lunedì 25 aprile 2011
Il cameraman e l'assassino
C'est arrivé près de chez vous
Di Benoît Poelvoorde, Rémy Belvaux, André Bonzel, 1992 (Belgio)
Con Benoît Poelvoorde, Rémy Belvaux, André Bonzel
Scritto da Benoît Poelvoorde, Rémy Belvaux, André Bonzel, Vincent Tavier
Montaggio di Rémy Belvaux, Eric Dardill
Fotografia di André Bonzel
Musiche di Jean-Marc Chenut, Laurence Dufrene, Philippe Malempré
Durata: 95 min.
Ben è un serial killer costantemente seguito da una troupe televisiva intenta a girare un documentario sulla sua vita. Fra un'uccisione e l'altra Ben parla a ruota libera di filosofia, musica, arte, razzismo, società e altri argomenti vari. Il cameraman e gli altri due tecnici superano i timori iniziali e finiscono addirittura per aiutarlo e “divertirsi” insieme a lui. Quando si renderanno conto di aver oltrepassato il limite, sarà troppo tardi.
Finto documentario in bianco e nero, conosciutissimo sia in Belgio che in Francia, C'est arrivé près de chez vous (“è successo vicino a casa vostra” - ennesima traduzione che non tiene minimamente conto del significato del titolo originale) è un atto d'accusa sia contro i media che contro gli spettatori che inevitabilmente ne diventano complici. Parte quasi fosse una commedia, con un Poelvoorde scatenato, per poi rivelarsi in tutta la sua estrema e disturbante violenza, presentata come una cosa normale. Ben se la prende con le minoranze, con le donne, i bambini, e anche con i suoi stessi amici, e più lui uccide più i giornalisti che lo seguono si sentono in dovere di filmarne ogni azione, ogni pensiero.
Ma se al posto di Ben si mettessero ad esempio le guerre o alcuni fatti di cronaca e il modo in cui vengono presentati in televisione o sui giornali, si otterrebbe esattamente lo stesso risultato. L'importante è vedere, e quindi avere l'impressione di essere aggiornati, informati. Un culto dell'informazione che non è altro che puro consumismo. Un'illusione.
Provocatorio, violento, grottesco, ha forse il difetto di essere a tratti leggermente ripetitivo, ma vale sicuramente la pena di essere visto.
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film fantastico.
RispondiEliminaha dalla sua potenza e incisività e dei dialoghi spiazzanti e lucidissimi. alcune sequenze sono terribilmente disturbanti: quelle che mi hanno colpito di più sono state l'assassinio del bambino e lo stupro.
Sembra interessante, Ottimista.
RispondiEliminaAppena riesco lo recupero, l'argomento mi pare uno di quelli da discussione tosta.
Einzige, quelle due scene sono davvero pesanti. Il film non me l'aspettavo così intenso e diretto. Da vedere!
RispondiEliminaFord, molto particolare, ma sicuramente interessante. L'argomento è da discussione "tostissima"!
Cavolo, ma Poelvoorde non è lo spettacolare protagonista del supercult Atomik Circus???? Andrebbe visto solo per lui. No, in realtà su Filmscoop mi hanno messo più volte la pulce sotto il naso per questo film, ma sono sempre rimasto bloccato dopo aver saputo che ammazzano un bambino.Credo che in cinematograifa questa sia una delle poche cose, se non l'unica, che mi blocca.
RispondiEliminaÈ lui! E qui è davvero bravissimo. Ma Atomik Circus non l'ho visto.
RispondiEliminaTi capisco, quella scena poi è una delle più disturbanti. Ma ce ne sono tante...