lunedì 16 gennaio 2012

The man from nowhere


Ajeossi
Di Jeong-beom Lee, 2010 (Corea del Sud), 119 min.
Con Bin Won, Thanayong Wongtrakul, Sae-ron Kim, Hyo-seo Kim
Scritto da Jeong-beom Lee

Hyo-jeong, fra il lavoro e le iniezioni di eroina, non ha né tempo né voglia di occuparsi della figlia So-mi, che trascorre allora la maggior parte del tempo con Cha Tae-sik, uno schivo e misterioso vicino a cui sembra affezionatissima. A complicare le cose ci pensa la madre, colpevole di aver rubato una borsa piena di droga alla gente sbagliata. In poco tempo i gangters la rintracciano, rapiscono sia lei che la figlia e obbligano Cha Tae-sik a lavorare per loro in cambio della libertà delle due donne. L'uomo si ritroverà in trappola, inseguito dalla polizia e coinvolto in un giro di traffico di organi.

Tipico esempio di cinema coreano che riesce ad unire azione, tensione, drammaticità ed un notevole approfondimento dei personaggi. Non ci troviamo esattamente dalle parti di film come I saw the Devil o Memories of Murder, poiché questo The man from nowhere è dichiaratemente più action, ma il livello della messa in scena è più o meno lo stesso.
Dopo un incipit che rivela solo una minima parte dell'azione e della violenza che verranno, Jeong-beom Lee si prende il suo tempo e ci fa entrare in sintonia col protagonista principale insistendo sulla relazione che ha con la piccola So-mi e sugli offuscati ricordi di un passato che preferirebbe dimenticare. Appena diventa chiaro quanto i due personaggi siano importanti l'uno per l'altra, entrano in scena i rapitori, spietati trafficanti di organi senza scrupoli nella cui banda è in atto una guerra interna. Si abbandona la tenerezza, quindi, e viene dato spazio alla cieca determinazione di Cha Tae-Sik che, agguerrito e incazzato, inizia la sua caccia all'uomo per riuscire a liberare la bambina. E se il film funziona nei suoi momenti più drammatici, è proprio nelle sanguinolente e ottimamente coreografate scene d'azione che riesce a dare il meglio.
All'inizio sembra quasi di assistere ad una sorta di Léon, e la trama non contiene nulla di particolarmente originale (la bambina da salvare, l'uomo solitario disposto a tutto pur di riuscirci e in grado di annientare senza troppi problemi gli stolti che proveranno ad impedirglielo...), ma in seguito Jeong-beom Lee, qui al suo secondo lungometraggio, cambia decisamente rotta mettendo su un thriller adrenalinico e spettacolare, con personaggi carismatici e ben definiti (anche se a volte fin troppo sterotipati), in grado di distanziarsi di parecchio dal classico film d'azione hollywoodiano, sia per quanto riguarda il coinvolgimento emotivo che per la qualità della narrazione. A volte può magari sorpendere la facilità con cui Tae-sik si libera dei suoi nemici, ma considerando l'alto livello della produzione, è un piccolo difetto che si è disposti a perdonare senza troppi problemi. In fin dei conti è un film che non delude né gli amanti dell'action orientale né chi è alla ricerca di un thriller più cupo e disperato.

16/20

6 commenti:

  1. questo ce l'ho in lista da un po' e m'ispira parecchio, il tuo voto poi mi conferma la buona qualità del film.
    magari il cinema coreano non è più quello iper-attivo di una decina di anni fa, ma ha comunque molte frecce al suo arco (sicuramente più di quello del cinema nostrano). :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ora sto recuperando quelli degli ultimi anni e devo dire che è pieno di perle.
      Qui la qualità è molto alta, e ci sono due o tre scene che da sole valgono l'intero film. Ti piacerà! :)

      Elimina
  2. Non l'avevo ancora recuperato, ma vedrò di dare credito al tuo post e di vederlo al più presto.
    Intanto ti anticipo che nei prossimi giorni posterò Rundskop, che ho pescato proprio grazie a te: bellissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grande! Aspetto la recensione allora.
      Con questo ti divertirai, garantito! :D

      Elimina
  3. La ricercatezza orientale applicata all'action/thriller mi piace e questo lo vedrò. Specie dopo l'entusiastica recensione, anche se al contrario di te io non ho affatto apprezzato "I Saw the Devil", che si perde in un'esagerazione da un certo punto in poi decisamente, almeno per me, non sopportabile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti capisco, l'esagerazione di cui parli in effetti è evidente e disturbante, ma forse è proprio per questo che alla fine il film ha avuto un impatto così forte su di me.
      Questo comunque è molto diverso. ;)

      Elimina