mercoledì 22 dicembre 2010
Somewhere
Di Sofia Coppola, 2010 (USA)
Con Stephen Dorff, Elle Fanning, Chris Pontius
Scritto da Sofia Coppola
Montaggio di Sarah Flack
Fotografia di Harris Savides
Musiche dei Phoenix
Durata: 97 min.
La Coppola segue la vita di un attore famoso alle prese con la routine quotidiana: interviste, festini, massaggi, comparsate nei talk show stranieri e così via. A un certo punto dovrà occuparsi della figlia undicenne, che per alcuni giorni lo seguirà un po' dappertutto, fra giornate vuote, viaggi e vita lussuosa.
Il film è volutamente lento e privo di una vera trama. Inizia con un minuto di ripresa a telecamera fissa su un circuito automobilistico con il protagonista principale che sulla sua Ferrari continua a girare in tondo. Simbolico. E il resto del film non sarà molto diverso. La regista critica il modo di vivere basato unicamente sui soldi e le apparenze, e in questo caso anche il modo in cui la gente ammira il personaggio interpretato da Dorff. Il talk show italiano (i Telegatti) - già trash di suo - è reso ancora più trash se vissuto dal punto di vista di una star internazionale invitata per l'occasione a dire due battute stupide in una lingua che non conosce; e questo è solo uno dei tanti esempi raccontati dalla Coppola.
Il problema è che tutta questa mancanza di ritmo finisce per stancare, e per rendere le sensazioni di noia e ripetitività non era probabilmente necessario costruire l'intero film provando a simbolizzarle in ogni scena. L'intento si capisce da subito, a mancare è un vero e proprio sviluppo.
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Grandissima delusione (e sei stato troppo buono ma forse avevo troppe aspettative io) e potrei non aggiungere altro.
RispondiEliminaA me è parso anche un tantino maschilista: capisco che l'intento fosse quello di una critica verso una specie particolare di mondo ma non essendo riuscita ad essere incisiva nel raccontarlo, non sono riuscita a notare la differenza con altre decine di pellicole - non critiche - che mostrano donne nude fare lapdance private e simili.
Mi ha profondamente infastidito e credo sia una pecca non da poco, visto che l'intento era l'esatto opposto.
un vero peccato.
Eh, qui la Coppola mi sa che ha un po' esagerato. Al maschilismo non ci avevo pensato, ma non riesco a darti torto.
RispondiEliminaGli altri quindi ti erano piaciuti?
Lost in translantion mi stupisce ad ogni mia visione. maria antonietta è molto triste ed ha delle immagini che ho trovato molto evocative.
RispondiEliminaLe vergini suicide è una prima opera... e si vede. Però non è male (considerato poi che è uguale al libro...). E a te?
Li metto nel tuo stesso ordine. Bellissimo Lost in translation, e anche Marie Antoinette mi era piaciuto molto. Le vergini mi era piaciuto un po' meno quando lo avevo rivisto per la seconda volta, ma insomma, sempre bello.
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