lunedì 10 gennaio 2011

Enter the Void



Di Gaspar Noé, 2009 (Francia, Germania, Italia)
Con Nathaniel Brown, Paz de la Huerta, Cyril Roy
Scritto da Gaspar Noé, Lucile Hadzihalilovic
Montaggio di Gaspar Noé, Marc Boucrot
Fotografia di Benoît Debie
Musiche di Thomas Bangalter (Daft Punk)
Durata: 161 min.

Sette anni dopo Irréversible, Noé torna a far parlare di sé con un lungometraggio ancora più estremo e provocatorio. Ambientato in una Tokyo notturna e psichedelica, è la storia di Oscar, un giovane spacciatore che dopo essere stato ucciso dalla polizia resta sulla Terra come fantasma per non abbandonare la sorella spogliarellista. Per aumentare il coinvolgimento dello spettatore e concedersi alcune scene tecnicamente perfette e suggestive come quella dello specchio, Noé filma l'intera pellicola dal punto di vista del protagonista, sia prima che dopo la sua morte. Il risultato è un allucinante viaggio di oltre centocinquanta minuti durante i quali la camera viaggia da un posto all'altro seguendo le vite dei vari conoscenti di Oscar, alternando questi momenti con dei flashbacks del suo passato o di quello della sorella, utili per capire lo svolgimento della trama e la situazione emotiva dei personaggi.
È un film sicuramente complicato e anticonformista, che Noé progettava di girare da anni; la post produzione è durata mesi (al momento della presentazione a Cannes 2009 non era ancora conclusa), e gli effetti visivi hanno richiesto la partecipazione di una cinquantina di tecnici fra cui spicca il Marc Caro di Delicatessen in qualità di art director.
Questi effetti, uniti ad una fotografia intensa e psichedelica, giocano un ruolo fondamentale, e riescono nell'intento di proporre qualcosa di mai visto prima d'ora (il trip di acidi - anche quello vissuto in prima persona - può ricordare vagamente quello sperimentato da Vincent Cassel nel sottovalutato Blueberry, sebbene qui sia affrontato in ben altro modo).
Disturbante, spirituale, allucinato, esplicito, violento (particolarmente fastidiosa la scena dell'incidente, ripetuta più volte), caratterizzato da una narrazione atipica spesso senza dialoghi, si concretizza in un finale intenso ed emozionante. Una volta finito, si rimane con la sensazione di aver visto qualcosa di sconvolgente. Ma può anche avere l'effetto inverso: nei cinema parecchia gente usciva disgustata molto prima dei titoli di coda.
Per me è un capolavoro, coraggioso e innovativo.

8 commenti:

  1. io sono decisamente dalla tua parte. un'esperienza coinvolgente e sconvolgente come capita di rado

    e molto presto nella classifica dei miei film dell'anno...

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  2. La tua classifica la sto seguendo da un po', sono curioso di leggere la recensione di questo e la Top 10 completa. :)
    Enter the Void è strepitoso. Ci ho messo un po' ad "uscire" dal film. Stupendo, più ci penso e più mi piace!

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  3. la recensione non l'ho ancora scritta perché ho visto il film solo a fine anno ed è entrato in extremis tra i top film, quindi ti dovrai accontentare della scheda veloce..
    però magari nei prossimi giorni tornerò su questo film notevole

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  4. una delle esperienze (di cinema) più incredibili che abbia mai avuto il piacere di provare. io il film l'ho interpretato un pò diversamente, ma anche per me è stato molto difficile "uscirne"
    (su http://einzige-lunico.blogspot.com/ ;se ti va, dai pure un'occhiata al resto :)

    in ogni caso, mi piace questo blog e la scelta dei film di cui scrivi, da oggi in poi ti seguirò con curiosità :)

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  5. Einzige, grazie mille! :)
    Ora vado a curiosare sul tuo blog.

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  6. a me è piaciuto molto, anche se la scena che mi ha dato fastidio è stata quella dell'aborto...
    un bad trip, senza dubbio, ma un bad trip spettacolare...

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  7. La scena dell'aborto in effetti è molto forte, ma ce ne sono altre che mi hanno colpito di più, o che comunque ho trovato più fastidiose. Però hai ragione, spettacolare! :)

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