giovedì 16 dicembre 2010
A single man
Di Tom Ford, 2009 (USA)
Con Colin Firth, Julianne Moore, Matthew Goode, Nicholas Hoult
Scritto da Tom Ford, David Scearce, tratto dal romanzo di Christopher Isherwood
Montaggio di Joan Sobel
Fotografia di Eduard Grau
Musiche di Abel Korzeniowski
Durata: 99 min.
Nei primi anni '60 un professore universitario perde il compagno in un incidente stradale. Dopo sedici anni di convivenza si ritrova solo e incomincia a pensare al suicidio. Solo una vecchia amica d'infanzia e un giovane studente del suo corso riescono a distrarlo.
Lo stilista John Ford esordisce alla regia con un film che sorprende per le qualità tecniche e visive, e la Los Angeles degli anni '60 sembra la scusa perfetta per farle risaltare. La fotografia è impeccabile, i colori e gli arredamenti eleganti ma mai invadenti, sebbene la regia sembri a volte approfittarne in modo eccessivo. Ed è forse questo il difetto maggiore del film: l'eccessiva eleganza a scapito della storia. Rimane l'estetica, svanisce il resto.
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Argh!
RispondiEliminaDopo l'urlo di dolore, non posso che versare qualche lacrimuccia dicendo che ho amato tantissimo questo film. Colin Firth immenso, l'eleganza funerea ha reso il dramma più drammatico e ingestibile che mai ed il lieve senso di serenità momentanea, che mai cancella il dolore (quello vero) mi ha sfracellato a terra.
di solito i film gettonatissimi dell'anno mi lasciano più che indifferente ma in questo caso mi stupisco che il grande pubblico lo abbia visto, digerito e addirittura applaudito...
siamo di nuovo in diretta?
RispondiEliminaavevo lasciato un messaggio che blogspot ha deciso di censurare (damned!), cerco di rimediare...
avevo iniziato con un "argh!" e poi versato qualche lacrima per il tuo scarso entusiasmo...
Ho amato davvero questo film, come mi capita raramente (peccato che all'epoca fossi invischiata in Facebook, ne sarebbe venuto fuori un post davvero deprimente).Eppure, a me l'eleganza non è mai parsa eccessiva: il misurato dolore, così continuamente ribadito dalla regia, dalla fotografia e dall'intero panorama; il riuscire a sorridere nonostante il dolore; la misurata felicità momentanea, che però non può spegnere la tristezza infinita del protagonista... A me ha lasciato senza fiato.
Per non parlare di Colin Firth, davvero meraviglioso (e chi l'ha visto doppiato, si perde il significato intero del film, purtroppo).
Tendenzialmente i film dell'anno mi lasciano molto perplessa... ma questa volta mi ha stupito il fatto che le masse (insomma, quelli che vedono un film l'anno o poco più) siano riusciti ad apprezzarlo (lo so, sono snob, va beh).
speriamo che non cancellino anche questo messaggio!
Il vecchio messaggio lo avevo letto, ma prima di rispondere volevo lasciare qualche commento sul tuo blog. E poi è successo il casino.
RispondiEliminaMi hai dato voglia di rivederlo. Probabilmente ero partito prevenuto, non saprei. Mi era abbastanza piaciuto, ma nulla di più...
No no, non sei snob, capisco benissimo quello che vuoi dire.
Comunque l'avevo visto in inglese. In realtà, tranne quando vado al cinema, vedo sempre i film in lingua originale.
pure io! (e ti abbraccerei, seriamente, chi vede i film in lingua originale è da preservare, tanto quanto i panda).
RispondiEliminaAnche a me è venuta voglia di rivederlo ma devo attendere un momento in cui sono positivo. Mi ha proprio steso...
Ahah, sì, in effetti siamo in pochi.
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