mercoledì 1 febbraio 2012

Treni strettamente sorvegliati


Ostre sledované vlaky
Di Jirí Menzel, 1966 (Cecoslovacchia), 93 min.
Con Václav Neckár, Josef Somr, Vlastimil Brodský, Jitka Scoffin, Nada Urbánková
Scritto da Jirí Menzel e Bohumil Hrabal, tratto dal romanzo di Bohumil Hrabal

Ambientato nella Cecoslovacchia occupata dai nazisti, è la storia di Milos, qui al primo giorno di lavoro. Deve prendere il posto del padre, che può finalmente godersi la pensione dopo aver lavorato per anni nella piccola stazione del villaggio. Dopo la breva scena dell'incoronazione fatta col cappello della divisa da lavoro, Milos arriva in stazione e conosce i suoi colleghi, fra cui spiccano il donnaiolo Hubicka e il capostazione Valenta, orgoglioso di aver fatto carriera resistendo al fascino delle donne ma in realtà gelosissimo dei continui successi del collega.
Tutto procede nel migliore dei modi, fino a quando Milos scopre di non essere in grado di soddisfare sessualmente Masa, la giovane conduttrice di cui è perdutamente innamorato.

Milos è un ragazzo particolare, timido e riservato, e tramite la breve presentazione iniziale della sua famiglia e degli strambi personaggi che la compongono, si capisce subito quali saranno i toni della pellicola. Suo nonno, tanto per dirne una, è stato schiacciato dai carri armati tedeschi mentre tentava di ipnotizzarli per fermarne l'avanzata verso Praga. Suo padre, invece, dopo essere riuscito a raggiungere la pensione a 46 anni, passa le sue giornate senza nemmeno alzarsi dal divano. Milos, pigro quanto lui, è decisamente contento di aver trovato un lavoro che gli permetterà di non fare praticamente niente per tutto il giorno: stare per ore su una piattaforma con un disco in mano a parlare coi colleghi è quanto di meglio ci possa essere. Niente lavori pesanti, nessuna fatica.
La trama del film è estremamente semplice, ma il climax narrativo con l'assalto al carico di munizioni tedesche è solo una scusa. Qui si parla d'altro e Menzel preferisce concentrarsi sui personaggi, uomini e donne dipinti con tenera ironia, guidati dalle passioni e dai sentimenti, pronti a far passare l'amore – che sia quello serio di Milos e Masa o quello apparentemente più frivolo fra Hubicka e le sue tante conquiste non fa differenza – prima di ogni cosa. Si potrebbe quasi affermare che la parte conclusiva del film sia addirittura troppo forzata e seriosa rispetto al resto della pellicola, poiché distoglie in parte dalla magica e surreale atmosfera che si era creata in precedenza.
Si avvertono, a tratti, gli stessi toni spensierati di quel capolavoro anarchico e antimilitarista che è MASH. Il contesto è diverso, ma le descrizioni dei personaggi, i loro rapporti e i dialoghi tanto demenziali quanto profondi sono invece molto simili. E proprio come nel film di Altman, la guerra passa in secondo piano, come un piccolo ostacolo facilmente aggirabile.
Notevole la regia di Menzel, qui al suo primo lungometraggio, ma anche la recitazione dei giovani attori, la cui inesperienza contribuisce in parte alla riuscita di una commedia malinconica e sensuale in grado di far sorridere dall'inizio alla fine.

16/20

16 commenti:

  1. Sembra interessante, ed il paragone con Mash mi incuriosisce molto.
    Lo metto in lista, prima o poi lo ripesco anche io.

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    1. Se ti sono piaciute le atmosfere di MASH con questo dovresti andare sul sicuro. È un altro tipo di film, ma ci sono comunque parecchie similitudini. Fammi sapere...

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  2. grande ripescaggio!
    visto un secolo fa, però lo ricordo particolarmente per l'ironia nerissima che lo permea dalla prima all'ultima scena("l'handicap" di Milos, buffo ma non volgare), senza che comunque venga banalizzata la parte "riflessiva".
    bravo Menzel, però credo che il merito principale sia della materia prima fornita da Hrabal, scrittore assolutamente geniale :)

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    1. È vero, affronta il tema della sessualità in un modo che sinceramente non mi aspettavo da un film di quegli anni, ma riesce a non diventare mai volgare. E la parte riflessiva, in effetti, si unisce perfettamente alla comicità di base. Bello, proprio bello!
      Di Hrabal però non ho mai letto nulla...

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    2. guarda di Hrabal non sono un esperto né un grande appassionato, ma quei due libri che ho letto me lo han fatto doventare proprio simpatico: L'uragano di novembre e, appunto, Treni strettamente sorvegliati. se ti va di leggere qualcosa di lui, ti consiglio in particolar modo il primo, che secondo me è davvero un buon modo per conoscerlo :D

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    3. Segnato! Ho letto la descrizione su anobii e mi ha fatto un po' pensare allo splendido Addio a Berlino, di Isherwood. Interessante.
      Grazie. ;)

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    4. ho un bel ricordo del libro di Isherwood e, in effetti, tra i due autori c'è più di una similitudine :)
      L'uragano di novembre mi ha lasciato qualcosa per più di un motivo, non ultimo lo humour nero e la profondità espressa con brevi, nettissime, frasi: spero che leggerlo ti piacerò quanto è piaciuto a me :D

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    5. Addio a Berlino me l'aveva consigliato Alice, è davvero fantastico. Se dici che in effetti ci sono pure delle similitudini divento ancora più curioso. :)

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  3. il libro è bello, il film l'ho in listo, sapevo ch e meritava, grazie per la conferma:)

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    1. Come dicevo ad Alessio, il libro non l'ho letto, ma penso sia stato un bene che Hrabal abbia contribuito anche alla sceneggiatura. Lo spirito del romanzo è probabilmente lo stesso. :)

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  4. Attenzione alla republica slovacca o ceca grandi contenuti grandi autori
    Vedrò il film-
    Egill

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    1. Ma infatti dovrei procurarmene altri, perché questo mi ha colpito moltissimo.
      Se lo vedi fammi sapere! :)

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  5. Io ho un debole per il cinema cecoslovacco, specialmente quello dei Sessanta, l'ho trattato spesso. Questo, dai toni più leggeri (come lo scritto), rivaleggia con tante altre opere europee del periodo.
    Se ti interessa qualche titolo cecoslovacco di rilievo sono pronto a consigliarti! :)

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  6. Ma molto volentieri, grazie mille! Dimmi pure che ascolto. :D
    Intanto sono già andato a curiosare nei tuoi post etichettati con Cecoslovacchia e ho subito aggiunto Spalovac mrtvol alla watchlist. :)

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    1. Ed hai già beccato uno dei migliori, a parer mio! :) Poi ti consiglio tutto Svankmajer, mio idolo, magari partendo dai più fruibili lungometraggi, ad esempio la sua versione di Alice o Sílení. Con lui c'è tanto da vedere!
      Poi assolutamente Nemec, ad esempio con Demanty noci.
      Il surreale Le fantasie di una tredicenne, che non è niente di cui temere, eheh.
      Poi Zeman, con le sue particolari tecniche, Il barone di Munchhausen è magnifico.
      Importantissima l'animazione con Jiri Trnka, Jiri Barta, ecc.
      Mi fermo, ma se andrai avanti, poi ti consiglierò dell'altro! ;)

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  7. Grazie per i suggerimenti! Le fantasie di una tredicenne è da molto che voglio vederlo, in effetti, e ora è salito nella watchlist. Gli altri invece non li conoscevo. Demanty noci subito segnato, e anche il Barone di Zeman.
    Svankmajer invece è un regista che mi ha sempre attirato ma di cui non ho mai visto nulla, forse è ora di rimediare.
    E come inizio non c'è male, grazie ancora! :)

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