la sorella in Medio Oriente soltanto nella parte finale.
È un film potente che a tratti raggiunge una qualità narrativa quasi perfetta, con una regia solida che alterna momenti più lenti e contenuti ad altri davvero sublimi (basterebbe anche solo la scena iniziale, ma ce ne sono altri). È un film sulla stupidità e l'atrocità di una guerra che lascia tracce anche nelle vite di chi non l'ha mai vissuta in prima persona, ma anche sulla famiglia e sul perdono, e che spinge lo spettatore a sospendere i giudizi affrettati e ad immedesimarsi nei protagonisti senza cercare a tutti i costi una morale. “Chi siamo noi per giudicare?”, sembra suggerire Villeneuve.
Candidato agli Oscar come miglior film straniero, qui purtroppo è stato vittima di una distribuzione ridicola. Peccato, perché è davvero eccezionale.
Unica pecca il pessimo doppiaggio, ma qui Villeneuve e soci non c'entrano nulla. Quando inizieranno a distribuire film in lingua originale anche da noi sarà un bel passo avanti.

14 commenti:

  1. Sembra una vera bomba.
    Lo recupererò al più presto.
    Grazie della segnalazione, Ottimista!

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  2. Polytechnique l'ho trovato stupendo, di questo- non so perché- non ne avevo sentito parlare, ma mi sono convinto già dopo le prime tre righe.
    corro a vederlo :)

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  3. Ford, hai usato la parola giusta. L'ho trovato sconvolgente. ;)
    Einzige, dopo aver visto questo recuperare i precedenti film di Villeneuve per me è diventato un obbligo. E a questo punto incomincerò da Polytechnique. ;)

    Comunque penso proprio che vi piacerà molto!

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  4. sul doppiaggio hai ragione, è la prima cosa che ho pensato.... per la distribuzione pensa che in tutta milano lo davano solo in un cinema...incredibile...
    il giorno prima che uscisse andai a vedere kill me please, vidi il trailer di questo film e me innamorai subito... quell'amore non fu tradito il giorno seguente....

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  5. Idem qui da me. Solo una sala.
    Il doppiaggio è davvero scadente. E poi questo è proprio il classico film da lasciare con l'audio originale, dato che è girato in due lingue. Mah...

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  6. già mi incuriosiva parecchio, se poi dici che ci sono i radiohead in apertura voglio vederlo assolutamente!
    purtroppo in rete ancora non l'ho trovato e nei cinema dalle mie parti dubito che passerà mai...

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  7. Prima o poi lo troverai, è troppo bello per passare così inosservato. ;)

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  8. un film grandissimo, ti resta in testa

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  9. Film straordinario, finito da vedere da poco.
    Però dovevi vederlo in lingua originale, io dopo 5 minuti ho dovuto abbandonare il doppiaggio italiano.
    Ciao!

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  10. Ciao dae! Contento che ti sia piaciuto! :)
    Guarda, hai fatto benissimo, infatti è da un bel po' che i film li vedo solo in lingua originale; il doppiaggio uccide il film, sempre, senza eccezioni. Vado anche meno al cinema pur di non sentire certe schifezze. Purtroppo però è INSPIEGABILMENTE considerato come una cosa bella, e quindi, le poche volte che al cinema ci vado, mi devo sorbire le voci italiane. E questo l'avevo visto al cinema. :(

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  11. Sì, ma non avevo letto con attenzione la recensione, ottima!
    E' vero, è anche un film sul perdono e sull'impossibilità di giudicare, hai fatto bene a notarlo.

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