sabato 1 gennaio 2011

Questa è la mia vita



Vivre sa vie: Film en douze tableaux
Di Jean-Luc Godard, 1962 (Francia)
Con Anna Karina, Sady Rebbot, André S. Labarthe, Monique Messine
Scritto da Jean-Luc Godard, Marcel Sacotte, tratto dall'inchiesta "Où en est la prostitution" di Marcel Sacotte
Montaggio di Jean-Luc Godard, Agnès Guillemot
Fotografia di Raoul Coutard
Musiche di Michel Legrand
Durata: 80 min

Una giovane ragazza delusa di non riuscire ad entrare nel mondo del cinema non può pagare l'affitto e viene quindi sfrattata. Qualche tempo dopo inizia a prostituirsi per riuscire a rimediare un po' di soldi.
Godard, in piena Nouvelle Vague, si concentra sul mondo della prostituzione analizzandola dal punto di vista di una giovane ragazza di ventidue anni che finisce nel giro quasi per caso.
La sceneggiatura è tratta da un'inchiesta di quegli anni sul mondo della prostituzione, e contiene addirittura una breve parte in stile documentaristico. Ma grazie alla bravura e alla sperimentazione di Godard il film va oltre. Da scene di culto come il ballo nel locale si passa a Nana che parla del significato della vita e dell'amore con un signore appena incontrato in un bar. L'enorme fascino di Questa è la mia vita si scontra poi con il duro messaggio finale. Stupendo.

4 commenti:

  1. Visto al cinema ad una rassegna, uno dei pochi casi in cui mi sono lasciata completamente trasportare da un film. Meraviglioso, davvero.

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  2. In quegli anni Godard era fenomenale. Anche questo... dovrei rivederlo perché penso che ora mi piacerebbe ancora di più. Ne hai visti altri?

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  3. Sì. Godard mi deprime sempre tantissimo: a volte sembrano documenti di vite inutili, talmente esasperate dalla quotidianità da non rendersi conto di marcire.
    L'unico problema è che li ho visti tutti insieme e non ricordo più i titoli... e li confondo l'uno con l'altro. Anche questo qui sopra non sapevo cosa fosse, dal titolo, finché non ho letto la recensione e visto la foto...

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  4. Sì, può fare quell'effetto, ma trovo che in realtà sia anche incantevole. È strano, difficile da definire, in effetti.

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