lunedì 30 gennaio 2012

Naboer


 
Di Pål Sletaune, 2005 (Norvegia, Danimarca, Svezia), 75 min.
Con Kristoffer Joner, Cecilie A.Mosli, Julia Schacht, Anna Bache-Wiig, Michael Nyqvist
Scritto da Pål Sletaune

John si è appena fatto lasciare dalla fidanzata. Lei, Ingrid, la vediamo tornare un'ultima volta nell'appartamento che condividevano per raccattare le sue ultime cose. Lui è distrutto, apparentemente pentito per avvenimenti che ancora non ci è dato sapere; prova a parlarle, a farla restare, ma inutilmente. Poche ore dopo, tornando a casa dal lavoro, John conosce Anne, la vicina dell'appartamenteo accanto, che lo invita subito a casa sua e di sua sorella per farsi aiutare a spostare un mobile e bere qualcosa. Lui accetta, ma qualcosa nel comportamento delle due ragazze lo insospettisce: parlano in modo strano, gli raccontano dettagliatamente alcune loro esperienze sessuali e, soprattutto, conoscono particolari privati della sua storia con Ingrid.

Costruire un thriller psicologico di questo tipo, limitandone la durata a poco più di settanta minuti, consente a Sletaune di essere estremanente diretto. Non si perde tempo, si entra da subito nel vivo e già dopo poche scene si viene coinvolti nel morboso ed ossessivo labirinto mentale del protagonista.
La storia e la tecnica scelta per raccontarla non presentano nulla di nuovo, tanto che ad un certo punto, per qualche istante, si ha quasi il timore di assistere ad un mero esercizio di stile con l'unico scopo di stupire lo spettatore, di fargli credere una cosa per poi sorprenderlo poco dopo – procedimento apprezzabile in certi film, magari anche meno riusciti di questo, ma che qui avrebbe forse avuto il sapore di una semplice presa in giro. E invece, tramite alcuni indizi che il regista norvegese non si preoccupa troppo di nascondere, risultano subito evidenti le sue finalità.
La casa delle due sorelle non risponde a nessuna regola precisa, i corridoi si allungano e si stringono a seconda delle esigenze, i mobili vengono spostati senza motivo e uno spazio ristretto come può essere un piccolo appartamento si trasforma in un territorio indefinito, plasmabile e ricco di insidie.  Mancano riferimenti e certezze, e gran parte del merito va alla regia curata ed elegante di Sletaune. 
Joner, viso perfetto per il ruolo e sguardo freddo quanto basta, è bravissimo nel comunicare i sentimenti di un personaggio consapevole di trovarsi incastrato fra realtà e finzione, terrorizzato dall'impossibilità di giungere ad una risoluzione pacifica e quindi sempre più vittima delle conturbanti sorelle e dei propri incubi. La risposta alle sue domande è a portata di mano, ma potrebbe rivelarsi ben più dolorosa del previsto, meglio quindi rifugiarsi nel rifiuto, fino all'ultimo istante.
Indimenticabile la scena finale, forse prevedibile ma a suo modo perfetta. Naboer è un piccolo film che avrebbe meritato molta più attenzione.

Qui  trovate la recensione di Elio.

15/20


15 commenti:

  1. Eccola. Bravo, sottoscrivo tutto, e mi piace il tuo sottolineare il fatto che la casa cambi a seconda delle esigenze. È la cosa che, non so bene perché, mi ha più inquietato, specie, ovviamente, quando gli spazi si stringono e si allungano. Mi ha lasciato addosso una nausea che non mi sarei aspettato.

    La regia anche, come dici, è notevole. Nella scena dell'immagine che hai postato è davvero bella, oltreché funzionale. E poi la scena finale, eufemisticamente disturbante.

    Un gran bel "filmetto".

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    1. Ah, grazie per il link, chiaramente. Sono un maleducato della peggior specie ;)

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    2. Ma figurati. E grazie! :)
      Sì, ho scelto anch'io quella foto perché oltre ad essere bella è comunque una delle scene più forti del film. Comunque c'è poco da aggiungere, mi sa che la pensiamo esattamente allo stesso modo: il film funziona alla grande.

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  2. Segnato, conosco pochi film norvegesi. E questo non l'avevo proprio mai sentito.
    Un thriller poi è sempre benvoluto.

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  3. Considerato che ultimamente, almeno in ambito letterario, la Norvegia domina le mie preferenze, direi che dovrò cimentarmici.
    Mi hai incuriosito molto, questo è sicuro.

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    1. Ottimo! Fammi sapere anche tu, perché il film merita proprio. ;)

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  4. di recente la Norvegia mi aveva colpito con Headhunters e Skjult; questo l'avevo notato leggendo in giro, ora che lo confermi anche tu mi appresto alla visione con aspettative alte :)

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    1. In Skjult tra l'altro c'è sempre Kristoffer Joner, però non l'ho ancora visto.
      Headhunters invece mi aveva un po' deluso, colpa soprattutto del personaggio principale e della storia con tutti quei colpi di scena che non mi aveva assolutamente coinvolto. Non so... mi aspettavo di più, ma son gusti. :D
      Questo comunque ti piacerà di sicuro, fidati.

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    2. questo è segnato e conto di vederlo a breve ;)
      Skjult te lo consiglio, pur non essendo nulla di trascendentale, è ben fatto e io ci ho visto qualcosa di lynchiano.
      Headhunters m'è parso un buon film: magari ci poteva risparmiare qualcosa (la scena col cane mi ha lasciato inorridito) e, a tratti, è parecchio ruffiano, però ha ritmo e cadenze grottesche e questo mi ha colpito positivamente :)

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  5. Qualcosa di grottesco in effetti c'è, ma non so... non mi ha proprio preso.
    Allora aggiungo Skjult alla lista!
    E ripeto, questo ti piacerà, secondo me ti verrà pure voglia di scrivere la recensione. :D

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  6. molto interessante. come einzige l'avevo intravisto in giro ma non mi ci sono mai interessato.
    ora sono incuriosito ;)

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    1. Ciao Frank, benvenuto! :D
      Secondo me merita una visione, e anche una "recensione spiccia". ;)

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