mercoledì 13 luglio 2011

Valhalla Rising


Di Nicolas Winding Refn, 2009 (Danimarca, UK)
Con Mads Mikkelsen, Alexander Morton, Maarten Stevenson
Scritto da Nicolas Winding Refn, Roy Jacobsen
Montaggio di Matthew Newman
Fotografia di Morten Søborg
Musiche di Peter Kyed, Peter Peter
Durata: 93 min.

One Eye è un temuto guerriero che alcuni vichinghi tengono prigioniero in una gabbia, facendolo uscire di tanto in tanto perché combatta a mani nude contro altri membri del gruppo. Un giorno riesce a liberarsi, uccide senza troppe difficoltà i suoi aguzzini e si unisce quasi per caso ad uno sparuto gruppo di vichinghi cristiani diretti verso la terra santa in cerca di fama e ricchezza. Saranno cazzi.
Tutto pensavo, prima di affrontare la visione di questo film, tranne che di trovarmi di fronte ad un prodotto che tanto mi avrebbe ricordato il cinema di Bergman (per quel poco che ho visto), Tarkovskij e pure di Herzog, con Aguirre, furore di Dio. Tempi dilatati, molte scene prive di dialoghi, uso del ralenti, forte presenza della natura - alcune scene con l'acqua sembrano provenire direttamente da Stalker, su tutte quella in cui One Eye recupera la punta di freccia – e una fotografia esemplare (varrebbe la pena vederlo anche solo per le immagini ed i paesaggi).
Al contrario di quella porcata di 300 o di molti altri film con protagonisti impavidi combattenti, qui la violenza non è mai fine a se stessa, e seppur presente in abbondanza non viene esaltata né mostrata in modo insistente.
Qui è diverso: i guerrieri sono perdenti in partenza, gente che non ha più nulla da chiedere e che nemmeno sa contro chi o cosa ribellarsi. Non vengono glorificati, semmai derisi, e la loro fede assoluta, apparentemente incrollabile, finisce per scontrarsi con le leggi non scritte di un mondo che non accetta credenze di sorta, né tantomeno chi in nome di questa o quella religione si pone al di sopra degli altri.
Il solo personaggio a non dare mai l'impressione di trovarsi fuori posto o in cerca di qualcosa che sa già di non poter raggiungere, è proprio One Eye, che pure nella scena finale apparirà in realtà come l'unico ad aver raggiunto il proprio scopo.
Non è sicuramente un film a cui dare un'interpretazione perfetta, che non ammetta repliche, e probabilmente ognuno finirà per vederlo come più gli aggrada. Si dice che One Eye sia Odino, ma io di Odino non so nulla, e durante la visione non ci avevo quindi minimamente pensato.
Quello che conta è che con il suo stile ipnotico e riflessivo, Refn riesce ad incantare per novanta minuti.

10 commenti:

  1. be'... un filmone!
    come scrivi anche te è impossibile dare un'interpretazione univoca che metta d'accordo tutti: io ci ho visto un importante messaggio di speranza e conciliazione (in un film d'azione però molto sui generis), ma chissà...?

    (perfettamente d'accordo sulla fotografia: io ebbi la fortuna di vederlo al cinema e devo dire che è stato un vero spettacolo :)

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  2. Un film incredibile, ed un viaggio verso una rinascita come non ne vedevo da tempo.
    Impossibile non rimanerne colpiti.

    Per quanto riguarda la fotografia - straordinaria - non vedo l'ora di rivedermelo in bluray.

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  3. "Tutto pensavo, prima di affrontare la visione di questo film, tranne che di trovarmi di fronte ad un prodotto che tanto mi avrebbe ricordato il cinema di Bergman (per quel poco che ho visto), Tarkovskij e pure di Herzog, con Aguirre, furore di Dio. "

    Argh! 45 bestemmie in tre righe!!! :-D

    A parte gli scherzi, questo è un film che consiglio spesso ma che non ho apprezzato praticamente per niente. L'ho trovato pretenzioso, forzatamente simbolico e onirico. I gesti rallentati fino all'inverosimile non sono spontanei: è un continuo ricalcare Noi qui stiamo facendo Cinema, eh, guardate come siamo bravi! Insomma, non la trovo una macchinazione fastidiosa (tanto quanto non trovo spontaneo The proposition, della stessa pasta).
    Ma mi sa che questo discorso l'ho già fatto.

    E sì, in bluray è da sbavo, visivamente parlando.

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  4. Einzige & Ford: conciliazione, speranza, rinascita: mi piace! :D Il finale è davvero catartico.
    Regia e fotografia pazzesche. Al cinema dev'essere una goduria.

    Alice: Ahah, be' dai, me li ha solo ricordati. :P

    Mi ricordo il tuo commento, e grazie ancora per il consiglio, avevi ragione. Capisco quello che vuoi dire, il progetto è sicuramente ambizioso, ma con me ha funzionato. :D
    Non escludo di rivederlo; dato che saprò già cosa aspettarmi dal lato tecnico magari il film nel suo insieme mi sorprenderà meno, non so, ma per ora... nulla da ridire. :D ;)

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  5. Non ho visto questo film,se l'atmosfere ricordano
    Stalker di Tarkovskij lo cercherò- Dalla trama
    credo che One Eye ricorda il lupo Freny tenuto in
    catene e visto che si tratta di un combattente
    incarna le qualità di Thor fratello di Odin che
    é il più saggio e per questo governa-Io penso ad
    un mix di leggende norriche-
    Egill

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  6. egill: sì, alcune scene mi hanno fatto pensare a Stalker, ma non aspettarti comunque un film di quel tipo. Se lo vedi però fammi sapere. :)

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  7. Conciso ed efficace. Questa pellicola ha notevolemnte spiazzato anche me. Certo i danesi sono fuori di testa per definizione, ma come dico sempre da loro ti aspetti cose strane ma poi ti fregano ugualmente. Maledetti.

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  8. Conciso purtroppo lo sono spesso, ma grazie per l'efficace! :D
    Questo è il primo che ho visto di Refn, che poi mi ha dato voglia di recuperare tutti gli altri, tranne Fear X che ancora mi manca.
    Comunque sì, il cinema nordico spesso fa quell'effetto. :)

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  9. Io farei a meno di quel "purtroppo". Il dono della sintesi è cosa preziosa. Comunque, a proposito di cinema danese, ti consiglio e NON ti consiglio Offscreen. Ne ho scritto una recensione, dalle un'occhiata e vedi se può interessarti, vorrei evitare di prendermi la responsabilità del consiglio in questo caso ;)

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  10. Grazie per il (non) consiglio. Letto e risposto da te. Comunque ormai è tardi: ritieniti responsabile! :D

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