mercoledì 10 novembre 2010

L'argent




Di Robert Bresson, 1983 (Francia, Svizzera)
Con Christian Patey, Vincent Risterucci, Caroline Lang
Scritto da Robert Bresson
Montaggio di Jean-François Naudon
Fotografia di Pasqualino De Santis, Emmanuel Machuel
Durata: 85 min.

Un ragazzo di famiglia borghese chiede al padre un anticipo sulla paghetta, quando questi glielo rifiuta il giovane si rivolge ad un suo amico che gli regala una banconota falsa da cinquecento franchi; i due decidono quindi di andare in un negozio e comprare una cornice da pochi franchi per intascarsi il resto. La commessa, dapprima reticente, finisce per accettare I soldi. Quando il titolare del negozio si rende conto della truffa, aggiunge altre due banconote false a quella dei due ragazzi e se ne sbarazza usandole per pagare delle fatture ad Yvon, lavoratore innocente che pagherà per tutti.

Bresson saluta la sua carriera da regista con un film decisamente controverso. Il fatto che buona parte del pubblico di Cannes l'abbia fischiato dimostra però come il regista francese abbia probabilmente centrato in pieno il suo obbiettivo. L'Argent non è un film facile da vedere: la recitazione è praticamente – e volutamente – assente, le battute dette e non recitate, le scene importanti suggerite e mai mostrate. In questo caso ciò che davvero conta, per Bresson, è il messaggio, ovvero una pesante critica a una società sempre più basata sui soldi. Il denaro corrompe, e non potrebbe essere altrimenti. A questo proposito è emblematica la scena in cui il titolare del negozio ricompensa il giovane commesso per aver testimoniato il falso, decretando così la condanna di Yvon. 


I soldi falsi finiscono nelle tasche di chi non ne ha neanche di veri, i colpevoli rimangono impuniti, e alla fine di tutto gli unici a rimetterci sono proprio i poveri, vittime di un sistema (economico) destinato per definizione a rimanere ingiusto.
Nel film tutte le azioni dei protagonisti sono dettate dai soldi, e la mancanza quasi totale di una recitazione “classica” e di espressività degli attori, nello specifico caso di Bresson, rende il messaggio della pellicola ancora più diretto, sottolineando proprio come l'uomo possa essere manipolato e alienato dal denaro, rendendolo capace delle peggiori azioni.
L'argent è un film minimalista, pessimista e sicuramente anticonvenzionale; sta allo spettatore decidere se queste qualità debbano essere considerate positive o negative. Personalmente penso che valga la visione, se non altro per il suo significato.

Nessun commento:

Posta un commento